Negli anni, Consultique ha analizzato circa 20mila fondi e Sicav, migliaia di certificati e polizze commercializzati in Italia per destrutturarne la struttura dei costi
Ora questi dati sono inviati direttamente al cliente e per Consultique questo lavoro non è più necessario
In che modo garantite la trasparenza ai vostri clienti?
“Al cliente presentiamo un preventivo di spesa come farebbe un commercialista, un avvocato. Come associazione consigliamo di chiedere un compenso fisso non legato a percentuali o al risultato. Naturalmente poi c’è la fase di descrizione degli strumenti finanziari e elenchiamo i costi che sono all’interno dello strumento”. Non necessariamente, però, se il prodotto è più costoso deve essere escluso: “Quella che va analizzata è l’efficienza, la validità, la qualità della gestione. Il costo è uno degli elementi ma non l’unico determinante nella scelta che il consulente farà per il suo cliente”.
Come sono strutturati i vostri rendiconti?
“Essendo l’albo operativo dal 1° dicembre 2018, la normativa prevede per gli indipendenti l’obbligatorietà della consegna dei rendiconti ex post entro 60 giorni dalla fine dell’anno solare, quindi a partire dal 1° gennaio 2020, sui dati del 2019. Consegneremo i rendiconti entro il mese di febbraio 2020″. Essendo l’Albo partito il 1 dicembre dello scorso anno, il dato dei fee only oggi non esiste. Per gli intermediari invece l’obbligo riguarda anche il 2018.
In questo momento siete avvantaggiati rispetto alle banche o alle reti?
“É un processo che è iniziato, andrà a consolidarsi nel tempo. Oggi gli investitori informati sul tema sono pochi”.
Quale impatto vede, da qui ai prossimi tre anni, di Mifid2 sull’industria?
“Certamente la concorrenza ci sarà, molte realtà si muoveranno da subito nel cercare una riduzione dei costi e nel cercare di proporre soluzioni più economiche. Questo è un elemento che potrebbe spingere anche i grandi player a contenere i propri compensi. Tre anni potrebbe essere un periodo sufficiente, anche tenendo conto dei nuovi modelli di istituti bancari dai costi molto più snelli e che possono quindi proporre soluzioni meno onerose ma non certamente meno valide. La ricchezza rimarrà sempre presso gli intermediari. Quindi questi, che sono quelli che cercano maggiore efficienza, vedono nei consulenti indipendenti un canale interessante, perché è quello che si riesce a coinvolgere con strumenti efficienti. Alcuni soggetti si stanno già muovendo in questo senso, nel cercare di facilitare il lavoro dei consulenti indipendenti affinché le masse possano rimanere nel proprio istituto. Certo con una remunerazione più contenuta, ma allo stesso tempo potrebbe esserci una maggiore concentrazione del patrimonio. Come sappiamo il cliente tende a utilizzare più banche o più soggetti da cui farsi consigliare: quando incontra il consulente indipendente tende ad affidare l’intera situazione ad un solo soggetto. E questo è un vantaggio sia per i consulenti indipendenti che per l’eventuale intermediario efficiente che si propone”.