Dalla ricerca di Moneyfarm, che ha intervistato 1.380 investitori residenti in Italia, è emerso un quadro ben preciso post covid-19
Il 21% si definisce preoccupato o molto preoccupato della propria capacità di spesa, il 29% del lavoro
Pensione integrativa
Per quanto riguarda la scelta di una soluzione integrativa, il 42% ne è ancora sprovvisto, con punte del 60% tra i giovani. Tra chi non ha alcun piano attivo, il 58% dichiara di optare per altre soluzioni, il 26% non ha avuto tempo per informarsi, il 9% non ha risparmi a sufficienza per farlo e il 7% ritiene l’orizzonte temporale troppo lontano. Poco meno di uno su due (45%) ritiene necessario aderire a un piano nei prossimi 5 anni. “Sebbene questi numeri siano migliori rispetto alla tendenza nazionale indicata da dati Covip (solo 1 lavoratore su 3 in Italia ha aderito alla previdenza complementare) fanno emergere comunque lo scoglio della scelta di soluzioni previdenziali ottimali, anche tra coloro che hanno maggiore dimestichezza con gli investimenti”, si legge nel report. Tra chi ha sottoscritto un piano di previdenza integrativa, la stragrande maggioranza (48%) dichiara di avere accesso a un fondo negoziale mentre solo il 17% ha un fondo aperto, il 12% ha scelto un Pip, mentre il 14% ha più di uno strumento. Il luogo di lavoro si conferma il canale privilegiato per l’accesso alla previdenza per il 48% degli intervistati, contro il 40% che si è documentato in modo autonomo e il 12% che si è rivolto a un professionista. “Interessante notare che escludendo dal campione chi ha optato per un fondo negoziale o chi ha usufruito del benefit aziendale, ben il 67% degli intervistati dice di essere sprovvisto di uno strumento di previdenza integrativa”, continua il report.
Per quanto riguarda invece la consapevolezza rispetto al proprio piano nonostante oltre il 71% degli intervistati sappia indicare con esattezza la linea d’investimento del proprio fondo (azionaria, bilanciata, obbligazionaria), ben il 60% non conosce i costi associati a esso. Emerge, ancora una volta, come la scelta previdenziale sia ancora in molti casi problematica (anche per investitori con maggiori risorse), specialmente al di fuori del posto di lavoro.
“Anche tra gli investitori digitali, che da quanto emerge dall’indagine sono tra i più sofisticati nel panorama degli investitori retail, abbiamo riscontrato delle difficoltà nella pianificazione previdenziale. Spesso si dice che in Italia manchino educazione finanziaria e propensione a investire. Non è del tutto vero. A volte c’è una difficoltà nel far convergere servizi e domanda. È quindi compito dell’industria del risparmio venire incontro a queste esigenze offrendo soluzioni adeguate. Crediamo che una consulenza digitale, efficiente e trasparente possa essere la soluzione”, dichiara Giovanni Daprà, co-fondatore e amministratore delegato di Moneyfarm.
Investitore digitale
Il report sottolinea come l’investitore digitale si conferma un pubblico attrezzato per affrontare momenti critici sui mercati, più vaccinato a quella paura che “abbiamo visto provocare due reazioni opposte ma in fondo uguali nella loro irrazionalità: la fuga dai mercati (panic selling) e la corsa al fai-da-te su piattaforme di trading online”. Per l’80% degli intervistati la volatilità sui mercati degli ultimi mesi ha rappresentato un’opportunità e non un rischio. La tendenza a tenere liquidità sul conto corrente per il 75% di questo campione è diminuita o rimasta invariata. Il 70% ha investito o intende investire l’extra-risparmio che ha accumulato durante il lockdown. Tra coloro che vogliono investire o hanno investito anche la scelta degli strumenti è interessante, con i prodotti del risparmio gestito (58%) a farla da padrone; il 7% mostra interesse per attività speculative come il trading online e solo l’1% del campione dichiara di orientarsi verso i titoli di Stato, sottopeso quest’ultimo che denota una certa consapevolezza dell’importanza di minimizzare, attraverso la diversificazione degli strumenti in portafoglio, il rischio Paese a cui questi investitori sono già esposti con il loro lavoro e le loro proprietà immobiliari.