Un’impresa di qualità può scegliere di investire in Cultura: significa creare valore per chi riceve l’effetto dell’investimento e – pariteticamente – per chi investe. È una scelta produttiva e competitiva che va oltre le logiche meritorie del mecenatismo etico e si nutre di rispetto e amore per il proprio territorio e per il futuro del nostro Paese. Su queste basi la Consulta dei Beni artistici e Culturali di Torino ha sviluppato il suo IX Workshop, tenutosi nel mese di maggio, dedicato ad approfondire l’evoluzione dell’approccio delle imprese alla responsabilità sociale in relazione alla cultura: un’importante tappa di un lungo percorso che nel tempo ha reso Consulta un esempio d’eccezione nel panorama delle associazioni impegnate a favore del patrimonio culturale del nostro paese.
Nata nel 1987 da un piccolo gruppo di amici attivi in primarie aziende torinesi con l’intento di affrontare insieme il problema del grave degrado in cui versava allora il patrimonio storico artistico cittadino, la Consulta di Torino conta oggi 41 Soci, tra le primarie aziende attive nel territorio torinese e non solo. Un nucleo di imprese che sinergicamente investono a favore del patrimonio culturale cittadino, generando di conseguenza valore ed impatti positivi per tutto il territorio torinese e per le persone che vi abitano o vi transitano, non soltanto in termini economici, ma anche in termini di contributo alla conoscenza, grazie all’impegno a favorire l’accessibilità al patrimonio culturale.
Se oggi la “responsabilità sociale” delle aziende e il “senso etico di restituzione” sono sempre più diffusi, anche grazie all’evoluzione dal concetto di sponsorizzazione al concetto di partnership, nonché ad una crescente attenzione alla sostenibilità e ai fattori Esg – environmental, social e governance, lo stesso non si può dire degli anni Ottanta. “La responsabilità sociale delle aziende e il senso etico di restituzione erano all’epoca in grande anticipo sui tempi”, afferma il presidente della Consulta di Torino Giorgio Marsiaj, in carica dal 2020. “Si è trattato di una visione fortemente innovativa, di un progetto e un impegno di lungo periodo, che è un patto tra generazioni: i giovani sono l’energia vitale del futuro e il patrimonio culturale straordinario e vastissimo del nostro Paese va conservato e valorizzato per la miglior fruibilità nei tempi a venire”.
Garantire alle generazioni presenti e future l’accessibilità al patrimonio artistico e culturale
Le attività della Consulta di Torino, ispirate dalla volontà di garantire alle generazioni presenti e future l’accessibilità al patrimonio artistico e culturale cittadino, hanno preso il via da grandi restauri, dettati dall’urgenza delle condizioni dei beni, di notevole qualità artistica, e a forte rischio di conservazione, tra cui il Parlamento Subalpino a Palazzo Carignano, le facciate dell’Archivio di Stato e delle chiese di San Carlo e Santa Cristina e di San Filippo, situati nella zona centrale della città. Molti i progetti di valorizzazione, come la maestosa Cancellata del Teatro Regio realizzata su richiesta della città di Torino e commissionata da Consulta al Maestro Mastroianni. O, ancora, progetti di recupero di beni del patrimonio culturale e artistico della città, come quello del Boschetto dei Giardini Reali, attuato in occasione del trentennale di attività dell’associazione e arricchito dall’installazione di Giulio Paolini – Pietre Preziose – creata con marmi originali della Cappella della Sindone, lesionati dall’incendio del 1987.
La qualità e il rigore nella gestione delle attività hanno consentito a Consulta di aumentare l’impegno a favore del territorio, grazie al rapido aumento del numero di Soci, che hanno contribuito a rafforzare la collaborazione tra pubblico e privato. La crescita ha reso possibile lo sviluppo di attività di comunicazione e di didattica innovative, nonché l’ideazione di momenti di confronto con le istituzioni nazionali, Workshop e l’adozione delle nuove tecnologie per una miglior fruizione dei beni culturali.
In questo percorso, l’associazione ha creduto fortemente negli strumenti di reporting quali veicolo di trasparenza nei confronti degli stakeholder. Fin dal 2017, seppur non obbligata dalla normativa vigente, la Consulta di Torino ha scelto di redigere un proprio Bilancio Sociale, con l’obiettivo di dare evidenza dell’impegno profuso a beneficio del patrimonio culturale cittadino e delle sinergie createsi con il contributo dei Soci. Il Socio Deloitte ha realizzato lo studio del Ritorno Sociale sull’Investimento del progetto di recupero del Boschetto dei Giardini Reali, evidenziando in chiave economica i benefici sociali generati da attività e investimenti di questo tipo.
E il Covid, nelle parole del presidente Marsiaj, non ha di certo fermato le attività di Consulta, ma ha costituito un momento di riflessione volto ad allineare la vision dell’Associazione a nuove esigenze sociali emergenti. “La costanza dell’impegno ha permesso negli anni di realizzare progetti culturali a favore del territorio. La pandemia ha segnato un prima e un dopo e Consulta ha deciso di mantenere i propri impegni e continuare a lavorare nel contesto culturale in cui da sempre opera. Ha rafforzato la propria capacità di ascolto alle istanze sociali e attenzione alle necessità della comunità e, in stretta collaborazione con le istituzioni cittadine, ha promosso iniziative di rigenerazione e valorizzazione urbana nelle aree più fragili della città.”
Il tutto in un contesto di crescente interesse nei confronti della responsabilità sociale d’impresa anche da un punto di vista dell’investimento in cultura. “Negli ultimi anni è apparso evidente come la partecipazione e il sostegno dei privati alla conservazione e alla valorizzazione del nostro immenso patrimonio culturale sia irrinunciabile. Investire in Cultura, specie in un paese come il nostro, costituisce asset identitario delle imprese di qualità. Consulta coniuga in maniera virtuosa i valori dell’impresa con quelli della comunità ed è da sempre animata dall’intuizione che il valore generato dall’investimento in Cultura sia superiore al capitale impiegato. Crediamo in un modello di crescita economica che possa conciliare lo sviluppo con l’attenzione al bene comune. La Sostenibilità è componente strategica e decisionale per contribuire a generare benessere, inclusione e attrattività in maniera responsabile. Questi temi sono stati oggetto di confronto e discussione del IX Workshop di Consulta, tenutosi il 23 maggio scorso.”, continua il Presidente Marsiaj. “Consulta guarda avanti: il futuro va costruito ogni giorno con senso di responsabilità e desiderio di miglioramento. Facciamo squadra per realizzare progetti ambiziosi e utilizzare al meglio il sistema di esperienze a cui ogni Socio contribuisce con le proprie conoscenze e peculiarità.”
Deloitte & Touche S.p.A. è associata da oltre 30 anni alla Consulta di Torino, in linea con una più ampia visione volta a generare impatti positivi nelle società in cui il network Deloitte opera. Deloitte ha infatti attivato WorldImpact, il portfolio di iniziative global attraverso cui le società del network si impegnano generare un impatto positivo sulle persone, i clienti, l’ambiente e le comunità che hanno bisogno di maggiore sostegno. In questo contesto, è stato lanciato Impact for Italy, un progetto a lungo termine con cui Deloitte in Italia vuole rappresentare un punto di riferimento per le Istituzioni e supportare le aziende nelle sfide dell’innovazione e dello sviluppo tecnologico, contribuendo a migliorare i percorsi formativi per creare le competenze necessarie ad affrontare le nuove sfide, favorendo la diversità e l’inclusione e promuovendo la sostenibilità ambientale, economica e sociale.
Molteplici le iniziative a supporto della cultura, sostenute anche con l’ausilio di Fondazione Deloitte, costituita nel febbraio 2016 con l’obiettivo di porsi in modo sempre più responsabile e attento di fronte alla società, a cui Deloitte sa di dovere molto e a cui vuole restituire valore. Tra queste, la partnership con il MUDEC – Museo delle Culture di Milano, il sostegno al percorso formativo di Mus-e, dedicato ai bambini che frequentano la scuola primaria, il patrocinio a mostre e restauri, oltre al supporto a primari enti universitari e formativi nazionali.
Un percorso che ben si affianca a quello di Consulta, nella convinzione che il comparto culturale necessiti del supporto di pubblico, privato e noprofit, per poter esprimere al meglio il proprio potenziale di motore dello sviluppo sostenibile e di integrazione sociale.
L’autrice ringrazia la Consulta per la Valorizzazione dei Beni Artistici e Culturali di Torino per il contributo alla redazione dell’articolo e il Presidente Giorgio Marsiaj per la disponibilità all’intervista.
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