Cesare Augusto (63 a.C- 14 d.C): 4,6 mila miliardi di dollari. Primo imperatore romano ebbe il dominino su molte delle più ricche regioni del mondo contemporaneamente. La ricchezza dell’imperatore raggiungesse il massimo quando annesse l’Egitto come parte della propria proprietà privata. L’Egitto a quel tempo costituiva tra il 25% e il 30% del pil mondiale e vantava alcune delle migliori terre agricole del mediterraneo.
Marco Licinio Crasso (115-53 a.C): 169 miliardi di dollari. Crasso era conosciuto per essere l’umo più ricco di Roma, con una ricchezza personale che eguagliava quella del Tesoro romano. Le sue fortune iniziarono quando il dittatore Silla fu confiscato delle sue proprietà, al che Crasso riuscì a venderle a un prezzo ben al di sopra del valore di mercato. Il suo fiuto per gli affari immobiliari era testimoniato anche dal fatto che egli si presentava puntualmente con una squadra di pompieri in ogni casa che andava in fiamma, promettendo di spegnere il fuoco se prima i proprietari gliela avessero venduta a un prezzo irrisorio. L’uomo d’affari inoltre finanziò la campagna elettorale (costosissima) per fare diventare Giulio Cesare Pontifex Maximus, il che gli fruttò per anni un’esenzione fiscale in segno di riconoscimento. Infine secondo Plutarco, Crasso possedeva quasi 7,4 milioni di once d’oro.
Imperatrice Wu (624-705): 22,7% del pil globale. È stata l’unico imperatore femmina nella storia della Cina ed è considerata la donna più ricca di sempre, ancor di più di Cleopatra e Caterina la Grande. Durante il suo regno, durato 15 anni, Wu espanse l’impero della dinastia Tang in centro Asia, rendendolo uno dei più grandi al mondo a quell’epoca.
Basilio II (958-1025): 169,4 miliardi di dollari. Il sovrano bizantino restò al potere per 49 anni in qualità di imperatore, espandendo il regno ai Balcani, alla Mesopotamia, alla Georgia e all’Armenia. Al momento della sua morte l’imperatore aveva accumulato 100 tonnellate d’oro.
Guglielmo il conquistatore (1028-1087): 228 miliardi di dollari. figlio illegitimmo e discendente dei vichinghi, re Guglielmo fu l’artefice della conquista normanna dell’Inghilterra nel 1066. La smisurata annessione di nuova terra al suo regno gli consentì di diventare uno degli uomini più ricchi della storia. Guglielmo non era tuttavia avido: diede in regalo terre ed altri beni ai suoi uomini più fidati, tra questi anche a suo nipote Alan Rufus, la cui ricchezza una volta salito al trono è stata stimata in 195 miliardi di dollari.
Alan Rufus (1040-1093): 195 miliardi di dollari. nipote di Guglielmo il conquistatore, Rufus si trovò nel posto giusto al momento giusto. Grazie al suo supporto al re e per aver sedato una rivolta Sassone, Guglielmo gli conferì il titolo di primo Lord di Richmond, uno dei più importanti feudi nell’Inghilterra normanna. Questi 250 mila acri furono una grande fonte della sua ricchezza, rendendolo uno degli uomini più ricchi di sempre. Si stima che il suo patrimonio valesse il 7% del pil inglese.
Gengis Khan (1162-1222): più di mille miliardi di dollari in terre. Probabilmente il conquistatore e stratega militare più famoso della storia, si arricchì a suon di conquiste. Al culmine dell’espansione territoriale, l’Impero Mongolo compreso tra Cina e Europa copriva il 22% della superficie terrestre. Nonostante l’enorme bottino delle vittorie, Gengis Khan non costruì mai un palazzo, tempio, tomba, casa nel suo andare. Distribuì gran parte della sua ricchezza ai soldati e alle loro famiglie.
Mansa Munsa (1280-1337): 415 miliardi di dollari: il re di Timbuktu era così tanto ricco che la sua ricchezza secondo i suoi contemporanei era impossibile da quantificare. Il suo paese era il principale produttore di oro al mondo e al tempo la domanda aurea era molto alta. Alcuni storici credono che sia stata la persona più ricca di tutti i tempi. Durante un pellegrinaggio alla Mecca portò con sè 60 mila sudditi di cui 12 mila schiavi, ognuno dei quali trasportava un lingotto d’oro da 4 libbre. Gli 80 cammelli presenti nella carovana trasportavano ognuno dalle 50 alle 300 libbre di oro. C’era così tanto oro da causare in Egitto iperinflazione e una crisi valutaria al suo passaggio.
Cosimo De Medici (1389-1464): 129 miliardi di dollari. Mentre il resto della famiglia era impegnato in questioni politiche e ricopriva cariche ecclesiastiche, Cosimo si diede all’attività bancaria, tant’è che da molti era considerato il re senza corona di Firenze. Cosimo doveva gran parte della sua ricchezza a suo padre Giovanni di Bicci, il quale fondò la Banca dei Medici e supportò il ritorno del papato a Roma nel 1410. Giovanni fu premiato con il ruolo di banchiere personale del papa e gli furono riconosciuti oltre a sgravi fiscali diverse miniere. La famiglia De Medici è conosciuta oltre per avere dato i natali a quattro papi per avere dato un forte contributo al rinascimento italiano, finanziando artisti quali Leonardo da Vinci, Michelangelo e Botticelli.
Jacob Fugger (1459-1525): 277 miliardi di dollari. fu un vero e proprio businessman, con interessi in svariati settori tra i quali quello minerario, bancario e commerciale. L’impatto di Fugger sul mondo è di difficile quantificazione. La sua decisione di prestare denaro a un arcivescovo, portò Lutero ad affiggere le sue 95 tesi alla porta della chiesa del castello di Wittenberg. Fugger inoltre finanziò re e papi, appoggiò guerre e aiutò propriamente gli Asburgo a divenire la più importante dinastia di Europa. Alcuni sostengono lo hanno ridefinito il “business più influente di sempre”.
Akbar (1542-1605): 25% del pil globale: imperatore di gran parte del subcontinente indiano, conosciuto come Impero Moghul. Durante il suo regno, l’impero triplicò in grandezza e ricchezza. Alcuni storici dell’economia affermano che il pil pro-capite dell’impero era comparabile a quello dell’Inghilterra elisabettiana. Inoltre la classe dirigente era famosa per uno stile di vita stravagante, superiore a quello europeo. La dinastia Moghul inoltre fu uno dei più efficaci imperi nell’estrarre ricchezza dalla popolazione.
La seguente lista non pretende di essere oggettiva e non potrebbe esserlo. Si pongono infatti diversi problemi di calcolo. In primo luogo, molta ricchezza nei primi periodi è legata alla terra (Gengis Khan) o a interi imperi (Augusto, Akbar), il che rende i calcoli estremamente soggettivi. Quanto vale la maggior parte delle terre dell’Asia nell’anno 1219? Cosa separa la fortuna personale dalla ricchezza di un impero di cui si ha il pieno controllo? In secondo luogo, i documenti conservati dalle epoche antiche sono scarsi, esagerati o basati su leggende e storie orali. Pensate a Re Salomone o a Mansa Musa: sono personaggi descritti come incommensurabilmente ricchi. Infine, i tassi di conversione possono essere calcolati in modi diversi. Prendete Crasso nella Repubblica Romana, che aveva una fortuna di “200 milioni di sesterzi”: quel tesoro d’allora oggi potrebbe valere una cifra qualsiasi tra i 200 milioni a 169,8 miliardi di dollari, a seconda di come vengono fatti i calcoli.