Ultimamente, alle fiere, mostre ed esibizioni meno commerciali del mondo dell’arte – quali Documenta 15 – sono apparsi cartelli propagandistici del concetto di Floraissance, che ritiene l’arte contemporanea ormai sorpassata, l’artista come un giardiniere e il museo come un vivaio. Ma cos’è esattamente la Floraissance?
La Floraissance è un movimento artistico creato da André Feliciano, artista brasiliano classe 1984, che durante i suoi studi in Fine Arts ha capito di dover “superare” l’arte contemporanea e coltivare un’idea che risponda alla domanda: “what’s next”? Usando inizialmente il mezzo della fotografia – che per l’artista ben rappresenta la contemporaneità, ovvero la vita “intrappolata nel momento” – André si è sempre più distaccato dall’arte “conosciuta” per immaginare un nuovo paradigma. Sua grande ispirazione, come da lui indicato nell’artist book scaricabile dal proprio sito (Floraissance Vivarium), sono state le idee di Vilém Flusser, filosofo della fotografia, ed in particolare il testo “Towards a Philosophy of Photography”. Qui, Flusser spiega che “una filosofia della fotografia deve rilevare che non c’è posto per la libertà umana nell’area della programmazione e della tecnologia” e che è necessario “un nuovo livello di consapevolezza per creare un nuovo modello di libertà nell’era post-industriale”
Feliciano è dunque partito nel suo intento abbandonando la macchina fotografica ed iniziando a realizzare fotogrammi colorati mediante esposizione alla luce diretta, in quella che lui stesso ha successivamente identificato come la sua fase di arte “moderna”. Nella fase “post-moderna”, ovvero durante gli anni dell’accademia, l’artista ha introdotto nella sua pratica l’idea di fotografia come feeling, realizzando disegni, sculture e stampe invocando la fotografia come un modo di vedere la realtà, e non più un mezzo. La fase “contemporanea” è stata successivamente caratterizzata dalla performance: André si è sentito e comportato come il contemporaneo fino al proprio ventiduesimo compleanno, quando ha organizzato un party per celebrare il “contemporaneo che invecchia”, passando di conseguenza alla fase più evoluta della propria pratica artistica.
Le opere “Photography Fruit, 2012 harvest” e “Firefly Positive Light Photogram” (2019) di André Feliciano
Qui è nata l’idea dell’”art-gardener”: un nuovo lavoro artistico per Feliciano non dissimile da quello di curatore, critico d’arte, artista. Il compito dell’art-gardener è a tempo pieno e richiede la coltivazione della Floraissance. La Floraissance, un termine nato dall’unione delle parole “flor” (fiore) e “Renaissance”, è un vero e proprio movimento artistico che vuole riportare l’essere umano il più possibile a contatto con la natura. Da un punto di vista filosofico, la Floraissance – che identifica l’era in cui viviamo come “antropocene” in cui l’essere umano è una forza dominante sul resto del pianeta – si chiede come l’uomo possa sviluppare una nuova relazione con la natura al fine di preservarla. Questa corrente, associata da Feliciano ad un mondo più femminile, dovrebbe portarci a sviluppare una mentalità sul lungo periodo attenta all’utilizzo dell’energia, allo smaltimento dei rifiuti e a mangiare cibo prodotto in modo sostenibile. Da un punto di vista artistico, André ha recentemente raggiunto l’ultimo stadio della propria ricerca: la fotografia del mondo in cui viviamo, resa attraverso le parole. Il testo “zero-dimensionale”, si presenta con verbi all’infinito ed è caratterizzato dalla mancanza di punteggiatura, creando delle immagini senza spazio e dimensione.
L’estratto di un’opera “zero-dimensionale” di André Feliciano
I lavori di André – oggi rappresentato dalla Zipper Galeria di San Paolo – sono stati esposti in numerosi musei e fiere. In particolare, le installazioni “Camera flowers” (che comprendono delle piccole fotocamere attaccate agli steli di fiori diversi, all’interno di una serra) hanno riscosso particolare successo a Photoville 2012 (Brooklyn), al Sao Paulo Museum of Modern Art (MAM), al Tomie Ohtake Institute (San Paolo), al Goethe Institute di San Paolo e si trovano anche nella collezione della Bonni Benrubi Gallery di New York. Nel novembre 2021, è stato organizzata anche la prima “Vivarium Exhibition” a Città del Messico.
In una recente intervista, Feliciano ha spiegato che non ha più controllo né sulla reazione delle persone al concetto di Floraissance, né sullo sviluppo del movimento stesso. Anche durante la pandemia, tramite la propria pagina Instagram (welcome_to_the_floraissance) André è stato contattato da persone interessate al movimento e al suo lavoro (qualcuno ha addirittura ipotizzato che il termine Floraissance fosse brevettato o di proprietà dell’artista, e gli ha chiesto il permesso di utilizzarlo). Il movimento della Floraissance è finalmente sfociato in un collettivo di persone che diffondono l’idea della stessa nelle proprie discipline: non solo arte, ma anche diritto, medicina, scienze sociali. In questo contesto, Feliciano è più che felice di assumere il ruolo di professore – dal 2017 insegna un programma di sustainable design all’USDAN Summer Camp of the Arts, Long Island – introducendo l’idea di Floraissance nella cultura comune. “Se insegno a qualcuno come cantare una canzone” ha spiegato “questa persona potrà insegnarla a qualcun altro, che a sua volta può insegnarla ad altri, rendendo la canzone viva nella cultura popolare. La vita dell’art-nature è strettamente legata a quanto l’opera d’arte ricomprenda in sé un processo educazionale”.