Portando indietro le lancette di 12 mesi, a regnare era la cautela in vista di una quasi inevitabile recessione globale. La realtà dei fatti è stata differente, l’economia statunitense in particolare ha mostrato i muscoli e le azioni hanno ripreso a correre. Per il 2024 lo spartito appare simile, con la prospettiva di uno rallentamento dell’economia che spinge alla cautela sull’azionario, mentre le obbligazioni si trovano a livelli di rendimento simili a quelli a cui storicamente hanno fatto seguito anni di sovraperformance del reddito fisso.
Il ritorno di rendimenti nel fixed income ha dato fiato alla domanda di etf obbligazionari che ha toccato in Europa dei livelli record, mentre a livello globale le masse gestite hanno superato a metà anno la soglia dei 2.000 miliardi di dollari. BlackRock stima che triplicheranno entro la fine del decennio considerando anche il fatto che gli etf rappresentano ancora solo il 2% del mercato globale degli investimenti obbligazionari.
Sui bond con soluzioni passive
Il ritrovato appeal dei bond sta contribuendo in Europa a un progressivo riposizionamento verso i bond con i replicanti obbligazionari che hanno raccolto 51,2 miliardi di dollari, non lontano dai 67,9 mld degli azionari (dati Etfgi). “I consistenti flussi totali diretti verso etf obbligazionari, sottolineano il ruolo sempre più rilevante di questa asset class nella costruzione di portafogli che utilizzano soluzioni passive”, rimarca Francesco Branda, Head of ETF & Index Fund Sales Italy di UBS Asset Management.
Dopo anni di tassi vicini allo zero, la prospettiva di avere davanti tassi alti per molto tempo comporta un cambio di approccio su questa asset class guardando anche oltre al 2024. “E’ un’ottima notizia per gli investitori di lungo periodo in quanto le obbligazioni possono finalmente tornare ad essere definite ‘reddito fisso’ e ad offrire rendimento – asserisce Diana Lazzati, senior sales Executive di Vanguard – . Questo ha spinto molti ad investire in singole obbligazioni, facendo scontrare i più con il problema dei lotti minimi, con la liquidità esigua o con la difficoltà di investire liberamente su mercati globali. Gli etf sono lo strumento adatto per ovviare a tutti questi limiti, in quanto sono strumenti liquidi che permettono di esporsi a migliaia di emissioni obbligazionarie internazionali”.
Scocca l’ora dei pac in etf anche in Italia?
Tra le altre tendenze candidate a farsi largo nel mercato europeo degli etf nei prossimi 12 mesi c’è sicuramente la crescente presenza della tecnologia negli investimenti, tendenza di cui gli etf già adesso beneficiano in modo significativo. “Piattaforme di negoziazione e piani di risparmio stanno diventando sempre più popolari, soprattutto in Inghilterra e Germania, e non solo tra i giovani. Ci si aspetta che questi ultimi alimentino in modo consistente l’aumento delle masse degli etf. Il fenomeno per il momento non è ancora così dominante in Italia, ma è solo questione di tempo”, argomenta Francesco Branda.
L’avanzata degli etf attivi
Da strumento prettamente di investimento passivo, gli etf in questi ultimi anni stanno evolvendo con la crescente proposizione di soluzioni a gestione attiva. I flussi sugli etf attivi sono balzati a 6 miliardi nei primi 9 mesi del 2023 in Europa con sempre più asset manager che li stanno proponendo. JP Morgan AM ritiene che i prodotti a gestione attiva saranno uno dei principali motori di crescita dell’industria degli etf in futuro. Ma cosa li rende interessanti? Gli etf attivi hanno l’obiettivo di generare un extra-rendimento rispetto ai mercati di riferimento e sono più economici di fondi comuni di investimento comparabili, beneficiando anche di una liquidità maggiore. “Il concetto di etf ha subito un’evoluzione notevole nel tempo, passando da uno strumento puramente passivo per l’accesso ai mercati a un contenitore economico, liquido e trasparente, all’interno del quale è possibile implementare qualsiasi tipo di strategia”, spiega Andrea Aurilia, country head di JP Morgan Am per l’Italia. “Coloro che investono in etf attivi sembrano riconoscere che la gestione attiva comporti costi aggiuntivi rispetto alla mera replica – aggiunge Aurilia – e tendono a focalizzarsi sulla selezione della piattaforma gestionale e di ricerca retrostante le strategie, nonché sui risultati effettivamente ottenuti in termini di alfa nel tempo”. JP Morgan, che da inizio anno ha raccolto in Europa flussi sugli etf attivi per 3,6 miliardi, ha anticipato a We Wealth l’imminente arrivo di tre nuove strategie attive in etf e una ricca pipeline di lanci nei prossimi anni, accompagnati da attività di formazione volta ad incrementare la consapevolezza e familiarità degli investitori.
Il 2024 segnerà inoltre l’approdo in Europa di Ark Invest con i suoi etf attivi dopo la recente acquisizione di Rize Etf.
Tematici alla finestra
Il 2023 è stato l’anno indubbiamente l’anno dell’intelligenza artificiale contribuendo ad accendere i riflettori sull’investimento tematico, che continua comunque a rappresentare una pozione limitata dell’industria degli etf (il 2,2% dell’AuM in Europa). Guardando ai prossimi 12 mesi, la presenza di condizioni economiche difficili può agire da sponda alla ricerca di rendimenti attraverso l’esposizione a determinati megatrend. “Con tassi a breve termine elevati e una maggiore volatilità del mercato azionario, i temi strutturali a lungo termine possono rappresentare un vantaggio determinante nel generare sovrapeformance”, spiega Jay Jacobs, US Head of Thematics and Active Equity ETFs di BlackRock. Il Thematic Outlook 2024 di BlackRock concentra lo sguardo su tre temi: ulteriore crescita dell’AI, le innovazioni mediche che risultano ancora trascurate a causa dei bassi ricavi attuali e la ridefinizione della globalizzazione che potrebbe avvantaggiare paesi Messico e India.
L’AI figura anche nella terna di temi indicata da Stefano Caleffi, head of ETF sales for Southern Europe di Hsbc Asset Management: “Nonostante i fattori di incertezza, alcuni trend strutturali emersi negli anni scorsi come la transizione energetica, la cyber sicurezza e lo sviluppo dell’AI sono destinati crescere di importanza e ad avere nel lungo periodo un significativo impatto sull’attività economia globale e sulla performance di strategie di investimento”.
Tra i temi per il 2024 indicati da Global X ci sono invece Data Centrer, infrastrutture Usa e idrogeno; quest’ultimo negli anni potrebbe avvantaggiarsi della convergenza di un crescente sostegno politico “dato che l’idrogeno a basse emissioni di carbonio ha il potenziale per essere uno strumento vitale di decarbonizzazione in settori ad alta intensità di CO2 come l’energia, i trasporti, l’industria, gli edifici e l’agricoltura”, asserisce Pedro Palandrani, director of research di Global X.
E sono molti i punti di contatto tra strategie tematiche e cambiamento climatico. “La sfida posta dal passaggio ad un modello economico net-zero abbraccia un ampio numero di settori economici – rimarca Caleffi di Hsbc AM – e le strategie tematiche si allineano perfettamente alla natura di questa sfida”.