I rendiconti Mifid2 di Banca Generali contengono l’indicazione dei costi totali sostenuti e il dettaglio dei costi per le voci: costi di servizio, costi di prodotto, oneri fiscali (oltre all’indicazione degli inducement)
“La mole di controllo dei dati non è stata semplice ma l’impegno entro il primo semestre è stato rispettato”, spiega Ragaini
Per Ragaini, Mifid2 “porterà ulteriori benefici al mondo delle reti”
Nonostante l’incertezza normativa fino all’ultimo e i rendiconti dei fondi internazionali siamo riusciti ad inviare a giugno le rendicontazioni. La mole di controllo dei dati non è stata semplice ma l’impegno entro il primo semestre è stato rispettato e siamo stati tra i primi operatori a dialogare coi clienti sul tema. Per quanto riguarda le dimensioni, il nostro rendiconto ha privilegiato il valore di trasparenza e sintesi, in linea alle direttive dell’Esma. Si tratta quindi di poche pagine (tra le 18 e le 20, ndr) che spiegano in modo semplice e immediato gli elementi di rilievo e i costi.
E’ stata inviata in formato cartaceo o in formato digitale?
In entrambi i formati e inviata nel formato richiesto dal cliente.
Nel secondo caso avete mandato una mail ai clienti per informarli dell’avvenuta pubblicazione online dei rendiconti?
Sì e inserito una inbox di remind in fase di accesso all’home banking.
Nel dettaglio dei costi e oneri, c’è una cifra complessiva che indica il costo o singole voci di costo? Ed è in valore assoluto o in percentuale?
È stata inserita, in valore assoluto e in valore percentuale, l’indicazione dei costi totali sostenuti e il dettaglio dei costi per le seguenti singole voci: costi di servizio, costi di prodotto, oneri fiscali (oltre all’indicazione degli inducement). Inoltre è stato inserito – in valore percentuale – l’impatto dei costi sul rendimento.
È stato compito del cliente richiedere una reportistica analitica (suddivisa per singolo prodotto detenuto) o è stata inviata a tutti una documentazione esplicita?
Il nostro rendiconto, conforme alla norma, è sintetico perché altrimenti si rischia di affondare in un insieme di dati e indicatori gli elementi di maggiore importanza. Lo spirito del rendiconto da normativa è quello di fornire uno strumento chiaro e immediato e non con eccessi che ne snaturino l’obiettivo. Oltre a questo ovviamente, abbiamo poi anche il quadro analitico da inviare ai clienti su richiesta.
Una rendicontazione corposa (di diverse pagine) potrebbe in qualche modo aver messo in difficoltà i clienti nell’individuazione delle singole voci di costo?
Crediamo di sì; infatti il plus del nostro approccio è proprio il livello di sintesi, che risponde allo spirito della norma di assicurare al cliente una vista e una percezione immediata dei costi complessivi.
Avete integrato l’informativa con una panoramica degli scenari macroeconomici e finanziari globali? E sono state incluse anche delle stime sul 2019?
Si, sono stati forniti al cliente elementi sullo scenario di mercato e sulle prospettive future.
Come avete preparato i vostri consulenti all’entrata in vigore di Mifid2 e alla gestione di eventuali richieste/chiarimenti da parte dei clienti?
Siamo stati i primi 2 anni fa a incontrare la comunità finanziaria con un investor day ad hoc in cui spiegavamo dettagliatamente la trasparenza nel nostro approccio di business e impegni sulla normativa. A questo abbiamo fatto seguire un piano di comunicazione esaustivo che ha fornito materiali a supporto ai nostri consulenti; ma soprattutto abbiamo accelerato i corsi e la formazione che sono uno dei nostri tratti distintivi.
Quale valore aggiunto ha portato Mifid2 ai clienti?
La norma è un proseguimento di quanto già impostato dalla prima direttiva e tiene conto di determinate evoluzioni del mercato. Certamente aiuta ad accrescere la percezione di qualità del servizio e siamo convinti porterà ulteriori benefici al mondo delle reti che su questo hanno costruito il proprio percorso di successo.
Avete già potuto riscontrare le prime risposte/richieste da parte dei clienti? Una maggiore trasparenza ha in qualche modo migliorato il rapporto con la clientela? Mentre il miglioramento delle condizioni dei mercati nella prima parte del 2019?
Il miglioramento dei mercati ha certamente aiutato nel confronto sui dati di costi e rendimento. Lo scorso anno è stato molto difficile per l’assenza di decorrelazioni tra le varie asset-class e la crescente volatilità nell’ultimo trimestre. Ma al di là di questo devo dire che laddove il ruolo del professionista e il suo contributo vengono apprezzati dalla clientela – come nel nostro caso che continuiamo a crescere di 3,5 miliardi di raccolta in 8 mesi e a registrare migliaia di nuovi clienti – non vi sono state criticità significative. Abbiamo un posizionamento da banca private e la nostra clientela conosce l’importanza di avere uno sguardo sul lungo termine come sfida principale nella protezione patrimoniale.
Potremmo dire che il primo anno di Mifid2 si è concluso con la pubblicazione delle rendicontazioni. L’anno prossimo sarà più facile? E tra 3 anni?
Certamente gli impegni operativi e logistici prenderanno atto dall’esperienza del primo anno.
Nell’esplicitazione dei costi temete il confronto con gli indipendenti ?
La nostra consulenza è indipendente e su misura all’interesse dei clienti. Il mandato di Banca Generali ai professionisti è – agli occhi del cliente – un’ulteriore garanzia di professionalità e sicurezza che deriva dalla solidità della nostra realtà e del nostro gruppo. Il lavoro dei consulenti autonomi ha spesso logiche e posizioni diverse. Noi ci preoccupiamo di alimentare le competenze e fornire i migliori strumenti e servizi ai nostri banker. Una sfida non banale nel mondo del digitale che necessita di forti investimenti.
Qual è il vostro bilancio complessivo del primo anno di Mifid2?
Siamo soddisfatti dell’impegno e del risultato prodotto. Lo stesso sistema delle reti ha saputo superare questo importante appuntamento in modo positivo, aumentando la vicinanza alla clientela.