L’ultimo bilancio integrato della Figc rileva che il fatturato generato dal sistema calcio italiano ha un impatto del 12% sul pil del calcio mondiale
Standard&Poor’s ha rivisto al ribasso i rating del bond da 300 milioni di euro emesso dall’Inter e quello da 275 milioni della Roma
Solo il calcio professionistico contribuisce per il 70% al gettito fiscale complessivo generato dal comparto sportivo italiano
Come sottolineato in un recente report di Marzotto Investment House, l’industria del calcio per il listino azionario italiano è significativamente rappresentata, con tre società quotate – Juventus, Lazio e Roma – e diversi bond in circolazione. “La base di azionisti e obbligazionisti è considerevolmente aumentata negli ultimi anni a seguito di una maggiore prevedibilità di fatturato e utili rispetto al passato dovuti soprattutto alla vendita dei diritti televisivi alle pay tv, allo stadio di proprietà e alle diverse tipologie di sponsor”, precisa lo studio.
S&P rivede al ribasso i bond di Inter e Roma
Eppure, nelle scorse settimane gli effetti della pandemia sui bilanci delle società calcistiche ha spinto Standard&Poor’s a rivedere al ribasso i rating del bond da 300 milioni di euro emesso dall’Inter e quello da 275 milioni della Roma. “Il danno finanziario a breve termine dipende in parte da quando e se la stagione di Serie A ricomincia e con quale forma – si legge nel comunicato ufficiale dell’agenzia statunitense – Questo, a sua volta, dipende in gran parte dalla durata della pandemia e dalla gravità delle contromisure”. Secondo S&P, tuttavia, le potenziali perdite di entrate non rappresenterebbero una minaccia nei confronti della capacità delle società di “onorare interessi e pagamenti principali”.
Il contributo fiscale e previdenziale
C’è poi anche un ultimo aspetto da considerare. Secondo i dati della Figc, solo il calcio professionistico contribuisce per il 70% al gettito fiscale complessivo generato dal comparto sportivo italiano. Nel 2016 la contribuzione fiscale e previdenziale aggregata del calcio professionistico ha sfiorato gli 1,2 miliardi di euro, per un totale di 11,4 miliardi di euro negli ultimi 11 anni considerati. Questo significa che “per ogni euro investito dal governo italiano nel calcio, lo Stato ha ottenuto un ritorno in termini fiscali e previdenziali pari a 15,2 euro”, si legge nello studio. Resta da vedere, dunque, che direzione prenderà l’intero settore al bivio post-covid.