L’Internal Revenue Service americano, nota anche come “Irs”, ossia la corrispondente amministrazione finanziaria italiana, ha di recente allertato i contribuenti residenti negli Stati Uniti su uno schema fiscale abusivo che coinvolge le opere d’arte con lo scopo di far conseguire ai collezionisti un illegittimo risparmio di imposta. La segnalazione è stata fatta con una nota del 5 ottobre scorso con la quale l’Irs ha messo in guardia i collezionisti dal diffidare di consulenti che offrono opere di artisti a prezzi “scontati” suggerendo di donarle, dopo un certo lasso di tempo, a musei e altri enti a un valore di mercato di molto superiore in modo da conseguire una detrazione di imposta nella dichiarazione dei redditi. Negli USA, infatti, diversamente dall’Italia, le donazioni di opere d’arte possono essere detratte dalle imposte per il corrispondente valore. Nel mirino di questi “promotori” ci sono i nuovi grandi patrimoni personali che sempre più investono in opere d’arte una quota che si aggira tra il 5 e il 15% degli investimenti totali e che hanno una conoscenza del mercato dell’arte non approfondita.
Questi programmi sono progettati, si legge nella nota dell’Irs, per incoraggiare gli acquirenti a donare l’opera d’arte dopo aver atteso almeno un anno dall’acquisto e a richiedere una detrazione fiscale per un valore equo di mercato gonfiato, che è sostanzialmente superiore a quanto pagato per l’opera d’arte. I promotori possono suggerire ai contribuenti di donare opere d’arte ogni anno in modo da acquistare una quantità di opere d’arte che garantisca uno specifico importo detraibile desiderato dal contribuente.
I promotori possono anche fare in modo che alcuni enti di beneficenza accettino le donazioni. Inoltre, i promotori oltre alle opere e al beneficio fiscale offrono servizi aggiuntivi come lo stoccaggio, la spedizione e l’organizzazione della valutazione e della donazione dell’arte. Lo schema ruota intorno alla promessa, fatta dal promotore, che le opere d’arte offerte ai collezionisti valgono molto di più del prezzo di acquisto.
L’IRS ha in corso negli USA numerose indagini su questi schemi fiscali abusivi. Queste attività di controllo coinvolgono necessariamente anche l’analisi delle donazioni effettuate dai contribuenti soprattutto se di valore consistente.
Al momento l’amministrazione finanziaria USA ha recuperati più di 5 milioni di dollari in tasse aggiuntive intercettando schemi fiscali di questo tipo.
Alcune regole d’oro fornite dall’Irs, ma estendibili anche a tutti i collezionisti non solo americani per evitare truffe, possono aiutare a non cadere in comportamenti passibili di sanzioni oltre al pagamento delle imposte illegittimamente risparmiate.
I collezionisti dovrebbero diffidare dell’acquisto di più opere dello stesso artista che hanno poco o nessun valore di mercato al di fuori di quello che il promotore potrebbe pubblicizzare. Un altro campanello d’allarme è l’impiego da parte dei promotori di periti al fine di supportare la qualità dell’opera senza però descrivere adeguatamente le caratteristiche tipiche del valore come rarità, età, qualità, condizione, statura dell’artista, prezzo pagato all’origine e quantità acquistata.