Obiettivo: dare vita a una fabbrica di eccellenza mettendo a fattor comune prodotti e competenze.
L’ad Gianluca Serafini racconta il perimetro dell’operazione, le nuove strutture organizzative e l’operazione di rebranding
“Costruire una fabbrica di eccellenza nelle gestioni patrimoniali, mettendo a fattor comune il portafoglio prodotti e le competenze specialistiche di diversi team di gestione, attualmente dislocati lungo società e filiere organizzative indipendenti”. È l’obiettivo centrale dell’operazione con cui il 1° gennaio
Intesa Sanpaolo private banking (Ispb) ha trasferito a
Fideuram Investimenti il ramo d’azienda dedicato alle gestioni, come racconta a We Wealth, in esclusiva,
Gianluca Serafini, amministratore delegato e direttore generale di
Fideuram Investimenti sgr.
I numeri dell’operazione
Un “tesoretto” che vale 12 miliardi di euro, per 8.800 mandati di gestione – di cui 1.500, il 60% in termini di patrimonio, riconducibili alla clientela Hnwi e Ultra-hnwi, – che porta le masse complessive a quota 40 miliardi, facendo di Fideuram investimenti sgr, rivendica Serafini, “uno dei principali attori a livello europeo nel segmento delle gestioni patrimoniali”. L’asset manager del gruppo Intesa Sanpaolo ottiene in dote anche l’intero team di 38 manager del ramo d’azienda ceduto da Ispb, che quindi assume il ruolo di banca collocatrice.
“Con questa operazione creiamo un unico asset manager di riferimento per il private banking, che a gennaio ha raggiunto i 300 miliardi di euro: un polo di competenze per la ricerca macroeconomica e la definizione della view di mercato, a supporto del processo d’investimento per tutte le reti italiane ed estere”, argomenta Serafini. Contestualmente, si realizza “una piena integrazione tra Fideuram Investimenti sgr e tutte le reti distributive del private, a sostegno della clientela e dei banker, attraverso team specialistici d’investimento dedicati e lo sviluppo di soluzioni informatiche innovative tra la sgr, le banche collocatrici e la clientela”.
I nuovi assetti organizzativi
Di fatto viene strutturato un nuovo modello organizzativo. Non più un unico team accentrato, che si estende dall’asset allocation alla selezione dei titoli e dei fondi. Un modello, spiega Serafini, che ha ormai limitate capacità di adattamento ad un contesto di mercato sempre più sofisticato e complesso. Ma una collaborazione tra più team di gestori specializzati e integrati, in un sistema strutturato su tre livelli: il primo, dedicato all’asset allocation strategica e tattica. Il secondo, costituito da team esperti su specifiche classi di attivo, stili d’investimento o mercati e aree geografiche. I bond, il value investing e la Cina, per intenderci. Più un terzo livello, sviluppato con la collaborazione di uno dei più grandi player internazionali, focalizzato sugli investimenti tematici e i megatrend.
Il ruolo della tecnologia
La tecnologia avrà un ruolo centrale, grazie a sistemi quantitativi avanzati di ottimizzazione dei portafogli, che verranno integrati con processi basati sull’intelligenza artificiale e machine learning, già nel corso dell’anno.
Il rebranding
La creazione di un unico asset manager a livello di gruppo si accompagna, inoltre, ad un rebranding: la nuova denominazione sociale è
Fideuram – Intesa Sanpaolo Private Banking Asset Management – sgr. In forma abbreviata, diventa
Fideuram asset management sgr. Uno sforzo che porterà alcune novità anche in termini di innovazione di prodotto: a questo proposito, sono appena state lanciate quattro nuove linee di gestione basate su quattro pilastri, sintetizza Serafini: benchmark innovativi, gestione attiva, esposizione tematica dinamica e personalizzazione.
Articolo tratto dal numero di gennaio del magazine We Wealth
Obiettivo: dare vita a una fabbrica di eccellenza mettendo a fattor comune prodotti e competenze.L’ad Gianluca Serafini racconta il perimetro dell’operazione, le nuove strutture organizzative e l’operazione di rebranding
“Costruire una fabbrica di eccellenza nelle gestioni patrimoniali, mettendo …