Cambiano i rapporti di forza in Europa tra i principali player Etf a seguito dell’acquisizione da parte di UBS della rivale Credit Suisse. Supponendo che la fusione delle due maggiori banche elvetiche porterà a una fusione delle loro divisioni di gestione dei fondi e degli Etf, i dati riportati da Refinitiv Lipper (aggiornati a fine febbraio) proiettano Ubs Etf al quarto posto tra gli emittenti di Etf in Europa come 89 miliardi di euro di AuM, scavalcando di poco Vanguard (85,1 mld).
Un sorpasso che potrebbe essere solo passeggero se si considera il trend di crescita ita in Europa di Vanguard. Il colosso della gestione passiva è infatti reduce da un 2022 di forti afflussi con il terzo trimestre 2022 che ha visto Vanguard fare meglio anche di BlackRock, indiscussa numera uno in Europa con una quota di mercato del 44,2% (564 mld).
Nell’ambito del piano di risparmio sui costi post fusione, la nuova Ubs potrebbe decidere di unire una serie di fondi ed Etf di Credit Suisse nei prodotti Ubs esistenti per risparmiare sui costi amministrativi e sbloccare economie di scala.
Sarà lotta per salire sul podio
A detta di Detlef Glow, responsabile della ricerca Lipper EMEA presso Refinitiv, la competizione per stare tra i tre maggiori emittenti di ETF in Europa potrebbe intensificarsi, poiché la nuova UBS potrebbe diventare ambiziosa di diventare il terzo più grande promotore di ETF in Europa. La distanza dal terzo gradino del podio, occupato da DWS/Xtrackers, è di 42 mld di euro. Distanza simile (43 mld) è quella tra terza e seconda (Amundi).
In generale, post-fusione la nuova UBS deterrà 811 miliardi di dollari di asset in gestione a livello globale in fondi comuni di investimento ed ETF diventando il nono maggiore player a livello globale, rispetto al quindicesimo posto pre-fusione. In Europa il peso di UBS sarà di 597,3 miliardi di euro tra fondi comuni ed ETF, dietro alla sola BlackRock e superando Amundi (526,4 mld).
“Se l’integrazione andrà a buon fine, la nuova entità creata avrà un forte posizionamento nel segmento della gestione patrimoniale in Asia, grazie alla complementarità dell’offerta di entrambe le società, ma anche in Europa nei segmenti dei fondi attivi e degli Etf – rimarca Fabrizio Zumbo, responsabile per la ricerca nell’asset management per Cerulli Associates in Europa – poiché la combinazione delle due società creerà un’entità con una scala e una proposta di valore che potrebbe potenzialmente creare qualche grattacapo a gestori patrimoniali giganti come Blackrock, Vanguard e Amundi, ad esempio”.