Dopo gli indici Pmi sull’attività delle fabbriche, per la prima volta in territorio negativo da quasi un anno e mezzo, gli analisti sono stati spiazzati dai dati sulle esportazioni: l’incremento è stato del 25,6% ad agosto
Le vendite di beni di consumo cinesi all’estero indicherebbero una crescita delle scorte in vista della stagione natalizia da parte delle economie avanzate
La banca centrale cinese, comunque, potrebbe estendere ulteriormente il supporto finanziario all’economia per fronteggiare le conseguenze del ritorno delle restrizioni anti-contagio
Le esportazioni calcolate in dollari sono aumentate del 25,6% annuo, in accelerazione rispetto al +19,3% registrato a luglio. Superate ampiamente le aspettative del consenso degli economisti Reuters, che aveva previsto un incremento del 17,1% ad agosto. Parallelamente sono cresciute del 33,1% anche le importazioni, in aumento dal +28,1% di luglio e, anche qui, nettamente al di sopra delle stime (+26,8%).
Entrambi i versanti, export e import, hanno dimostrato come la Cina sia riuscita ad affrontare una fase segnata dalla variante Delta e dall’elevato prezzo delle materie prime. Per due settimane, inoltre, il secondo porto commerciale più importante del Paese, quello di Ningbo, è rimasto chiuso in seguito alla scoperta di un caso di Covid-19.
La domanda dall’estero potrà sostenere ancora per alcuni mesi le esportazioni dalla Cina, anche se i maggiori ostacoli saranno costituiti dalle difficoltà nel trasporto marittimo.
Anche le importazioni hanno dimostrato un ritrovato dinamismo per la macchina produttiva cinese: gli acquisti di greggio dall’estero hanno raggiunto i massimi da cinque mesi a 10,5 milioni di barili al giorno; le importazioni di minerali di ferro a 97,5 milioni di tonnellate hanno segnato il livello più alto da quattro mesi.
Anche per questo, i dati sull’export non hanno modificato le aspettative degli analisti sul possibile arrivo di un ulteriore stimolo finanziario da parte della Banca centrale cinese, che già lo scorso luglio aveva ridotto le riserve obbligatorie delle banche, sbloccando un potenziale flusso di credito da 154,19 miliardi di dollari (1.000 miliardi di yuan).
Nella mattinata italiana del 7 settembre i mercati asiatici hanno chiuso la seduta in netto rialzo: Shanghai ha guadagnato l’1,51%, e l’Hang Seng lo 0,85%.