Stando all’indice dei prezzi al consumo, si registra un aumento del costo medio di beni e servizi pari al 3,90%. Questo dato fa riferimento a un periodo di 12 mesi , terminato a Dicembre 2021. Di certo non eravamo abituati a una simile situazione, essendo reduci di un decennio in cui l’inflazione era pressoché inesistente.
Ne avvertiamo gli effetti nel momento in cui facciamo la spesa, per esempio: vestiti, gas, automobili, generi alimentari, elettrodomestici sono tutti beni il cui costo è salito notevolmente.
A farne i conti maggiormente sono senza dubbio i pensionati e coloro che sono prossimi al pensionamento.
Per rendere più chiara la situazione: se l’attuale tasso di inflazione del 3,90% persistesse malauguratamente per cinque anni, il potere d’acquisto di un conto di 1 milione di Euro in contanti si ridurrebbe fino a € 682.092, penso per una perdita di valore di 317.908€ non faccia lasciare indifferenti. Ma anche un piccolo aumento dell’inflazione del 2% o del 2,5% può avere un impatto considerevole. Un milione di Euro, con un’inflazione del 2%, ridurrebbe in 25 anni il potere di acquisto a 603.465€ e a 531.026€ con un’inflazione al 2,5%.
Ciò che incuriosisce è come il risparmiatore medio si preoccupi di pochi giorni di volatilità dei mercati, consultandosi con il proprio referente finanziario, solo per aver letto titoli di giornali che urlano al “denaro bruciato”, ma rimanga inerte quando il valore di acquisto dei propri soldi fermi su conti correnti prenda invece fuoco completamente.
L’unica mossa che abbiamo da giocare è prepararci finanziariamente a vite di 100 anni, tenendo ben presente che corriamo il rischio concreto di sopravvivere oltre i nostri soldi. In tutto ciò probabilmente l’inflazione aumenterà più a lungo, ma questo non va visto necessariamente come qualcosa di negativo. Ci spinge infatti a una pianificazione più accurata, a riequilibrare il proprio portafoglio, considerando che anche il pensionamento potrebbe non essere sufficiente a far fronte agli effetti dell’inflazione.
Bisogna dunque prepararsi ai futuri costi di assistenza, guardando in avanti con lungimiranza. Nonostante le molteplici malattie, cui abbiamo dovuto far fronte, la storia ci insegna che l’uomo ha costantemente aumentato la propria longevità. Non possiamo perciò non tenerne conto e non prevederne tutti i costi associati, se vogliamo vivere un futuro agiato.
Per fare un esempio, una coppia di 65 anni può arrivare a spendere in pensione anche €270.000 di spese sanitarie vive. Considerando che l’aumento del costo dell’assistenza sanitaria tende a superare l’inflazione, è fondamentale pianificare tutto ciò in anticipo.
Un’altra opzione da considerare è una polizza di assicurazione sulla vita, con un’indennità per l’assistenza a lungo termine. Questa potrebbe potenzialmente coprire alcuni costi sanitari fornendo anche un’indennità ai beneficiari, in caso di morte.
L’inflazione non è qualcosa che possiamo controllare, ma ci sono misure concrete che si possono adottare per ridurne l’impatto sulla nostra sicurezza pensionistica.
Discutere ognuna di queste strategie con il proprio consulente finanziario e con professionisti legali e fiscali può aiutare a garantire un futuro migliore, più in linea con ciò che si è sempre desiderato per i propri anni di pensionamento, anche se l’inflazione dovesse aumentare ulteriormente il costo della vita.