Il gruppo Ferretti avrebbe dovuto quotarsi lo scorso 16 ottobre. L’Ipo era stata rimandata al 21, e il prezzo di collocamento abbassato da 3,7 euro a 2,25
La decisione di non procedere alla quotazione è stata presa “nonostante l’apprezzamento manifestato dagli investitori, in particolare italiani e asiatici”
Secondo indiscrezioni la società degli yacht potrebbe procedere con un collocamento privato in primavera
Dopo giorni di riflessioni con il management e trattative, il gruppo nautico ha comunicato di aver preso la decisione di interrompere l’offerta relativa al collocamento privato delle azioni ordinarie della società, riservato esclusivamente a investitori qualificati in Italia e investitori istituzionali esteri e finalizzato alle negoziazioni delle azioni sul mercato telematico azionario (Mta) organizzato e gestito da Borsa Italiana.
Questo, “nonostante l’apprezzamento manifestato dagli investitori, in particolare italiani e asiatici che hanno sostenuto e creduto nell’azienda”, ma piuttosto perché “il deterioramento delle condizioni dei mercati finanziari non consente di valorizzare correttamente la società”.
La “cosa più bella dell’Ipo che abbiamo fatto è stato il sostegno degli investitori italiani”, ha commentato l’amministratore delegato Alberto Galassi. “Ci hanno dato in particolare il loro sostegno Generali,Mediolanum, Fideuram e Kairos. In particolare Mediolanum e Generali rientrano tra i primi 6 investitori che hanno aderito all’Ipo”, ha aggiunto.
“Ferretti Group – prosegue la nota del gruppo – continuerà a perseguire i propri obiettivi di sviluppo e di crescita considerate le ottime condizioni patrimoniali, di liquidità e di successo commerciale che sono tali da consentire all’azienda l’esecuzione del proprio piano industriale già totalmente finanziato dagli azionisti e dal sistema creditizio verso il quale l’azienda vanta una posizione di debito nullo”.
Nata a Bologna nel 1968 per mano dei fratelli Alessandro e Norberto Ferretti, la società è oggi di proprietà cinese. Il gruppo Weichai controlla infatti l’86% del capitale, con il figlio di Enzo Ferrari, Pietro Ferrari, entrato nel capitale nel 2016 al 13,2%. Il gruppo – secondo quanto riferito da Reuters – starebbe trattando “per un private placement” che potrebbe realizzarsi in primavera. La società sarebbe in particolare negoziando con un investitore europeo pronto a entrare nel capitale già nel 2020 con una quota del 30%.