La referenza 1526 è un calendario perpetuo su cassa tipica Calatrava, orologio estremamente elegante, dalle dimensioni corrette per l’epoca in cui fu prodotto. La Patek Philippe ne realizzò nel periodo che va dal 1941 al 1952 solo 210 esemplari, la maggior parte in oro giallo, alcuni in oro rosa e un unico esemplare in acciaio, appunto il lotto 87. La referenza 1526 si differenzia dalla referenza 1518 per l’aggiunta, in quest’ultima, del movimento cronografico.
Questa dicotomia ha rappresentato un leitmotiv costante della produzione Patek Philippe, come si evince dalla referenza 2497 (e poi 2438-1) con il solo calendario perpetuo e dalla referenza 2499 a cui è stata aggiunta la complicazione del cronografo; e infine con il 3448 e le successive serie del 2499. In realtà il lotto 87 ha in comune con la canonica referenza 96 solo il movimento e ciò spiega l’unicità dell’orologio, che fu forse prodotto esclusivamente per un cliente particolare.
Secondo alcune ricerche l’orologio fu commissionato per uno dei personaggi americani più fortemente legato alle competizioni sportive automobilistiche, Briggs Swift Cunningham II. Ricordato per aver vinto da skipper la prestigiosa America’s Cup nel 1958 con il Columbia, ma forse ancor di più per aver partecipato svariate volte alla 24 ore di Le Mans con una macchina da lui stesso concepita e realizzata, Briggs Cunningham, basandosi sulle potenti 8 cilindri Cadillac o Chrysler, costruì, seguito da un team di eccellenti professionisti, la Cunnigham C-4R con la quale appunto corse come pilota la 24 ore di Le Mans.
Il lotto 87 si caratterizza per avere una cassa di una dimensione maggiore, uno spessore più elevato e anche una forma molto diversa della lunetta e della larghezza delle anse.
Ma la differenza più importante, a mio avviso, la si ravvisa nel quadrante. Ad oggi è l’unico 1526 che si conosce con la presenza non solo di tutti gli indici arabi (contrapposto all’alternanza dell’indice con numero arabo e indice con “pallino” tipico dei 1526), ma anche con l’aggiunta di smalto nero per rendere forse ancora più leggibile il quadrante. Completa la meravigliosa opera cromatica la presenza di sfere in acciaio brunito blu.
Quanto alla rarità, non c’è confronto: uno degli orologi più rari mai prodotti, il 1518 in acciaio (del quale We Wealth si occuperà in un articolo successivo) a oggi è conosciuto in almeno quattro esemplari, mentre il 1526 acciaio è un pezzo assolutamente unico. Avete voglia di vederlo? Un collezionista italiano tentò con tutte le sue forze (risorse) di comprarlo, ma una meraviglia tale non poteva non finire laddove fu concepito e nacque, vale a dire al museo Patek Philippe.
Non fu pagato poco, 4.137 milioni di franchi svizzeri, circa 12 anni fa, ma il prezzo è giusto. Chiunque ami gli orologi dovrebbe poter avere l’opportunità di ammirarlo.