Una crescita di domanda di case in affitto e, per le compravendite, una maggiore richiesta di nuove costruzioni. Questi i trend che si stanno affermando sempre di più nel settore immobiliare italiano, ormai da diversi mesi.
La scelta di una casa in affitto
“L’affitto in Italia è tornato di moda”, ha spiegato a We Wealth Andrea Napoli, founder e ceo di Locare, commentando i dati di uno studio societario, che ha messo in luce una maggiore richiesta di soluzioni abitative in affitto e – nello stesso tempo – un aumento anche in provincia (oltre che nelle città maggiori e più in generale nei capoluoghi di regione) dei canoni in media dell’8/10%, senza distinzioni fra Nord, Centro e Sud.
“Dopo due anni in cui il mercato era orientato verso le compravendite, complice il caro mutui e la difficoltà di accesso al credito, sempre più famiglie hanno rivalutato la modalità dell’affitto. Affitti che, complice l’inflazione, il costo della vita e la scarsa disponibilità di alloggi hanno visto un’impennata dei canoni, soprattutto dalla seconda metà del 2022, quando, superata la pandemia, il turismo è ripartito e l’inflazione ha cominciato a salire vertiginosamente – ha spiegato Napoli.
E se prima questo fenomeno era una prerogativa soltanto di Milano e di poche altre città, ora, si sta diffondendo su scala nazionale.
Con velocità differenti: le città che si erano mosse prima, ossia quelle dove il mercato delle locazioni residenziali aveva già dato segnali di ripresa precedentemente agli ultimi 12 mesi, sono ora caratterizzate da variazioni dei canoni mediamente inferiori, seppur positivi.
E nelle altre città minori, quanto costa vivere in affitto?
Per l’andamento degli affitti a Milano, rinvio a questo articolo: “Affitti record ad aprile: Milano è la città più cara d’Italia. E le altre?”
Se ci focalizziamo, invece, sulle città minori, ecco la classifica stilata da Locare su quanto costa prendere in affitto una casa (dal prezzo maggiore al minore).
A Parma, seconda città per numero di abitanti dell’Emilia Romagna, il canone medio richiesto è di 137,1 euro/annuo al m2 (+12,5%).
A Prato il costo medio dell’affitto al 31 marzo 2023 è di 133,5 euro/annuo al m2 (+8%)
A Verona, il canone medio richiesto è 130,8 euro al m2 per anno (+3,8%).
A Salerno, per andare in affitto, sono necessari in media 121,4 euro/annuo al m2 (+2,5%).
Brescia, seconda città più popolosa della Lombardia, ha segnato a marzo 2023 un prezzo medio d’affitto richiesto di 117,6 euro al m2 per anno (+6,2% circa).
A La Spezia sono necessari in media 108 euro per m2/anno (+8,4%).
A Novara, in Piemonte, il prezzo medio richiesto per l’affitto di un’abitazione a fine marzo 2023 è di 106,8 euro al m2 per anno (+10% circa rispetto l’anno prima).
A Latina, secondo comune del Lazio per popolazione, l’affitto medio attuale è di 105,5 euro/annuo al m2.
A Pordenone, in Friuli Venezia-Giulia, la media degli affitti ha raggiunto quota 104 euro al m2 per anno (+18,9%).
A Catania l’affitto medio a marzo 2023 si aggira sui 98,4 euro/annuo al m2 (+3,5%).
A Matera è di 94,4 euro/annuo al m2 (+5%).
A Sassari, infine, il canone d’affitto medio è di 94,3 euro/annuo al m2 (+13,6%).
A L’Aquila, per vivere in affitto, sono necessari mediamente 85,2 euro/annuo al m2 (+9,2%).
A Taranto la richiesta media per un’abitazione in locazione è di 77,6 euro/annuo al m2 (+12% circa).
A Isernia, in Molise, l’affitto medio a fine marzo era di 74,5 euro/annuo al m2 (+12,5%).
A Terni il prezzo medio d’affitto è pari a 73,6 euro/annuo al m2 (+7,5%).
Reggio Calabria, pur non essendo il capoluogo di regione, è la città più popolosa della Calabria. Per vivere qui sono richiesti in media 62,9 euro/annuo al m2 (+4,8%).
Pesaro, invece, è tra i pochi capoluoghi di provincia che, nell’ultimo anno, ha visto il canone medio ridursi: – 5,5%, a 116,2 euro/annuo al m2.
La complessità del mercato immobiliare italiano: normativa penalizzante
“Una situazione estremamente complicata che, nell’ultimo anno, si è ulteriormente aggravata a causa dell’aumento degli alloggi destinati agli affitti turistici che pertanto vengono sottratti al mercato abitativo tradizionale”, ha spiegato Napoli, che poi ha ricordato che il mercato è cambiato, così come le esigenze dei proprietari e degli inquilini. “È quindi necessario rivedere quanto previsto dalla legge 431 del 98 (che regola le modalità di stipula dei contratti di locazione e il rilascio degli immobili adibiti ad uso abitativo) per renderla adeguata alle nuove esigenze abitative”, ha concluso il founder e ceo di Locare.
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La scelta di comprare casa: un sogno che non tramonta mai
Se l’affitto può essere preferibile in alcuni momenti della vita, il grande amore degli italiani resta la casa di proprietà. “La casa in Italia rappresenta oltre il 45% della ricchezza netta degli italiani, per circa 5.200 miliardi di euro e la passione per l’investimento immobiliare rimane immutato, nonostante le turbolenze che stiamo vivendo in questi ultimi anni”, ha dichiarato Giuseppe Crupi, ceo di Abitare Co., commentando i dati del “Primo osservatorio sull’abitare futuro” realizzato dalla società insieme a Scenari Immobiliari e presentato l’11 maggio a Milano durante il Forum dell’abitare futuro.
Certamente sono i giovani, positivamente o negativamente, a dettare la linea del futuro mercato immobiliare residenziale a livello nazionale e locale. “E per i Millennial e la Generazione Z l’acquisto della casa continua a rappresentare un sogno, più o meno realizzabile, nonostante le diverse problematiche, strutturali e congiunturali, di natura economica, immobiliare, sociale e demografica”, ha aggiunto Crupi.
Nuove costruzioni vs usato: i trend emergenti
Nel settore residenziale delle compravendite, il mercato delle case nuove è in costante crescita in Italia e si prevede andrà meglio di quello delle abitazioni usate. Lo si è appreso all’interno dello studio di Scenari Immobiliari e Abitare Co, dal quale emerge che se, infatti, nel 2022 le compravendite di immobili nuovi sono cresciute del 10%, per la fine del 2023 è previsto un ulteriore aumento del 2,7%, mentre le case vecchie caleranno dell’8%.
“Il mercato delle case di nuova realizzazione ha iniziato a salire a partire dal 2017, con una crescita media annua nell’ultimo quinquennio del 7,8%, seguendo l’andamento delle transazioni di quelle usate. Alla fine del 2022 gli scambi a livello nazionale sono stati circa 74mila, con un aumento di circa 10 punti percentuali sul 2021, un anno record che aveva segnato una crescita del 34% rispetto al 2020, in parte a causa della pandemia. Nonostante le difficoltà innescate dallo scoppio della guerra in Ucraina e dall’inflazione galoppante che ha costretto la Bce ad aumentare il costo denaro, il mercato ha tenuto, soprattutto nella prima parte dell’anno”, ha dichiarato Mario Breglia, presidente di Scenari Immobiliari aprendo i lavori del Forum.
Anche i prezzi del nuovo sono visti in crescita. Con un incremento medio di oltre il 3% negli ultimi due anni, i valori si prevede continueranno a salire anche nel 2023, dove l’aumento è stimato del 4,6%. Ma l’offerta è ancora bassa, e nelle grandi città si attesta intorno al 10% del totale.
Lo scarto di prezzo tra una casa nuova e una usata.
“Lo scarto medio fra il prezzo di una casa nuova e di una usata per gli 11 principali comuni capoluogo analizzati nel nostro studio è del 37,4%, con una differenza di 1.800 euro al metro quadrato: il ‘nuovo’ costa un terzo più dell’usato, ma perché le case sono ben fatte e incontrano il gusto dei compratori. Chi compra il nuovo non deve affrontare l’incertezza dei tempi e dei costi della ristrutturazione. Ma l’offerta è comunque troppo bassa, contro una media delle grandi città europee che si avvicina al venti per cento sul totale offerta cittadina”, ha concluso Breglia.