Secondo un’analisi di Kpmg, la Serie A si prepara a un deprezzamento del valore delle squadre del 26,1% nel caso di una mancata ripartenza
“Se da un lato i giovani sono protetti dall’età e i top player dagli sponsor, i giocatori con un’età tra i 27 e i 30 anni e un contratto con una scadenza di ancora pochi anni sono molto onerosi e poco appetibili”, spiega Nicolò Nunziata di Marzotto Investment House
Il fondo americano Blackstone ha intavolato una trattativa con la Serie A per un finanziamento di circa 100 milioni volto a sopperire le esigenze di liquidità nel breve termine
Analizzando la classifica dei 20 giocatori più “preziosi”, si parla di un crollo medio del valore di mercato del 20% nel caso di una mancata ripartenza e del 13% nel caso in cui la stagione venisse terminata a porte chiuse. La Premier League inglese, in particolare, registrerebbe la più grande perdita in valore assoluto nello scenario peggiore (2,7 miliardi di euro), mentre per la Serie A si parla di un deprezzamento del 26,1%. In termini di squadre, le più colpite sono il Barcellona (-28,9%) e il Real Madrid (-27,2%), seguite in Italia dal Napoli (-28,2%) e dalle quotate Roma (-25%) e Juventus (-23,4%).
Le mosse del private equity
Nel frattempo, alcuni grandi fondi di private equity internazionali hanno iniziato a volgere lo sguardo verso il calcio europeo. Dopo che l’americana Blackstone ha intavolato una trattativa con la Serie A per un finanziamento di circa 100 milioni volto a sopperire le esigenze di liquidità nel breve termine, secondo quanto riportato da Il Sole 24 ore anche la britannica Cvc Capital Partners avrebbe avviato una discussione con la Lega per la costituzione di una nuova società verso la quale confluirebbero i diritti tv del campionato a partire dal 2021.
“L’interesse dei fondi di private equity dimostra quanto valore ruoti intorno al calcio – continua Nunziata – Tuttavia, sarebbe preferibile evitare una situazione critica sul fronte dei diritti tv e giocare a porte chiuse almeno dei playoff, qualora ci fossero le condizioni sanitarie necessarie. Si tratta di un’industria molto appetibile, ma che si basa sulla continuità. Avendo costi fissi molto elevati, la sintonia con le televisioni è fondamentale, perché garantiscono la maggior parte degli introiti. Qualora il campionato non ripartisse, il calciomercato sarebbe modesto e bisognerebbe rivedere tutte le variabili con i diversi stakeholder, con perdite che riguarderebbero tutti gli attori in gioco”.