L’Unesco ha lanciato un sondaggio a livello mondiale per consentire a oltre 15mila cittadini di condividere le proprie opinioni sulle sfide più urgenti del prossimo decennio. Un panel composto per il 57% da under 35
Il cambiamento climatico e la scomparsa della biodiversità sono considerate problematiche cruciali dal 67% degli intervistati, guadagnando il primo posto in tutte le regioni e secondo tutti i dati demografici
Seguono “violenza e conflitti” (per il 44%), “discriminazione e disuguaglianza” (43%), “mancanza di cibo, acqua e alloggi” (42%) e “salute e malattia” (37%). Ma con dei distinguo. Ecco anche le possibili soluzioni, a partire dalla cooperazione internazionale
Le successive quattro sfide globali identificate sono “violenza e conflitti” (per il 44%), “discriminazione e disuguaglianza” (43%), “mancanza di cibo, acqua e alloggi” (42%) e “salute e malattia” (37%). Anche se si evidenzia una certa variazione tra regioni e dati demografici. Le donne e le minoranze che hanno partecipato al sondaggio, per esempio, hanno classificato la discriminazione e le diseguaglianze come la seconda sfida globale per importanza dopo il cambiamento climatico e la scomparsa della biodiversità, mentre le comunità indigene dell’Asia e del Pacifico hanno citato al secondo posto le problematiche relative a salute e malattia.
Ad ogni modo, per tutte le sfide gli intervistati sembrerebbero aver dato costantemente priorità alle soluzioni relative all’istruzione, alla scienza e alla cooperazione internazionale (come citato per la tematica del clima e della biodiversità). “È interessante notare come queste proposte fossero in linea con le risposte fornite alla domanda sulle aree che ritenevano più bisognose di ripensamento alla luce della pandemia da covid-19”, scrivono al proposito i ricercatori. Quanto ai suggerimenti relativi all’istruzione, si parla in particolare della formazione in materia di sostenibilità, scienza, tecnologia e salute, della promozione della non violenza, della tolleranza culturale, dei diritti umani e dell’uguaglianza di genere, fino all’insegnamento del pensiero critico, dell’alfabetizzazione mediatica, dell’educazione civica e del patrimonio culturale.
“Man mano che i risultati vengono rilasciati e ci spostiamo nel nuovo decennio, gran parte del mondo rimane nella morsa della crisi globale”, spiegano i ricercatori. “Di fronte non solo a questa emergenza ma alle molte sfide che il mondo dovrà affrontare fino al 2030, i risultati di questa indagine presentano un chiaro mandato alla comunità mondiale”, aggiungono, sottolineando come l’istruzione, la scienza e la cooperazione internazionale rappresentino il primo tassello di un percorso che rende necessario ricostruire il rapporto tra uomo e natura e la fiducia nel multilateralismo, ma anche come sia necessario riconoscere le “complessità contestuali e demografiche e abbracciare la diversità come uno strumento per rivelare e affrontare tali sfide”.