Nella seduta del 12 luglio scorso la Camera dei deputati ha approvato il disegno di legge delega per la riforma fiscale con l’enunciazione dei princìpi e dei criteri che dovranno essere recepiti dai decreti attuativi. Al suo interno alcune disposizioni riguardano direttamente la fiscalità dell’arte e dei beni da collezione. Nella sostanza viene confermata l’impostazione delineata dal Consiglio dei ministri nel documento approvato in occasione della seduta del 16 marzo scorso seppur con alcune integrazioni. Il testo passa ora all’esame del Senato con la previsione di modifiche che però, sulla base dei punti in programma, non dovrebbero interessare le disposizioni dedicate all’arte già approvate dalla Camera. L’iter dovrebbe concludersi prima della pausa estiva con un ulteriore passaggio alla Camera. Poi dovrebbe seguire in autunno l’approvazione dei decreti e a gennaio l’entrata in vigore delle nuove misure. Vediamo ora in sintesi come si presenta l’impianto degli interventi dedicati all’arte e ai beni da collezione appena licenziato.
Plusvalenze derivanti dalla cessione di opere d’arte e beni da collezione
Viene anzitutto confermata la previsione di introdurre tra la categoria dei “redditi diversi” rilevanti fiscalmente una disciplina specifica per la tassazione delle plusvalenze conseguite sulla vendita di oggetti d’arte, di antiquariato o da collezione nonché, in generale, di opere dell’ingegno di carattere creativo appartenenti alle arti figurative quando vi sia un intento speculativo e al di fuori dell’attività di impresa.
Viene inoltre confermata l’esclusione della rilevanza fiscale delle plusvalenze per i casi in cui la plusvalenza sia relativa a beni acquisiti per successione o donazione o in occasione di permute con altre opere e in generale quando il soggetto attivo è un collezionista amatore che agisce quindi per finalità culturali e artistiche (e non di profitto).
Pertanto, alla luce di questi principi oltre al mercante d’arte che effettua un commercio abituale dei beni da collezione e viene assoggettato a tassazione nell’ambito del reddito di impresa, la riforma andrà a prevedere una regolamentazione della tassazione delle plusvalenze realizzate dai privati nell’ambito di acquisti saltuari di opere d’arte finalizzati a successive cessioni a scopo di lucro. In tal modo viene recepita l’elaborazione giurisprudenziale emessa in materia ma che di fatto ha trovato già applicazione sulla base di una norma però di portata generale del Tuir (testo unico delle imposte sui redditi) contenuta sempre all’interno della disciplina dei redditi diversi.
Nel testo approvato dalla Camera viene poi introdotta, per effetto delle modifiche al testo originario apportate nel corso dei lavori preparatori in sede referente, la precisazione che la riforma normativa della tassazione delle plusvalenze deve prevedere l’esonero per i collezionisti da qualsiasi obbligo di compilazione delle dichiarazioni fiscali che abbia contenuto patrimoniale con riferimento alle opere detenute. Andrà valutata più avanti, con l’approvazione dei decreti attuativi, la portata di questa nuova previsione che al momento sembra andare a esplicitare l’esclusione della rilevanza fiscale del possesso dei beni da collezione al di fuori delle ipotesi di generazione di ricavi e di plusvalenze ma che andrà coordinata con l’obbligo attuale di indicazione nel quadro RW della dichiarazione fiscale per le opere e i beni detenuti all’estero ai fini del monitoraggio fiscale.
Iva sulle importazioni di opere d’arte e dei beni da collezione
Viene confermata la previsione già contenuta nel testo originario sottoposto alla Camera di ridurre l’aliquota dell’IVA all’importazione di opere d’arte, attualmente al 10%, e di estendere la minore aliquota Iva anche alle vendite di oggetti d’arte, di antiquariato o da collezione che attualmente scontano l’aliquota ordinaria del 22% (al di fuori di quelle effettuate direttamente dagli autori). In tal modo si prepara il campo per l’attuazione delle disposizioni comunitarie contenute nella direttiva (UE) 2022/542, del 5 aprile 2022, che riforma le aliquote Iva a livello europeo e la cui entrata in vigore nei Paesi UE dovrà avvenire entro il 1° gennaio 2025. Sarà questa l’occasione per rendere più competitivo il mercato dell’arte nazionale rispetto ai principali concorrenti europei.
In copertina: Alighiero Boetti, Senza titolo (Uno nove sette otto) (1978). Courtesy Christie’s.