Uno studio condotto da Fabula, il Family Business Lab della Liuc – Università Cattaneo, ha indagato su criticità, reazioni, risultati e prospettive delle pmi italiane a fronte della pandemia
Lazzarotti (Fabula): “le imprese familiari hanno risposto meglio alla situazione di crisi, dimostrandosi più solide, stabili, pronte a reagire e a guardare al futuro con ottimismo”
Stando ai risultati dello studio, nel 2020, oltre il 60% delle imprese rispondenti ha riscontrato una flessione della domanda, e circa un’impresa su tre afferma di aver registrato un calo della produttività della forza lavoro. Tuttavia, su entrambi i fronti, le previsioni per il 2021 risultano più ottimistiche per le imprese familiari. In particolare, meno della metà dei family business (48,7%) si attende una contrazione della domanda (vs 60% per le imprese non familiari) e solo il 25% prevede un calo della produttività (vs 32%). Inoltre “le imprese familiari hanno lamentato problemi di liquidità decisamente inferiori rispetto a quelle non familiari e le previsioni in merito sono più ottimistiche di quanto non lo siano quelle delle imprese non familiari” evidenzia la ricerca.
La crisi ha pesato fortemente sui conti delle pmi italiane: oltre il 60% del campione ha registrato un calo del fatturato nel 2020. Guardando unicamente alle imprese familiari, i settori che hanno sofferto di più sono stati: metalmeccanica; prodotti agricoli, alimentari e bevande; tessile, abbigliamento e calzature; con una contrazione media del fatturato rispettivamente del 21%, 16% e 27%. Tuttavia, sono proprio questi settori, duramente colpiti dalla crisi, ad attendersi il maggior rimbalzo del fatturato nel 2021, rispettivamente pari al 25%, 15% e 17%. In generale, la stragrande maggioranza delle imprese (80%) si attende una ripresa del fatturato nel corso di quest’anno.
Lo studio ha poi indagato in merito ad alcune delle azioni realizzate e pianificate dalle aziende, confermando su diversi fronti una migliore performance delle aziende familiari, sia in termini consuntivi che previsionali. Ad esempio, i risultati della survey hanno evidenziato una “maggiore stabilità” di queste ultime per quanto riguarda clienti e prodotti. Nello specifico, solo il 45% delle aziende familiari ha dichiarato di aver messo in atto azioni di modifica della clientela target nel 2020 (rispetto al 64% delle controparti non familiari) e il 49% ha in programma di farlo nel 2021 (vs 76%). Stesso discorso vale per le modifiche del sistema d’offerta, attuate dal 47% delle imprese familiari nel 2020 (vs 56%) e in programma per il 51% (vs 76%). “Questi risultati sono indice della diversa natura del rapporto che lega le imprese familiari a tutti gli stakeholder. Un rapporto basato su una fiducia di lunga data” spiega a We Wealth Valentina Lazzarotti, co-direttore di Fabula insieme a Salvatore Sciascia.
Per oltre la metà delle imprese, la pandemia ha “rappresentato un’opportunità di maggior coinvolgimento delle nuove generazioni” e lo sarà ancor di più nel 2021. Questo è vero soprattutto per le imprese familiari. Infine, la crisi in corso non viene vista dalle aziende come una minaccia per la sopravvivenza delle stesse, ma, al contrario, viene definita “un’opportunità di rinnovamento”. E anche questo aspetto è più evidente per le aziende familiari.
“In conclusione, le imprese familiari hanno risposto meglio alla situazione di crisi, dimostrandosi più solide, stabili, pronte a reagire e a guardare al futuro con ottimismo” conclude Lazzarotti.