Sul podio del ranking con asset finanziari netti pro capite pari a 218.470 euro gli gli Stati Uniti. Seguono la Svizzera (212.050) e la Danimarca (149.240)
I depositi bancari tricolori sono saliti del 7,2% grazie ad afflussi record di nuovi risparmi balzati del 70% nel 2020
Stati Uniti in vetta alla classifica
In questo contesto, con attività finanziarie nette pro capite pari a 62.780 euro, l’Italia ha mantenuto salda la 17esima posizione nella classifica dei 20 paesi più ricchi, superando la Germania con 61.760 euro. Sul podio del ranking gli Stati Uniti con asset finanziari netti pro capite pari a 218.470 euro, la Svizzera (212.050) e la Danimarca (149.240). Se si confrontano i dati con la classifica del 2000, tuttavia, il Belpaese ha accusato l’urto di un profondo scivolone (perdendo ben 11 posizioni). La top 10, di conseguenza, oggi ha un aspetto differente rispetto a vent’anni fa e vede maggiormente rappresentate il Nord Europa e l’Asia, con Stati Uniti e Svizzera ancora in cima ma in posizioni invertite.
Asset finanziari globali sui 200mila miliardi
Ma cosa sta accadendo nel resto del mondo? Il report ha analizzato la situazione patrimoniale e debitoria delle famiglie distribuite in circa 60 paesi evidenziando come gli asset finanziari globali (che includono liquidità e depositi bancari, prodotti assicurativi e pensionistici, titoli e altri prodotti finanziari, ndr) siano balzati nel 2020 del 9,7% toccando per la prima volta quota 200mila miliardi di euro. A fare da traino principalmente il cosiddetto “risparmio forzato”, con i nuovi accantonamenti in crescita del 78% al record assoluto di 5.200 miliardi. I depositi bancari mondiali sono impennati dell’11,9%, ancor più del precedente picco dell’8% del 2008.
“I dati principali sono impressionanti”, osserva Ludovic Subran, capo economista di Allianz. “Ma dovremmo scavare un po’ più a fondo. La maggior parte delle famiglie non ha risparmiato realmente, ma ha semplicemente messo da parte i propri soldi. Tutto questo denaro inattivo sui conti bancari è un’opportunità sprecata. Invece, le famiglie dovrebbero investire nella loro pensione e nella transizione verde, consentendo alle società di padroneggiare le sfide fondamentali che dobbiamo affrontare, il cambiamento climatico e quello demografico. Il timore è che, se le famiglie alla fine inizieranno a non risparmiare più, il denaro finirà per reazione nei consumi, alimentando così solo l’inflazione. Abbiamo invece urgente bisogno di una nuova cultura del risparmio”.