Si pensa che la grande incognita della pianificazione della longevità sia quanto a lungo vivremo. Non è così. Sappiamo che l’aspettativa di vita media oggi è 82,5 anni (circa 80 anni per gli uomini e circa 85 per le donne), in continua crescita tanto che per metà secolo si parla di 88 anni. Ma occorre anche sapere che chi supera gli 80 anni ha già oggi più probabilità della media nazionale di raggiungere i 90. Quindi, per stare dalla parte dei saggi, sarebbe corretto pianificare almeno a 90 anni. Alcuni enti finanziari americani stanno già lavorando sull’orizzonte dei 100 anni.
Allora la vera incognita è identificare i rischi di una longevità così inedita.
La società nutre un immaginario collettivo formato quando la vita durava trent’anni in meno e pensione pubblica e risparmi personali garantivano una vecchiaia dignitosa. Come cambiano le attitudini e le aspettative di chi va in pensione con 25/30 anni di vita davanti? Come cambiano il corpo e le sue necessità, come cambia il rapporto di comfort con la casa in cui viviamo, come cambia la socialità? Quali sono, appunto, i rischi della longevità: finanziari, fisici, cognitivi, sociali e familiari. Ma soprattutto, quali di questi sono controllabili e quali no. Nella longevità le due categorie sono nutrite, ma ce n’è una ancora più grande che comprende i rischi “misti” che in parte possiamo ridurre, contenendone l’impatto negativo sulle finanze, sulla qualità
della vita nostra e di chi ci vuole bene.
Rischi controllabili e non
Tra i rischi controllabili sicuramente c’è il rapporto tra spesa e risparmio: per questo motivo è importante una pianificazione realistica che metta a confronto flussi di reddito fissi e variabili, risparmio e flussi in uscita. Tra i rischi control-abili facciamo rientrare anche la scelta di asset allocation. Per entrambi, la flessibilità e la continua revisione – ben diversa dall’affannosa consultazione quotidiana dei propri guadagni – sono elementi fondanti che richiedono non solo un rapporto di fiducia e assiduità tra cliente e consulente, ma anche la volontà del cliente stesso di tenersi aggiornato rispetto alle evoluzioni economiche e geo-politiche che possono interessare il proprio portafoglio.
La categoria dei rischi non controllabili comprende tutto ciò che troverebbe posto solo in una sfera di cristallo: la volatilità dei mercati, l’andamento dell’inflazione e quello dei tassi, così come le politiche economiche e fiscali del nostro Paese e quelle di altri Paesi che si possono ripercuotere su di noi. Per fortuna è nutrita l’area dei rischi che almeno in parte possiamo controllare e qui si spende la qualità della pianificazione. Sempre in ambito finanziario, possiamo controllare l’esposizione del capitale a rischio, l’erosione per malattie gravi che limitino la nostra autonomia o quella di un nostro congiunto: più il Paese invecchia più il sistema sanitario rischia di andare in stress. In questa logica, è sempre più importante tutelarsi con una polizza sanitaria per coprire la spesa privata in cui si incorrerà sempre di più, e con una polizza Long Term Care per mettere sotto controllo la spesa per la gestione di un’eventuale non autosufficienza.
Longevità a 360°
Nel caso di imprese di famiglia, ci è dato controllare in parte il rischio di continuità d’impresa valutando l’adozione di strumenti giuridici in grado di pianificare e addirittura anticipare la successione, anche con la cessione della sola nuda proprietà delle quote, all’erede designato.
La clientela sempre più longeva della Consulenza Finanziaria ha anche bisogno di sempre maggiore consulenza su forme utili e convenienti di anticipazione parziale del trasferimento di ricchezza a eredi che altrimenti la vedrebbero arrivare troppo tardi perché abbia un ruolo nell’evoluzione delle loro vite. Se gestite attraverso il Consulente di fiducia, queste anticipazioni estenderanno l’area della consulenza anche ai familiari destinatari.
È possibile attraverso la pianificazione della longevità limitare parzialmente anche i rischi cui sarà esposto il coniuge o il partner più longevo. Non è solo questione di successione ma anche di tutelarne gli anni più estremi in solitudine: la casa, i flussi di reddito, le necessità di cura e assistenza.
La nostra tenuta psico-fisica nel tempo è parzialmente sotto il nostro controllo, non solo attraverso stili di vita e prevenzione, ma anche a partire dalla casa in cui abitiamo e dalla sua adeguatezza, da quanto sarà confortevole quando saremo grandi anzianie in là negli anni.
La longevità è un regalo della nostra capacità di evolvere e progredire, pianificarla è un modo per mappare i rischi e tutelarsi da quelli che ci lasciano margine di manovra. Il fine ultimo non è vivere a lungo, ma vivere bene il più a lungo possibile, e mantenere intatto quel patrimonio che abbiamo costruito nella carriera di una vita.