Il saldo positivo della bilancia commerciale italiana verso il Regno Unito a fine 2019 era di circa 9,3 miliardi di sterline
Sulla scia della crisi l’export verso il Regno Unito ha subito un crollo compreso tra il 22 e il 23%
Ferdinando Pastore, direttore di Ice Londra: “Quello che a noi interessa è che il flusso delle nostre esportazioni resti al pari degli altri paesi, perché la Brexit è una questione che non riguarda solo l’Italia. Tutti dovranno adeguarsi e confrontarsi con la regola della concorrenza”
Quali potrebbero essere i settori più colpiti?
“Il 30% dell’export italiano è rappresentato dalla meccanica strumentale. A questo si aggiungono gli altri ambiti del made in Italy, come la moda e l’agroalimentare, ma tutti i settori sono minacciati. Perdere quote di mercato per il 30-35% per il settore della meccanica strumentale e il 12% per il settore della moda o del food&beverage in ogni caso rappresenterebbe uno shock. A questa situazione si aggiungono poi gli effetti della pandemia. I dati relativi alla fine dello scorso anno si scontrano oggi con una realtà diversa. Nei primi sette mesi abbiamo registrato un calo dell’interscambio di quasi il 20%. Le esportazioni in valore sono diminuite del 22-23%, anche se leggermente meno rispetto ai competitor (per la Germania si parla del -28%, per la Francia siamo intorno al -35%)”.
Cosa accadrà a partire dal 1° gennaio?
“Deal o no-deal, dal primo gennaio le cose cambieranno. Le aziende che esportano potrebbero scontare delle difficoltà, a partire da come si imballa, l’etichetta sulla bottiglia (nel caso delle esportatrici di vino, ad esempio), quali sono i dazi e le accise, ma anche altre complicazioni che al momento non conosciamo. Ma il vero problema oltre la Brexit, ripeto, è la pandemia. I dati sull’export si riflettono sulle difficoltà delle nostre aziende abituate a organizzare incontri reali con i partner commerciali, un problema cui stiamo cercando di trovare soluzione con iniziative anche in forma virtuale”.
In che modo supportarle in questo contesto?
“Quando tutto sarà delineato in maniera chiara e sapremo cosa accadrà per ogni tipo di prodotto e ogni tipo di procedura, cercheremo di dare le informazioni operative necessarie su come muoversi. La formula è informazione, assistenza, interventi tecnici e, auspicabilmente, promozione. Noi abbiamo già un desk di assistenza diretta attivato su sollecitazione della presidenza del Consiglio dei ministri, nella consapevolezza di quanto questo mercato sia rilevante sia per le nostre pmi che per i grandi gruppi. Speriamo di poter portare avanti un discorso coerente con il brand made in Italy, quindi innovazione, originalità e qualità”.