L’ipotesi allo studio è di destinare risorse a 2,7 milioni di partite Iva con un fatturato massimo di cinque milioni di euro
La consistenza degli aiuti, riservati a chi ha subito perdite pari ad almeno il 33%, potrebbe essere definita sulla base di quattro fasce di indennizzo
Intanto, la produzione industriale italiana continua a crescere anche nel mese di febbraio, dopo il rimbalzo dell’1,3% di gennaio
Stop ai codici Ateco: ristori calcolati sulle perdite
Come anticipato dal ministro allo Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, il nuovo decreto sarà “ispirato a una radicale semplificazione delle attuali procedure, superando lo schema normativo improntato sulla base del codice Ateco e favorendo l’automatismo dell’erogazione in tutti i casi in cui ciò risulta possibile, eventualmente prevedendo anche in modo opzionale la possibilità di compensazione in dichiarazione dei redditi”. L’ipotesi allo studio è infatti di destinare risorse a 2,7 milioni di partite Iva con un fatturato massimo di cinque milioni di euro, tenendo conto delle perdite subite tramite un confronto tra i fatturati medi mensili del 2019 e quelli del 2020.
Nel dettaglio, i nuovi assegni statali sarebbero riservati a chi ha subito una contrazione del fatturato di almeno il 33%, mentre la consistenza dell’aiuto potrebbe essere definita sulla base di quattro fasce di indennizzi: il 30% di quanto perso per le imprese e i professionisti con un fatturato annuo fino a 100mila euro, il 25% per le attività con un fatturato compreso tra i 101mila e i 400mila euro, il 20% per la fascia compresa tra i 401mila e il milione di euro, e il 15% per chi riporta un fatturato tra gli uno e i cinque milioni. Prevista inoltre una nuova piattaforma, gestita da Sogei, per “la raccolta delle informazioni e delle autodichiarazioni sulle perdite subite”, spiega Il Sole 24 Ore.
Capitolo lavoro e fisco, ecco le ipotesi
Per quanto riguarda invece il pacchetto lavoro, si parla di una possibile proroga del blocco dei licenziamenti (in scadenza a fine marzo) fino al 30 giugno, oltre a un rifinanziamento della cassa integrazione covid sull’intero arco dell’anno (in questo caso dovrebbero essere garantite altre 40 settimane fino al 31 dicembre). Sostanzioso anche il capitolo fisco, con la possibilità di una sospensione fino al 30 aprile dell’invio di nuove cartelle. Uno stop che dovrebbe riguardare anche il pagamento delle rate della “rottamazione ter” e del “saldo e stralcio”, dopo la proroga annunciata lo scorso 27 febbraio dal Mef in una nota ufficiale. Allo studio poi la cancellazione dei carichi fino a 5mila euro affidati alla riscossione dal 2000 al 2015, per circa 60 milioni di cartelle in fumo.
Confindustria: l’industria italiana resta resiliente
Intanto, un’analisi del Centro studi Confindustria conferma la resilienza dell’industria italiana nei primi due mesi dell’anno, “in un contesto di crisi pandemica che, nelle ultime settimane, ha mostrato segnali di reviviscenza”, scrivono i ricercatori. La produzione industriale, infatti, ha continuato a crescere dello 0,7% nel mese di febbraio su gennaio, dopo l’aumento dell’1,3% su dicembre. Nel primo trimestre, dunque, la variazione congiunturale acquisita è del +1,1%, dopo il -0,8% rilevato dall’Istat negli ultimi tre mesi del 2020. Ma, secondo la confederazione, resta necessario comunque evitare facili ottimismi.
“Su uno scenario che, ad oggi, nell’industria appare in deciso miglioramento rispetto alla fine del 2020, si proietta infatti l’incertezza legata ai rischi di una terza ondata di diffusione del virus, della quale vi sono i primi segnali nelle statistiche sanitarie”, si legge nella nota. “È cruciale, quindi, accelerare la vaccinazione della popolazione e intervenire in maniera non generalizzata per ridurre la curva dei contagi ed evitare, così, di interrompere sul nascere i primi spiragli di una ripresa che è ancora debole e lontana dal consolidarsi”.