I principali indici di Wall Street hanno appena archiviato il miglior mese dell’anno con gli investitori rassicurati dai segnali di raffreddamento dell’inflazione sia in Europa che negli Stati Uniti. Nel dettaglio l’S&P 500 ha chiuso il mese di novembre in rialzo dell’8,9% mentre il Nasdaq è balzato del 10,7%, i migliori guadagni mensili degli indici da luglio 2022.
Che faranno Bce e Fed nel 2024?
Gli investitori si stanno già proiettando a quello che potrebbe succedere nel 2024 in termini di andamento dell’economia e mosse delle banche centrali. Quanto bisognerà attendere prima di vedere Fed e Bce iniziare a invertire la loro politica monetaria apportando i primi tagli dei tassi di interesse? Chi si muoverà per primo?
La situazione economica ad oggi mostra un’eurozona più in difficoltà rispetto agli Stati Uniti che nel terzo trimestre hanno segnato un corposo +5,2% annualizzato del PIL.
Il Global Outlook 2024 presentato nei giorni scorsi da Anima, prevede che le banche centrali adotteranno un approccio meno aggressivo nel corso del prossimo anno, fino al punto di iniziare a riflettere su tempistiche e modalità di allentamento della stretta monetaria.
Proprio alla luce del quadro attuale di debolezza dell’economia europea, vede la Bce rompere gli indugi prima della Fed. Se gli accenni di contrazione economica perdureranno anche nei primi mesi del 2024, la Bce potrebbe reagire di conseguenza. “Si potrebbe avere una prima apertura a un taglio del costo del denaro già entro la fine del primo trimestre e poi i tagli verrebbero implementati tra secondo e terzo trimestre”, ha sottolineato Fabio Fois, Head of Investment Research & Advisory di Anima. Nell’intero 2024 i tagli da parte della Bce potrebbero arrivare a 75 o 100 punti base rispetto ai livelli attuali, mentre la Fed dovrebbe limitarsi a 25-50 pb complessivi.
Questo scenario di base poggia sulla premessa che inflazione e crescita vadano progressivamente a perdere forza nel corso del 2024. Qualora queste due variabili macroeconomiche non dovessero segnalare un calo significativo, come già accaduto quest’anno, allora le banche centrali potrebbero rimanere incerte se imprimere una svolta accomodante a quello che nel 2023 è stato solo un blando – per quanto benvenuto dai mercati – alleggerimento dell’azione restrittiva. “In questo caso, i mercati potrebbero trovarsi a vivere un altro anno di passaggio, come già nel 2023, e rimanere, loro malgrado, ancora in attesa della svolta”, rimarca Fois.
La mina vagante delle elezioni Usa
La presentazione del Global Outlook 2024 è stata l’occasione anche di discutere sui possibili avvenimenti clou del 2024. Le elezioni statunitensi sono ancora lontane (novembre 2024), ma la marcia di avvicinamento sarà lunga e potrebbe portare in dote ulteriore incertezza. We Wealth ha chiesto a Filippo Di Naro, Direttore Investimenti di Anima, come il materializzarsi di un ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca andrebbe a incidere sul sentiment di mercato. “Indubbiamente sarebbe un game changer – taglia corto Di Naro – in quanto con un nuovo mandato di Trump molte delle cose che stiamo vedendo potrebbero cambiare, a partire da un possibile nuovo inasprimento dei rapporti con la Cina; allo stesso tempo si potrebbe assistere a una nuova ondata di deregulation e spinta verso liberismo più marcato, certamente ci sarebbero dei grossi cambiamenti e le reazioni sui mercati sarebbero importanti”.
Di contro le elezioni europee di giugno non sono viste come un catalyst troppo importante. “Sono un evento che tendenzialmente i mercati guardano a ridosso dell’evento, può crearsi una volatilità eventuale, ma non tale da guidare il mercato che invece continuerà ad essere guidato da questioni macro”, spiega Fois.
Sull’impatto dell’intelligenza artificiale, gli esperti di Anima ricordano come il trend forte sui titoli connessi con l’AI, già partito dal novembre scorso, ha avuto un picco tra primavera ed estate. “Al momento ci sembra che sia uno di quei catalyst di lungo termine che sono qui per restare.
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Azioni: preferenza per i settori più difensivi
Guardando alle varie asset class, il Global Outlook di Anima vede la volatilità restare elevata nell’azionario, specie nella prima parte dell’anno, sulla scorta delle attese di un’eventuale fase di rallentamento più marcato dell’economia statunitense. Le condizioni diventeranno più favorevoli dopo l’estate, con lo scenario macro in miglioramento e le banche centrali più accomodanti. In questo contesto, Anima suggerisce un’allocazione bilanciata con una crescente preferenza per i settori più difensivi, che tendono ad essere più resilienti durante le fasi di debolezza dei mercati. Una volta intravisto il bottom degli indici, sarà opportuno aumentare nuovamente l’investimento in settori early cyclicals, quali finanziari e industriali, che tendono ad essere più penalizzati durante le fasi di correzione. A livello geografico, l’approccio attuale è contraddistinto da un sovrappeso sugli Stati Uniti.
Reddito fisso: meglio i bund dei treasury
Il 2024 dovrebbe sorridere al reddito fisso con la crescita in rallentamento e un processo disinflativo che si sta consolidando che suggeriscono che gli investimenti obbligazionari abbiano un profilo rischio-rendimento migliore che non a fine 2022. “Siamo più costruttivi sui Bund che sui Treasury e ci aspettiamo una performance moderatamente positiva dei BTP: da una parte una Banca Centrale Europea più accomodante potrebbe essere un fattore di supporto, ma dall’altra diversi rischi idiosincratici paiono sottostimati”, rimarca l’Outlook 2024 di Anima.
Le condizioni per i mercati obbligazionari emergenti sono invece viste rimanere poco favorevoli nella prima metà del 2024, con un dollaro ancora ben supportato dalla Fed e dalla prosecuzione dell’eccezionalismo americano. Nel secondo semestre, l’approssimarsi del pivot della banca centrale americana dovrebbe contribuire a disegnare uno scenario più favorevole per l’asset class.
Per quanto concerne l’obbligazionario corporate, il deterioramento del quadro macro/fondamentale potrebbe provocare un aumento dei premi al rischio e della dispersione, ma l’impatto negativo dell’allargamento degli spread sui ritorni sarà compensato da carry elevato e rendimenti governativi in calo. “Ci aspettiamo un irripidimento della curva del credito e privilegiamo le scadenze intermedie del comparto investment grade, i settori non ciclici e, più in generale, le strategie up in quality; in ambito high yield cresce il focus sulla selezione degli emittenti”.