Tre quarti delle aziende dell’S&P 500 hanno orientato le retribuzioni dei dirigenti sulla base dei criteri Esg lo scorso anno; un dato in crescita rispetto ai due terzi del 2021
Ben Colton, State Street Global Advisors: “Siamo scettici sull’utilizzo delle metriche Esg nelle retribuzioni. Spesso sono molto soggettive e facilmente manipolabili”
Tra i corridoi di Wall Street agganciare i bonus dei dirigenti a criteri ambientali, sociali e di buona governance (in gergo “Esg”) è ormai una prassi comune. Stando ai dati dell’organizzazione senza scopo di lucro The conference board e della società di analisi Esgauge visionati dal Financial Times, tre quarti delle aziende che compongono l’S&P 500 hanno orientato le retribuzioni sulla base di tali metriche lo scorso anno, un dato in crescita rispetto ai due terzi del 2021. In particolare, come analizzato dalla società di consulenza Semler Brossy, più della metà utilizza variabili legate alla diversità e all’inclusione mentre quasi la metà punta il faro sull’ambiente. Ma per alcuni gestori patrimoniali non è tutto “verde” quello che luccica.
Ben Colton, head of stewardship di State Street Global Advisors intercettato dal quotidiano economico-finanziario britannico, manifesta scetticismo in merito alla pratica di legare la retribuzione dei dirigenti a metriche Esg; avvertendo come spesso queste ultime siano “molto soggettive” e “facilmente manipolabili”. A titolo esemplificativo, il Financial Times ricorda il caso di Robert Jordan, amministratore delegato della Southwest Airlines (una delle principali compagnie aeree degli Stati Uniti, con sede a Dallas, in Texas), il cui stipendio è aumentato del 76% lo scorso anno raggiungendo i 5,3 milioni di dollari sebbene la compagnia abbia cancellato oltre 16.700 voli solo durante le festività natalizie.
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La Southwest ha dichiarato che le cancellazioni di dicembre hanno influito negativamente sui bonus dei dirigenti, ma ha aggiunto che “sulle iniziative Esg, tra cui la diversity & inclusion” la società “ha ottenuto risultati superiori alle aspettative”. I piani retributivi dell’azienda hanno catturato l’attenzione di Strive Asset management, che ne ha criticato tra l’altro i principi di investimento Esg affermando che “non c’è modo più semplice di ridurre l’impronta di carbonio che bloccare migliaia di voli”, in una lettera inviata la scorsa settimana alla compagnia.
Fonte: Financial Times
Secondo un documento redatto a inizio anno da alcuni ricercatori dell’Università di Harvard, a differenza delle metriche finanziarie legate agli utili o all’andamento dei titoli e le loro oscillazioni di prezzo, è quasi impossibile per gli esterni capire se le metriche retributive Esg siano valide o “se si limitino a riempire le tasche degli amministratori delegati con una retribuzione insensibile ai risultati”. Per esempio, spiegano, l’American Express ha pagato il 15% dei bonus annuali dei dirigenti sulla base dei risultati ottenuti sul fronte della diversity, del talento e della cultura; ma “non è chiaro se ci fosse un obiettivo quantitativo o se qualsiasi aumento (anche di una sola donna) fosse sufficiente”, scrivono. Intanto, il ceo della società emittente di carte di credito Stephen Squeri ha ottenuto il massimo bonus annuale consentito dall’azienda per il 2022, ovvero 10,3 milioni di dollari, in crescita rispetto agli 8 milioni del 2021. La retribuzione totale dell’amministratore delegato è a sua volta quasi raddoppiata anno su anno, raggiungendo i 48 milioni di euro, mentre il rendimento totale degli azionisti della società diminuiva. Southwest e American Express, sollecitate dal Financial Times, non hanno rilasciato dichiarazioni in merito.