Lasciare tutti i propri risparmi in banca non solo non è redditizio, ma rischia di essere persino dannoso: tra inflazione e costi fissi legati al conto corrente è facile che quanto depositato perda, negli anni, potere d’acquisto.
Ecco perché un consulente può essere fondamentale per spostare il proprio “salvadanaio” dalla banca al mercato: dove, se il consulente è capace, non solo il patrimonio non perde valore, ma lo aumenta. L’importante, certo, è scegliere il consulente giusto. Come?
Un buon consulente finanziario è colui che sceglie i migliori fondi e canali di investimento presenti sul mercato. È un professionista che ha un margine di autonomia molto ampio e una rosa prodotti e servizi da scegliere che sia il più varia possibile. In un certo senso è come un allenatore di calcio: sceglie i giocatori migliori da mettere in campo.
E più giocatori ha a disposizione per formare la sua rosa, più la sua squadra sarà performante. Ecco perché, sempre restando nella metafora calcistica, la figura migliore è quella del tecnico della Nazionale, ad esempio: colui cioè che, a differenza del coach di una determinata squadra che ha davanti a sé soltanto i giocatori “comprati” da quella società, può scegliere e selezionare tra centinaia di giocatori.
Meglio dunque un consulente che sia, ad esempio, agganciato ad una banca indipendente, che non ha prodotti propri da piazzare ma che permetta al consulente di spaziare: io, ad esempio, che lavoro proprio con una banca indipendente, ho a disposizione oltre il 90% dei prodotti e ho rapporti con oltre il 70 % delle case prodotto, le titolari cioè della maggior parte dei fondi presenti sul mercato.
Questa disponibilità di scelte permette a me e al mio cliente di poter trovare il prodotto più adatto alla propria capacità finanziaria e alla propria propensione al rischio. L’approccio del buon consulente, inoltre, è quello di trasformare obblighi di legge, come ad esempio il questionario MiFID, in opportunità per accrescere consapevolezza e cultura finanziaria anche nel cliente.
Da qui si parte per creare un portafoglio che sia ritagliato su misura, garantendo poi assistenza quotidiana e costante. Si definisce il piano di accumulo e si amministrano gli investimenti seguendo l’andamento del mercato. L’importante è lavorare in maniera professionale con tutti i clienti, perché chiunque sia interessato a fare del bene ai propri investimenti può beneficiare di un consulente finanziario: a seconda del profilo del cliente, poi, si decide come costruire il portafoglio e in quali percentuali puntare su rendimenti più o meno rischiosi.
Definito il rapporto con il cliente, non resta che guardare ai mercati, individuando, nel tempo, su quale cavallo puntare. Se pensiamo all’oggi, ad esempio, scommettere sugli investimenti ESG (Environmental, Social, Governance), cioè sugli investimenti responsabili che tengono in considerazione aspetti di natura ambientale, sociale e di governance, è la giusta direzione.
Nel quadro dell’agenda Onu 2030, gli investimenti sostenibili sono sempre una buona operazione, soprattutto se pensiamo che, dal 2007 ad oggi, sono quelli che, negli indici mondiali, crescono di più. È un ottimo modo per investire sì su se stessi ma anche sul mondo in cui viviamo: traggo profitti per me facendo bene al pianeta. Meglio di così!