La documentazione Mifid2 di Banca Mediolanum si compone mediamente di 30 pagine, contenenti il dettaglio dei costi e oneri in forma sintetica
La rete ha scelto di non inserire nel documento stime sull’andamento dei mercati per il 2019. Secondo Fontana Rava “dare stime sull’anno in corso rappresenta un’attività di consulenza”
Nell’80% dei casi ai clienti di Banca Mediolanum i rendiconti sono stati inviati in formato digitale, coerentemente con le scelte fatte al momento della sottoscrizione dei prodotti
“Mediamente si parla di 30 pagine”, sottolinea Fontana Rava, “ma considerarlo semplicemente un rendiconto Mifid2 è improprio. Il nostro documento è totalmente personalizzato: in 30 pagine vi sono tutti i dati sia bancari, che finanziari, che di credito specifici per ogni cliente. Il documento contiene anche un richiamo agli elementi di relazione: gli incontri a cui il cliente ha partecipato, gli eventi, le attività informative svolte, la reportistica inviata”. Banca Mediolanum consegnava già annualmente un resoconto, che nella versione del 2018 è stato integrato con le richieste di Mifid2.
La struttura del rendiconto di Banca Mediolanum
Il rendiconto Mifid2 di Banca Mediolanum si presenta in due modalità. Il cliente ha a disposizione una versione sintetica e una analitica, che contiene il dettaglio dei singoli prodotti. I costi e oneri, come previsto dalla normativa, sono stati accorpati per linea di business. “Il cliente che detiene sia fondi, che polizze, che dossier titoli – ad esempio – troverà tre accorpamenti che riassumono il complessivo dei costi e oneri e rendimenti ottenuti dai tre comparti”.
Al cliente viene inviato di default il rendiconto sintetico, mentre il documento analitico può essere richiesto in qualsiasi momento in una fase successiva. “Non sono sicuro che l’invio della forma analitica di costi e oneri rappresenti necessariamente un elemento di valore. A mio parere il cliente dovrebbe ricevere un’informativa che dia una visione d’insieme delle proprie spese e in un secondo momento dovrebbe avere la possibilità di analizzare com’è composto”, aggiunge Fontana Rava.
Questo poiché, secondo il manager, un documento analitico “è molto difficile da comprendere”. Inviare un documento analitico di default “non è sempre la scelta migliore. Fermo restando la possibilità e la completa disclosure in termini di trasparenza e di chiarezza su ogni singolo componente”, spiega Fontana Rava.
Formato digitale o cartaceo
Nell’80% dei casi ai clienti di Banca Mediolanum i rendiconti sono stati inviati in formato digitale, coerentemente con le scelte fatte al momento della sottoscrizione. “Incoraggiamo molto questa modalità. Uno strumento come questo è più facilmente fruibile in digitale”. Il cliente “non deve scorrere 30 pagine per trovare l’informativa, ma può navigare liberamente per lo strumento digitale e trovare facilmente l’ambito che gli interessa leggere e analizzare”, continua Fontana Rava.
Al momento della pubblicazione online Banca Mediolanum ha predisposto un banner per informare tempestivamente i clienti della disponibilità del documento. Tramite una piattaforma online il cliente viene guidato in un percorso di comprensione in cui, oltre a tutte le informazioni relativi ai suoi prodotti e servizi, può anche conoscere qual è il livello di preparazione del consulente, quali sono stati i momenti di formazione, i prodotti fondi, i prodotti banca, i prodotti credito, l’andamento dei mercati nel 2018. “Non abbiamo dato indicazioni per il 2019, perché dare stime sull’anno in corso rappresenta un’attività di consulenza. Non è certamente un documento di sintesi che può o che deve dare delle indicazioni prospettiche”, commenta Fontana Rava.
L’invio del documento in forma cartacea è stato invece accompagnato da una mail per richiamare il corrispettivo dell’invio. Nell’invio cartaceo c’è una lettera accompagnatoria dell’ad Massimo Doris, che spiega sostanzialmente l’oggetto del documento. Segue una parte più qualitativa che riassume i dati principali relativi a cliente, banker, andamento dei mercati e relazione cliente-banca e infine il dettaglio dei prodotti.
Mifid2, le tempistiche
Rispetto alla ricezione dei dati da parte delle fabbriche prodotto diverse da quelle proprietarie – con alcune difficoltà segnalate da altre reti – Fontana Rava ricorda che “Mifid è una normativa che regolamenta la distribuzione e non i manufactorer. A livello europeo la pressione relativamente all’invio del rendiconto è in capo ai distributori. Non c’è oggi uno scenario omogeneo in termini di rendicontazione e rappresentazione dei numeri, non c’è uno standard assoluto”.
I produttori hanno inviato a Banca Mediolanum dei tracciati di dati, che i distributori hanno poi provveduto a elaborare e sintetizzare in un documento unico. “Questi tracciati sono stati inviati tendenzialmente tutti per tempo, anche se ci sono stati dei casi di società che hanno tardato. Si è ricevuto un dato totalmente grezzo e si è dovuta costruire un’architettura per riconciliare questo dato rispetto alle singole posizioni dei clienti, dei prodotti e della loro rappresentazione”, sottolinea Fontana Rava, che aggiunge: “Non ritengo si possa addossare unicamente ai manufactorer la responsabilità relativamente al ritardo nell’invio delle rendicontazioni”.
Preparare i consulenti a Mifid2
“Abbiamo iniziato il percorso di preparazione a Mifid2 a partire dal 2017, quando sono state chiarite le diverse parti della Mifid. Siamo state una delle poche aziende che ha più direttamente scelto di dare completa trasparenza fin da subito ai suoi clienti sulla rendicontazione ex ante prevista in fase di sottoscrizione. Conseguentemente la nostra rete si è abituata con un anno di anticipo alla comprensione e alla lettura dei numeri dei prodotti”, spiega Fontana Rava.
Tra il 2018 e il 2019 “l’attività formativa verso i consulenti – sottolinea il manager – è stata continua, sia sul territorio – portando in aula delle esercitazioni pratiche che ci hanno permesso di individuare e risolvere ogni dubbio sulla materia – sia online e tramite servizi di help desk continui. Quindi i nostri consulenti hanno avuto a disposizione gli strumenti digitali, si sono confrontati sul territorio e hanno un help desk a disposizione per chiarire quello che è la logica di comprensione da parte loro del documento e conseguentemente degli elementi di argomentazione col cliente”.
La risposta dei clienti
“Una maggiore trasparenza nei confronti del cliente è sicuramente un elemento corretto e favorevole alla relazione. Non posso dire però ad oggi che l’invio del rendiconto Mifid abbia generato un movimento di sensibilizzazione o particolare attenzione”, spiega Fontana Rava. “Questo – continua – per due ragioni essenziali: la prima è che quest’anno il rendiconto è stato diffuso a distanza di mesi rispetto al periodo a cui fanno riferimento i dati. La seconda poiché da dicembre 2018 a giugno di quest’anno è successo di tutto e il mercato è cambiato radicalmente. Il rendiconto può quindi aver generato sorpresa solo per quei clienti ignari e inconsapevoli non adeguatamente informati dal proprio consulente”.
Mifid2, quali effetti nei prossimi anni?
“Sicuramente il tema della trasparenza massima aiuterà il cliente a comprendere meglio e dimensionare il valore della consulenza e gli effetti delle proprie scelte”, chiarisce il manager, secondo cui Mifid2 ha avuto un effetto rilevante: “Creare una maggiore competitività sul mercato”. Si è instaurata, sottolinea, una competitività nella quale “si cerca di collegare alla logica di costo l’effettivo valore portato al cliente, che non è prettamente economico ma legato all’insieme delle attività di gestione, di consulenza e di assistenza ricevute”.
“Quindi i costi – aggiunge – che un tempo potevano essere legati più a un’opportunità di guadagno rispetto all’andamento dei mercati, si sono relativizzati molto di più. Si sono ridotti mediamente i costi dei fondi e si sono esplicitati in modo più chiaro i costi. Questo è un valore e come sempre la concorrenza genera attenzione e permette un’evoluzione.
Fontana Rava auspica che nel tempo non si esasperi il tema prettamente economico dei costi: “Scegliere semplicemente il prodotto più conveniente non è assolutamente in questo settore garanzia di qualità, di servizio e di raggiungimento dei propri obiettivi. Immagino che ci sarà una maggiore uniformità all’approccio di costo complessivo del sistema, non ci saranno più prodotti uguali che costeranno da 0 a 100 e dall’altro lato i clienti saranno più sensibilizzati sul valore che ricevono”. Con un occhio attento alle nuove tecnologie, perché “è quando ci sono maggiori difficoltà che si capisce veramente il valore del consulente rispetto a un robo advisor”.
E nel 2020?
Per Fontana Rava i rendiconti Mifid2 del 2020 saranno rilasciati “auspicabilmente” prima dell’estate. “Le macchine dovrebbero essere settate – spiega – e conseguentemente i costi rilasciati per tempo”. Il manager ricorda che per alcuni prodotti, come le polizze Vita, ci sono dei “tempi tecnici” da rispettare, per cui in ogni caso i documenti non potranno essere rilasciati prima di marzo/aprile.
“Sempre che – sottolinea Fontana Rava – questo primo giro non porti i regolatori a rettificare il tiro. Quello che auspico, ancora più della tempestività, è un’uniformità di rendicontazione: oggi c’è un approccio che non consente una corretta comparazione competitiva rispetto a quelle che sono le modalità e gli stili di rappresentazione a livello di sistema. Per cui per un identico prodotto di due diversi player potrei avere una percezione molto diversa del risultato che ho ottenuto”.