Il 2023 è partito con il botto, con Wall Street in rally per tutto il mese di gennaio. Anche le azioni europee sono andate particolarmente bene, segnando un +20% dal minimo di ottobre, grazie all’emergere di un contesto macro favorevole. A prima vista i venti recessivi sembrano essersi calmati, il gelo economico invernale scampato e le banche centrali aver adottato un approccio non più così aggressivo all’inflazione. Tuttavia gli orsi sono sempre in agguato e fanno sul serio.
I due orsi
E per Bofa a questo giro gli orsi sono due. Uno ritiene che l’inflazione vischiosa e il rinnovato accanimento della banca centrale porteranno a tassi di sconto più elevati e a un aumento del rischio di recessione. L’altro, meno di moda, teme che la politica monetaria sia già stata inasprita in modo aggressivo e che il conseguente vento contrario alla crescita non si sia ancora fatto sentire. Anche i dati più recenti hanno rafforzato questa tesi, con l’indagine del primo trimestre degli Stati Uniti sui senior loan officer che ha mostrato il più forte inasprimento delle condizioni di credito negli Stati Uniti dal 2009.
L’outlook per Bofa
Tra i due orsi la banca americana ritiene che ad avere ragione sia il secondo. Il ciclo del credito, guidato dalla politica monetaria, è il motore più importante del ciclo macro e l’inasprimento monetario influisce tipicamente sulla crescita con un ritardo di dieci mesi. Al contrario gli analisti di Bofa non sembrano essere preoccupati per il rischio di un’inflazione vischiosa, dato che lo stress della catena di approvvigionamento, il motore più affidabile dell’inflazione, è a livelli coerenti con un’inflazione in calo e non in aumento.
Alla luce di tutto ciò, il giudizio sulle azioni europee è negativo, soprattutto per quanto riguarda i ciclici. Lo scenario di base rimane un forte indebolimento della crescita, che si traduce in un aumento dei premi per il rischio e in un calo delle aspettative sugli utili, con un impatto sulle azioni solo parzialmente compensato da un calo dei rendimenti obbligazionari reali. Queste ipotesi sono coerenti con un ribasso del 20% per lo Stoxx 600 a 365 entro il terzo trimestre. Le proiezioni macro indicano inoltre una sottoperformance del 15% per i ciclici rispetto ai difensivi e del 10% per i titoli value rispetto a quelli growth.
I settori che si salveranno
Ad ogni modo, nonostante questo contesto macro difficile, gli analisti di Bofa vedono ancora un significativo potenziale di rialzo per alcuni titoli.
- Per quanto riguarda i titoli finanziari, gli analisti del settore bancario continuano ad essere positivi, visti i benefici del ciclo dei tassi in corso e i minori rischi sui portafogli prestiti. A livello di titoli HSBC e NatWest sono le migliori scelte.
- Nei settori dei consumi, il giudizio è positivo sui beni di lusso, grazie soprattutto alla riapertura cinese e al potere dei prezzi. Si prevede una crescita degli eps del 18% circa. LVMH e Richemont sono i titoli da monitorare. Nel settore delle bevande, la società dalle migliori prospettive è Heineken.
- Nel settore dell’energia e dei servizi di pubblica utilità, Shell è tra le top pick insieme alla società di esplorazione e produzione di gas Energean. RWE potrebbe essere invece la scelta migliore nel settore dei servizi di pubblica utilità. Bofa inoltre opportunità di rialzo per diversi titoli del settore industriale (Siemens, Spirax-Sarco, AutoStore) e aerospaziale (Airbus, Safran), mentre privilegia Ashtead e Kingspan tra i materiali da costruzione e Deutsche Post tra i trasporti.
- Infine nel settore tecnologico, è prevedibile un andamento positivo dei prezzi/volumi per i semiconduttori (ASML, BESI), mentre nel settore sanitario AstraZeneca e Merck sono i titoli su cui puntare.
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