La crescita economica europea è “abbastanza modesta rispetto ad altre aree geografiche: si parla di una crescita del Pil compresa tra l’1% e il 2% rispetto al 2%-3% e oltre” degli Usa
Per Carmignac, l’Europa “non sta beneficiando di una marea che salendo solleva tutte le barche e la Brexit rappresenta un ostacolo da superare”
“L’Europa – ricorda Denham – si trova oggi ad affrontare molte sfide, tra cui le controversie in materia di bilancio tra il governo italiano e la Commissione Europea. La crescita economica è abbastanza modesta rispetto ad altre aree geografiche: si parla di una crescita del Pil compresa tra l’1% e il 2% rispetto al 2%-3% e oltre degli Stati Uniti e ai livelli ovviamente molto più elevati dei mercati emergenti”.
Il Vecchio Continente “non sta beneficiando di una marea che salendo solleva tutte le barche e la Brexit rappresenta un ostacolo da superare. Tuttavia, quando si considera il Vecchio Continente, parliamo di un mosaico di oltre 20 paesi diversi, e pertanto c’è sempre qualche incognita a livello politico e/o macroeconomico o qualche sfida dietro l’angolo”, aggiunge il manager.
“Chi si rivolge ai mercati azionari europei deve tenere presente che sta investendo su un orizzonte temporale da 3 a 5 anni o superiore e che inevitabilmente questo contesto di mercato sarà caratterizzato da una certa volatilità. Bisognerebbe tuttavia saper sfruttare gli eventi piuttosto che permettere che condizionino il nostro modo di pensare”, prosegue Denham.
“A nostro avviso – continua il manager – le società solide non subiranno forti sconvolgimenti a causa di questi eventi e dovremmo cercare di utilizzare la volatilità nelle fasi di ribasso come opportunità di investimento. L’obiettivo dei nostri investimenti è la costante focalizzazione su aziende con le migliori prospettive nel lungo termine, in grado di crescere autonomamente e che presentano interessanti opportunità di crescita secolare”.
“Per conseguire questo obiettivo adottiamo un approccio di investimento particolare, focalizzandoci su aziende che in passato hanno mostrato una redditività sostenibile elevata e che reinvestono internamente per accrescere la loro attività in futuro. Quindi per noi l’integrazione dei fattori Esg all’interno degli investimenti va di pari passo con la ricerca delle migliori prospettive nel lungo periodo: non si tratta di un’ulteriore vincolo, ma è parte integrante del nostro approccio nella ricerca delle società in cui investire”, sottolinea Denham.
“Non dimentichiamo che in Europa ci sono molte grandi società leader a livello mondiale nei rispettivi settori di riferimento. Se si considerano i mercati azionari europei da un punto di vista globale, negli ultimi anni si sono registrate performance davvero ottime in altre aree geografiche guidate dall’ascesa di alcuni colossi del settore tecnologico del calibro di Amazon e Facebook negli Usa, oppure Alibaba e Tencent nei mercati emergenti”, commenta ancora Denham. Per il manager, “questi player hanno effettivamente determinato l’andamento di alcuni mercati esteri negli ultimi anni, portando i rendimenti a livelli superiori a quelli registrati in Europa, che non ha assistito alla comparsa di simili attori globali”.
“Anche se è facile lasciarsi influenzare, l’Europa vanta indubbiamente alcune aziende leader. Pensiamo a Hermès, Lvmh e Gucci nel lusso, a Vestas e Siemens Gemesa nelle rinnovabili, o ancora a società di abbigliamento sportivo come Puma e Adidas. Pertanto esistono molte grandi aziende europee tra cui gli investitori possono scegliere. Dovremmo quindi cercare di non essere troppo pessimisti verso l’Europa rispetto al contesto globale, cogliendo le opportunità offerte dai leader di mercato e senza farci eccessivamente influenzare da ciò che accade in altri paesi”, conclude Denham.