Cosa è cambiato nell’ultimo mese? È cambiato radicalmente lo scenario economico mondiale, sia per quanto riguarda la finanza tradizionale che il mondo delle criptovalute. A cavallo fra il 2021 e il 2022 lo scenario era incerto, ma poi questa incertezza si è tradotta in uno tsunami finanziario, di cui i mercati crypto in primo luogo sono vittime. Secondo gli analisti, si starebbe per entrare in un prolungato periodo di recessione (l’ultimo boom economico è stato di oltre 10 anni).
Il bitcoin perde ancora terreno e arretra fino a scivolare sotto i 21.000 dollari. La criptovaluta ha segnato una flessione di oltre 10 punti percentuali e oscilla come il pendolo di Foucault, ma in una sola direzione: quella discendente. Giù anche Ethereum, che segna un calo del 6% circa, a 1200 dollari.
Recente la notizia che Coinbase, piattaforma Usa di scambio di criptovalute, ha deciso di licenziare il 18% del personale, circa 1100 persone, al fine di mettere in sicurezza la società dal prolungato periodo di crisi economica che sembra prospettarsi. Il ceo e fondatore di Coinbase Brian Armstrong sostiene che la gestione dei costi è fondamentale nei mercati ribassisti e che la società è cresciuta troppo in fretta per attutire il colpo senza alcun intervento.
I segnali di un imminente bufera sui mercati (non solo nelle criptovalute) erano nell’aria già da tempo. Un mese fa circa il Fear&Greed Index, che misura il sentiment sul mercato delle criptovalute, era a livelli di “paura estrema” ed il CBOE Volatility Index il VIX, che misura la volatilità sui mercati tradizionali, sembra essersi svegliato da un lungo letargo, riportando in alto il temuto indice della paura e dell’incertezza.
Il rischio sistemico, è una variabile da considerare. Lo Stato di El Salvador, che a fine 2021 aveva adottato i bitcoin come valuta a corso legale, rischia il default. Il problema non è solo l’enorme investimento in perdita per la nazione, poiché El Salvador ha acquistato i bitcoin quando il prezzo era molto più alto di quello di adesso, ma anche il fatto che a gennaio 2023, dovrebbe ripagare un prestito obbligazionario in scadenza per un valore di 800 milioni di dollari, e nel 2025 avrà altri 800 milioni di dollari di bond da rimborsare. Il rischio di insolvenza è attualmente del 50% in quanto il Fondo Monetario Internazionale nega prestiti e aiuti alla nazione se El Salvador non rinnegherà il bitcoin come moneta di Stato.
Se osserviamo invece il giovanissimo mercato degli nft, ci sono delle similitudini per quanto riguarda i prezzi in calo, ma non per quanto riguarda i volumi. In questa debacle finanziaria è doverosa la distinzione tra nft e nft blue-chip. Questi ultimi, proprio come il tradizionale mercato dell’arte, identificano gli nft con le migliori possibilità di successo, i progetti che hanno un portafoglio di un certo calibro, associato a credibili e stabili piani di crescita e di sviluppo.
Il volume degli scambi di nft di fascia alta è in aumento, in controtendenza rispetto al calo dei prezzi del mercato stesso. I prezzi degli nft blue-chip più popolari stanno scendendo: Doodles è in calo del 21% (prezzo minimo attuale, circa 8 ETH); Mutant Ape Yacht Club scende del 22% (14 ETH). Sembrerebbe che molti collezionisti stiano approfittando del calo dei prezzi dell’Ethereum e quindi dei collectibles, per accaparrarsi collezioni di nft di alto valore a prezzi inferiori. I volumi di scambi dei cryptopunk sono aumentati nell’ultima settimana (dal 7 al 14 giugno 2022, ndr) del 211% mentre le Bored Ape Yacht Club (le scimmiette annoiate) solo del 40%. Il collezionista di pleasure asset sta cercando di acquistare a sconto, per poi attendere che l’attuale mercato ribassista delle criptovalute lasci il posto a mercati più grintosi e positivi. Il mercato dei token non fungibili sembra quindi essere più solido che mai, nonostante le lotte e l’incertezza delle criptovalute.