Le agevolazioni fiscali pensate per i pensionati di fonte estera consentono al contribuente straniero che trasferisce la propria residenza di beneficiare in luogo della disciplina ordinaria di un’aliquota ridotta sui redditi prodotti all’estero
Portogallo e Grecia – e per gli stranieri anche l’Italia – sono mete appetibili dal punto di vista fiscale
Negli ultimi decenni per attrarre sul territorio nuovi
contribuenti, diverse giurisdizioni hanno introdotto regimi tributari
agevolati.
Nel solco di questa tendenza anche i titolari di pensione di
fonte estera che intendono trasferire la propria residenza in un altro Stato,
possono quindi godere di alcuni benefici.
I regimi agevolati per i pensionati
Sono molti gli Stati, anche europei, che in
competizione fiscale tra loro, al fine di attrarre capitale umano, dunque nuovi
contribuenti potenzialmente alto spendenti e intenzionati a effettuare investimenti
sul territorio, hanno introdotto misure fiscali particolarmente vantaggiose. Si
pensi, ad esempio, alle agevolazioni previste per:
- ricercatori
- lavoratori
impatriati - sportivi professionisti
- neo-residenti.
Ognuna di queste misure è pensata per diverse categorie di
soggetti ma risponde, in linea generale, all’obiettivo di attrarre persone
fiscalmente residenti all’estero a trasferirsi in un altro Stato, al fine di
contribuire allo sviluppo economico, culturale e scientifico di quel Paese.
In questo segno, molti giurisdizioni hanno rivolto la loro
attenzione alla fascia più anziana della popolazione, nella convinzione che, un
eventuale trasferimento sul territorio, ove incentivato da un trattamento
fiscale di favore, sia idoneo a generare numerosi benefici.
Certo, si potrebbe pensare che investire sul trasferimento
di persone anziane, riconoscendo loro un trattamento fiscale vantaggioso, non sia la mossa giusta. La fascia più anziana della popolazione, infatti,
come noto, è quella che tendenzialmente più abbisogna di cure e servizi
assistenziali; dunque, è quella che, per certi versi, più incide sulla spesa
pubblica.
Tuttavia, una simile osservazione è vera solo in parte. Il
generalizzato progresso degli ultimi anni, infatti, ha condotto verso un netto
miglioramento delle condizioni di salute e, dunque, delle aspettative di vita:
non solo è cambiata la concezione stessa di anzianità, ma i cosiddetti anziani sono oggi molto attivi nella società: investono, spendono, pianificano.
Ebbene, nel solco di questo cambiamento, lo Stato e con esso
il fisco, negli ultimi decenni ha iniziato a volgere con interesse lo sguardo
verso questa fascia della popolazione, considerandola non come un “costo”, ma
come una risorsa; una risorsa che, a certe condizioni, può dare nuovo
abbrivio all’economia.
Come funzionano le agevolazioni per i pensionati?
In determinati momenti storici, il legislatore per favorire
certe condotte o, ad esempio, incentivare il ricorso a istituti giuridici di
nuova introduzione, prevede delle misure che, derogando al trattamento fiscale
ordinario, dunque incidendo sul quantum del tributo o sul presupposto di
imposta, riducono il carico fiscale di determinate categorie di soggetti
passivi.
Le agevolazioni fiscali pensate per i pensionati di fonte
estera, in linea di principio, consentono al contribuente straniero che
trasferisce la propria residenza in altro Stato di beneficiare, in luogo della
disciplina ordinaria, di un’aliquota ridotta sui redditi prodotti all’estero.
Portogallo
Il Portogallo è una meta appetibile dal punto di vista
fiscale per coloro che valutano l’ipotesi di trasferire in un altro Stato la
propria residenza. Sono note praticamente in tutto il mondo, infatti, le
politiche di defiscalizzazione attuate dal governo portoghese per attrarre
contribuenti di alto profilo all’interno del territorio.
Un cittadino europeo, ad esempio un pensionato italiano che
intende trasferirsi in Portogallo, potrà godere delle agevolazioni fiscali
ottenendo lo status di residente non abituale. Questo regime – che può essere
utilizzato per 10 anni – consente, per le persone fisiche che non sono state
residenti in Portogallo nei cinque anni precedenti, di beneficiare di una
tassazione agevolata sui redditi di fonte estera. Più in particolare di
un’aliquota ridotta del 10% sulla pensione, in quanto erogata da uno Stato
diverso dal Portogallo.
Le agevolazioni si estendono anche per:
- redditi da
locazione - plusvalenze
- interessi, maturati o percepiti al di
fuori dal Portogallo.
È bene però evidenziare che si decade dal beneficio in
parola, se i proventi percepiti provengono da giurisdizioni off-shore.
Grecia
La Grecia, proprio in ragione delle agevolazioni fiscali
previste per gli stranieri, continua a essere uno dei Paesi preferiti per
trasferire la propria residenza. In particolare dagli Hnwi e dalle persone che
detengono un patrimonio personale o familiare particolarmente sostanzioso.
La Grecia prevede infatti un regime agevolato d’imposizione
fiscale per i soggetti stranieri (ad. es. italiani, francesi, tedeschi) che
producono reddito all’estero – dunque nelle loro giurisdizioni di provenienza o
in altri Stati – ma che intendono trasferire la loro residenza fiscale in
Grecia.
Il cd. regime Non-dom greco, recentemente modificato,
consente agli investitori stranieri, a certe condizioni, di fruire di
un’imposta forfettaria di 100 mila euro per ciascun periodo d’imposta sui
redditi di fonte estera prodotti in quello stesso periodo e di beneficiare, per
i redditi di origine greca, delle imposte sul reddito domestiche. Al pari,
dunque, di un altro residente greco.
È bene specificare che questo regime privilegiato non è
infinito; al contrario, esso potrà essere fruito dal beneficiario per un
massimo di 15 anni e a condizione che vengano rispettate alcuni criteri.
Ad esempio, il contribuente potrebbe essere chiamato a dimostrare:
- di non essere stato residente in Grecia nell’arco degli ultimi 7 anni, rispetto
agli otto che precedono il trasferimento; - che lui o un suo parente abbiano
investito almeno 500 mila euro in immobili o in altre attività, anche
finanziarie, in Grecia.
Un altro punto forte della legislazione greca riguarda il
regime fiscale pensato per attrarre i pensionati; dunque, i soggetti che
percepiscono reddito da pensione di fonte estera.
A partire dal 1° gennaio 2020 ai soggetti che percepiscono
reddito da pensione da Paesi diversi dalla Grecia e che intendono trasferirsi
in una città dello Stato, viene riconosciuto un regime privilegiato di
tassazione sul reddito. Ciò significa che per 15 anni il contribuente
pensionato straniero che si trasferisce in Grecia potrà beneficiare di
un’aliquota fissa al 7% sulla pensione.
Questo regime di favore si applica, però, al ricorrere di
talune condizioni. Il pensionato straniero che decide di cambiare residenza e
trasferirsi in Grecia dovrà dimostrare, tra le altre cose, di:
- non essere stato
residente fiscale in Grecia negli ultimi 5 anni, dei sei anni precedenti il
trasferimento; - di provenire da uno Stato con il quale la Grecia ha stretto
accordi fiscali e che aderisce ai regimi di scambio di informazioni e di
collaborazione fiscale.
Italia
Oltre alla Grecia e al Portogallo, anche l’Italia con la
Legge di bilancio del 2019, con l’art. 24-ter del T.U.I.R., ha introdotto delle agevolazioni fiscali a favore dei pensionati che qui
intendono trasferire la propria residenza.
Il legislatore nazionale, con l’obiettivo di attrarre
capitale umano e stimolare la crescita di alcuni territori, ha previsto un
regime opzionale molto favorevole per i pensionati esteri che decidono di
trasferirsi al Sud. Detto regime agevolato consente ai contribuenti di optare
per l’imposta sostitutiva Irpef con aliquota al 7% su qualunque categoria di
reddito prodotto all’estero in luogo della disciplina ordinaria.
Inoltre, il regime fiscale di favore, consente:
- l’esonero
dall’obbligo di monitoraggio fiscale riguardante le attività e gli investimenti
esteri previsti dalla normativa italiana - l’esonero dal pagamento dell’Ivie e
dell’Ivafe.
Come noto:
- l’Ivie è un’imposta dovuta sul valore degli
immobili situati all’estero e detenuti a titolo di proprietà o di altro diritto
reale dalle persone fisiche residenti nel territorio dello Stato - l’Ivafe è
l’imposta sul valore dei prodotti finanziari, dei conti correnti e dei libretti
di risparmio dovuta da soggetti residenti per le attività finanziarie detenute
all’estero a titolo di proprietà o di altro diritto reale.
Al fine di accedere al regime agevolativo dedicato ai
pensionati, che prevede come beneficio l’esenzione dei redditi di pensione e
degli altri redditi di fonte estera per 10 periodi d’imposta, i soggetti
interessati dovranno, in linea di massima, dimostrare di integrare quattro
specifiche condizioni.
I soggetti che intendono beneficiare della misura, tra le altre cose, devono:
- percepire reddito pensionistico (o assegni equiparati)
erogato da soggetti esteri - essere stati fiscalmente
residenti nello Stato estero per i cinque periodi d’imposta precedenti - essere disposti a trasferire la residenza in Italia
- provenire da Paesi con cui sono in vigore accordi di
cooperazione amministrativa.
Pensionati esteri in Italia: dove trasferire la residenza?
Con specifico riferimento al luogo ove occorre trasferire la
propria residenza è bene spendere qualche parola. Infatti, per fruire del
regime in commento, il soggetto straniero che si reca in Italia sarà vincolato
a trasferirsi presso un comune del Mezzogiorno, o in un comune situato in una
delle zone colpite dagli eventi sismici del 2016.
Come si diceva, l’agevolazione ha durata massima pari a 10
periodi d’imposta. Pertanto, ad esempio, la persona fisica che trasferisce la
residenza fiscale in Italia nel 2022, potrà beneficiare dell’imposizione
sostitutiva a partire da tale annualità e fino al 2031 (incluso). Senza, però,
possibilità di rinnovare l’opzione alla scadenza.
Come risulta chiaro, la norma incentiva il radicamento dei
pensionati nei piccoli comuni situati nelle zone meno competitive, per
favorirne la crescita mediante l’aumento degli investimenti e dei consumi. Il
legislatore, imponendo questo vincolo ai fini del godimento del beneficio,
intende rispondere al problema dello svuotamento dei piccoli comuni italiani.
Nella ratio che ha portato ad introdurre
questo regime, si legge anche la volontà di risolvere, attraverso lo strumento fiscale,
e dunque attraverso regimi competitivi rivolti a specifiche categorie di
soggetti, criticità sociali e territoriali antiche e irrisolte.
Un consiglio
In conclusione, al netto dei potenziali benefici
elencati, occorre osservare che potrebbero essere numerose le difficoltà, anche
burocratiche, che vengono in rilievo. Pertanto, prima di decidere di
trasferirsi in uno Stato straniero per motivi fiscali conviene sempre farsi
supportare da un consulente esperto, tanto per predisporre una pianificazione
fiscale e patrimoniale efficace, tanto per svolgere le pratiche necessarie per
ottenere lo status di residente.