Per identificare le nuove sfide, le loro possibili soluzioni per superarle e tracciare così una roadmap per il futuro del private insurance, Wealins, compagnia assicurativa lussemburghese con oltre 30 anni di esperienza, ha organizzato il primo Wealth Insurance Forum. Tra i numerosi temi emersi durante l’evento, tenutosi in Lussemburgo il 21 e 22 settembre 2023 e che ha visto coinvolti oltre 200 partner venuti da tutta Europa, due sono risultati di particolare interesse: il ruolo che il private equity può giocare per il private insurance e la rilevanza sempre maggiore che la sostenibilità sta assumendo anche in questo settore.
Private equity, un alleato inaspettato
“Almeno a prima vista, private equity e private insurance potrebbero non sembrare ‘complementari’. Con un’analisi più approfondita si scoprono tuttavia tratti comuni e particolarmente utili per servire gli obiettivi di wealth planning della clientela Hnw”, afferma a We Wealth Berardo Staglianò, Country manager Italy di Wealins. “Il private equity è infatti molto apprezzato da chi ricerca rendimenti decorrelati dai mercati tradizionali e strumenti che consentono di investire nell’economia reale. Di regola, i fondi di private equity sono poco liquidi, mentre le polizze vita unit linked, strumento principe del private insurance, pur rispondendo a esigenze di preservazione del capitale, servono anche quelle relative alla sua trasmissione. Grazie all’attenta attività di analisi del team di private equity di Wealins è possibile affiancare la liquidità della polizza a un investimento tipicamente illiquido come quello in azioni non quotate. Le parole chiave della possibile “exit strategy” sono: trasferibilità per tutti gli asset, che può essere garantita contrattualmente, e mercato secondario /otc per obbligazioni e azioni”, spiega Staglianò.
“Wealins ha sviluppato un quadro per permettere l’inserimento di asset di private equity all’interno delle polizze unit linked. Al contempo, abbiamo definito un elenco di Paesi e settori economici ritenuti più sensibili e che richiedono maggiore attenzione durante la fase di analisi e durante la vita dell’investimento, addirittura escludendone alcuni del tutto.
Una volta che l’investimento proposto è stato accettato, i nostri professionisti esplicano tutti gli adempimenti burocratici necessari, lavorando a stretto contatto con i partner e gli altri operatori coinvolti. Si apre poi una fase di monitoraggio dedicata alla valutazione, alla registrazione continua dell’asset nel portafoglio collegato alla polizza assicurativa e alle relazioni con la banca depositaria e con le aziende investite. Nel prossimo futuro sicuramente il private equity rimarrà uno strumento allettante per il wealth insurance, e ancora più democratizzato con l’introduzione del regolamento ELTIF II in vigore da gennaio 2024.
Wealth insurance e sostenibilità
“L’impegno nei confronti dell’Agenda Onu 2030 rappresenta un’opportunità unica di unire la ricerca di profitto alla salvaguardia del futuro del pianeta e delle generazioni future. Anche il wealth insurance dovrà rispettare i requisiti imposti dalle nuove politiche dell’Ue del Green Deal e dell’Agenda per la finanza sostenibile, in particolare quelli dettati dalla Sfdr (Sustainable finance disclosure directive) e dalla Crsd e (Corporate sustainability reporting directive)”, afferma Staglianò. “In Wealins siamo orgogliosi di poter contare su una forte rete di esperti determinata a dare ai nostri clienti gli strumenti e il supporto necessario per poter guidare il futuro”, conclude, “di questo siamo ancora più convinti quando questo serve ad aprire la strada a un ecosistema finanziario più sostenibile”.
Articolo tratto dal Magazine di Ottobre 2023