Quando si parla di longevity si spazia dalla medicina alla scienza e aggiungerei fino alla fantascienza, perchè quando leggiamo di ricerche focalizzate sul clonare i nostri neuroni e le nostre sinapsi, da inserire in un computer per farci vivere in eterno, ci sembra la trama di un film, fino a scoprire che tanto incredibile non è considerato che si è già riusciti a clonare i 302 neuroni di un verme.
Longevity: dati e trend dell’invecchiamento della popolazione
In attesa di quel futuro, che un po’ ci spaventa, proviamo a rielaborare quale può essere il significato per noi di “longevity” e come convivere con questo naturale processo. L’invecchiamento, infatti, non esprime una società più vecchia, ma rappresenta una società che invecchia più lentamente.
Studi rilevano che gli over 50 sono in più di 2 miliardi nel mondo e rappresentano circa l’80% della ricchezza globale. I baby boomer, ovvero i nati tra il 1946 e il 1964, rappresentano la generazione che ha creato l’ultimo grande boom economico a livello mondiale, persone che non pensano certamente di lasciare il testimone ad altri perché si sentono vecchi, anzi sono certi di avere ancora molto da dare per sviluppare una nuova “silver economy”, utile per supportare lo sviluppo delle nuove generazioni, diffondendo know-how per far decollare le startup odierne anche se in campi diversi.
Come cogliere le opportunità della longevity
E allora: se la scienza è in grado di rallentare l’invecchiamento del nostro Dna (metformina), se gli investimenti globali si indirizzano sempre più verso la sostenibilità migliorando la qualità di vita (Esg), se i governi si organizzano per supportare una terza età sempre più numerosa e longeva, riducendo l’incoerenza tra longevità e prepensionamento, noi consulenti finanziari come possiamo cogliere la grande opportunità che ci offre questo importante cambiamento, che ci consentirà di pianificare i progetti di vita e i desideri dei nostri clienti per ulteriori 10 anni?
Lo studio associato tra consulenti finanziari
Tralasciando le varietà di prodotti a cui attingere, si potrebbe diffondere una modalità diversa di lavorare, nella quale la competenza sarà la leva competitiva più importante, conosciuta – ma a volte sottovalutata – ossia lo studio associato tra consulenti finanziari attraverso accordi in team.
Anche in questo caso il valore della squadra è superiore a quello del singolo; immaginiamo un gruppo eterogeno di professionisti con differenti livelli di età che si specializza su competenze diverse: l’esperto in fiscalità e passaggio generazionale potrebbe consigliare come proporre il trasferimento dell’azienda, consigliare la redazione di un testamento – in Italia solo l’8% delle persone è propenso a sottoscriverne uno – oppure anticipare parte dell’eredità per generare nuova ricchezza per i futuri eredi.
Chi possiede maggiori competenze sulla previdenza potrebbe proporre prodotti e servizi tutelanti, considerato che dal pensionamento l’aspettativa di vita equivale quasi il periodo in cui abbiamo lavorato (circa 30 anni).
L’esperto in real estate potrebbe suggerire una migliore gestione degli asset immobiliari, visto che il 50% degli immobili in Italia è di proprietà degli over 50.
Anche il giovane professionista, che con la sua modalità di comunicazione intergenerazionale, potrà contribuire nel proseguimento del rapporto consulenziale con le nuove generazioni del nucleo familiare, mentre l’esperto in comunicazione e marketing potrà lavorare su eventi, o dialogare con nuove modalità social.
Insomma, una consulenza completa da offrire a clienti più esigenti, di maggior esperienza, abituati a ricevere servizi di eccellenza, oltre al desiderio di continuare a sognare… perché noi baby boomer non ci sentiamo per nulla “vecchi”, anzi vogliamo ancora creare valore e avere a che fare con un “dream coach” ci farebbe sentire molto più vivi e dinamici, aiutandoci a progettare un futuro migliore per noi e per le nostre prossime generazioni rendendoci antenati ancor più degni.