Serve per questo una “transizione equilibrata” che garantisca un’equa distribuzione delle risorse nei vari settori. “Non possiamo permetterci di lasciare indietro parti dell’economia e della società”
I tempi sono difficili, e anche Efama ammette che la componente più importante fra i fattori di sostenibilità Esg è quella rappresentata dalla “S” di sociale
“Mentre gli asset manager giocano un ruolo fondamentale nell’informare gli investitori sulle opzioni disponibili, sono questi ultimi ad avere l’ultima parola sulle decisioni di investimento”
Non lasciare indietro nessun settore
La strategia di finanza sostenibile “necessita di considerare attentamente l’impatto che la crisi pandemica ha sulle nostre società” e “le esigenze di finanziamento che creerà”. Serve per questo una “transizione equilibrata” che garantisca un’equa distribuzione delle risorse nei vari settori. “Non possiamo permetterci di lasciare indietro parti dell’economia e della società”. In quanto voce dell’industria del risparmio gestito in Europa, Efama ribadisce che la questione “non può rimanere indietro nell’agenda europea”. Ora meno che mai.
In particolare van de Werve ricorda il Piano d’azione sulla finanza sostenibile del 2018. Un primo passo, con degli aspetti migliorabili certo, ma utile per gli sviluppi futuri. La nuova strategia vuole mettere insieme “i pezzi del puzzle” per scrivere una nuova sequenza di regole.
La “S” di Esg: fattore vincente in tempo di crisi
I tempi sono però difficili, e anche Efama ammette che la componente più importante fra i fattori di sostenibilità Esg (environmental, social, governance) è quella rappresentata dalla “S” di sociale. Per quanto l’aspetto ambientale (environmental) sia fondamentale, per un po’ sarà la coesione sociale a farla da padrone nelle strategie delle imprese, molte delle quali saranno “in modalità sopravvivenza”. Il virus ha esacerbato le divisioni sociali. A soffrire maggiormente saranno i lavoratori meno qualificati. Sostenibilità sociale vuol dire far fronte a questi problemi, adesso.
E la governance? Efama, nelle parole del suo direttore, si chiede se sia il caso di dedicare parecchi sforzi adesso al fattore “G”, quello della governance. Nei fatti, esistono già dei codici di condotta societari e pratiche di stewardship (gestione responsabile delle risorse). Per di più, la Direttiva sui diritti degli azionisti deve ancora essere implementata propriamente in molti Stati membri.
Efama e la finanza sostenibile: l’importanza della disclosure
Dato il contesto, la “Assogestioni” europea plaude all’intenzione della Commissione europea di migliorare la disclosure Esg, ossia una comunicazione trasparente delle pratiche coerenti con gli obiettivi di sviluppo sostenibile. Il motivo è che dati Esg robusti, affidabili e pubblici sono essenziali perché la finanza sostenibile funzioni. Un altro modo per agevolare la sostenibilità della finanza è quello delle votazioni societarie transnazionali: gli azionisti devono essere messi in grado di influire sulle decisioni aziendali che impattano gli aspetti Esg. A tutto vantaggio di un guadagno di valore sul lungo termine nei mercati dei capitali.
La nota di Tanguy van de Werve infine caldeggia una sempre maggiore alfabetizzazione finanziaria, per promuovere la consapevolezza della sostenibilità. La chiosa sottolinea il ruolo fondamentale degli investitori: “Mentre gli asset manager giocano un ruolo fondamentale nell’informare gli investitori sulle opzioni disponibili, sono questi ultimi ad avere l’ultima parola sulle decisioni di investimento”.