Prima di scegliere l’investimento azionario, il risparmiatore deve fare una sorta di “check up” per capire quale sia il suo profilo di rischio, gli obiettivi di investimento e l’orizzonte temporale
Storicamente, il rendimento sugli investimenti in titoli azionari — tra il 3% e il 6% annuo negli ultimi 120 anni — ha sempre superato quello di ogni altra asset class
Il 2023 è stato un anno eccezionale per le Borse mondiali. Nonostante le previsioni degli analisti non fossero così positive, l’indice S&P 500 statunitense lo scorso anno ha registrato uno stellare +25% così come Piazza Affari che è cresciuta di oltre il 23%. Un anno record, senza dubbio, ma storicamente, il rendimento sugli investimenti in titoli azionari — tra il 3% e il 6% annuo negli ultimi 120 anni, stando ai dati registrati da Credit Suisse — ha sempre superato quello di ogni altra asset class. E se i rendimenti passati non sono garanzia di performance future, si può dire che nel lungo periodo l’investimento in azioni non tradisce. Anche se non è per tutti i risparmiatori.
Gli obiettivi finanziari
Quando si decide di investire in azioni, prima di tutto bisogna avere chiari quali sono i propri obiettivi finanziari ed essere preparati agli alti e bassi imposti dal mercato azionario. Inoltre, è importante sapere che non esiste un piano finanziario adatto a tutti i risparmiatori, ma che questo varia a seconda delle caratteristiche di chi investe.
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Il profilo dell’investitore
Per questo motivo, prima di scegliere l’investimento azionario, il risparmiatore deve fare una sorta di “check up” per capire quale sia il suo profilo di rischio, gli obiettivi di investimento e l’orizzonte temporale.
Il rischio è la possibilità che l’investimento non porti i risultati sperati. Il livello di rischio che si è in grado di sopportare è molto importante e deve essere considerato prima di fare qualsiasi passo. Confrontarsi con rischi troppo elevati – superiori alle proprie capacità – può portare a risultati negativi. E’ tipico il caso di chi, preso dal panico, vende dopo un crollo del mercato e registra forti perdite. Per questo fissare la propria tolleranza al rischio è fondamentale per non prendere decisioni avventate, magari abbondando il proprio piano di investimento nel momento finanziariamente peggiore.
Gli strumenti per investire
Ai diversi livelli di rischio corrispondono categorie di strumenti finanziari. I fondi monetari e le obbligazioni di breve periodo sono adatti a investitori con una bassa tolleranza al rischio. Chi, invece, ha una tolleranza al rischio moderata può mettere in portafoglio obbligazioni a lungo termine e azioni di aziende attive in settori maturi, cioè con utili e dividendi costanti nel tempo. Chi, invece, predilige un rischio elevato potrà investire in azioni di società a “crescita aggressiva”, magari piccole e medie imprese o startup anche su mercati emergenti.
Gli obiettivi d’investimento
Per quanto riguarda gli obiettivi d’investimento, è importante identificare i propri bisogni finanziari – casa da acquistare, istruzione dei figli, vacanze o pensione – e destinare a ciascuno di essi una quota, anche in base agli anni che il risparmiatore ha a disposizione per realizzarli. Negli investimenti in generale, e nell’azionario in particolare, il tempo è la chiave del successo. È bene prepararsi a una prospettiva di lungo termine, almeno cinque o, meglio ancora, dieci anni. Così l’investimento può crescere e contrastare la volatilità. I mercati finanziari possono subire anche forti fluttuazioni, ma nel lungo periodo la tendenza, come mostrano le serie storiche, è sempre orientata alla crescita. Ecco perché il tempo può essere un “amico” perché aiuta a rendere possibile un obiettivo, riduce la volatilità dell’investimento e l’impatto emotivo di un eventuale andamento negativo dei mercati.
Perché l’età è importante
A proposito di tempo, quando s’investe in azioni anche l’età è un fattore importate. Prima si inizia a investire sull’azionario e più si guadagnerà nel corso degli anni. Per questo le azioni sono lo strumento finanziario più adatto ai giovani. Le ragioni sono due. Nel lungo periodo, infatti, le performance delle Borse mondiali sono sempre positive, surclassando i redimenti dei bond, e poi si possono investire piccole somme periodicamente sfruttando l’interesse composto, cioè reinvestendo anche le plusvalenze dell’investimento, una tecnica che nel corso degli anni permette di generare ritorni molto elevati.
Tipologie di investimento
Ci sono molti modi per investire in Borsa. Si possono acquistare direttamente azioni, ma si tratta dell’opzione che richiede più tempo perché il risparmiatore deve informarsi, svolgere ricerche e prendere decisioni in prima persona.
Gli Etf, invece, sono una via di mezzo tra l’acquisto diretto di azioni e l’acquisto di fondi d’investimento. Gli Etf investono in un gran numero di titoli e seguono un indice azionario sottostante come per esempio l’FTSE MIB di Borsa Italiana. Investire tramite gli Etf è tutto sommato più semplice, perché equivale a comprare una quota delle società che si trovano all’interno degli indici. Inoltre, si tratta di strumenti negoziati in borsa così come accade per i titoli delle aziende, ma offrono un’ampia diversificazione.
Un’altra opzione sono i fondi d’investimento, strumento gestiti attivamente da professionisti che si occupano dei portafogli di azioni e di altre asset class per conto degli investitori. I fondi si concentrano su determinate nazioni, aree geografiche e settori. Questo è sicuramente lo strumento più adatto al risparmiatore che non vuole o non può seguire direttamente i suoi investimenti azionari, delegandoli a chi lo seguirà passo a passo nel corso degli anni e in base al suo profilo di rischio.