La curva dei rendimenti delle obbligazioni governative statunitensi è sempre stata un’ottima rivelatrice della recessione incipiente. Ogni volta che si è invertita (tranne una), gli Usa sono entrati in recessione entro i 18 mesi seguenti
L’ultima volta che la curva dei rendimenti treasury si è invertita è stato lo scorso maggio 2019
Anche il mercato dei corporate bond ha però qualcosa da dire al riguardo, così come quello del lavoro
Recessione Usa entro fine 2020, cosa dice la curva dei rendimenti
La curva dei rendimenti delle obbligazioni governative statunitensi (i treasury bond) è sempre stata un’ottima rivelatrice della recessione incipiente: ogni volta che si è invertita, gli Usa sono puntualmente entrati in recessione entro i 18 mesi seguenti (tranne che nel 1966, come detto).
Come funziona in pratica il “segnale” della curva dei rendimenti
La curva dei rendimenti Usa è la linea che disegna il livello dei tassi di interesse per i titoli di Stato americani a diverse scadenze. Se l’economia si trova un momento non recessivo, dovrebbe essere meno costoso (tassi inferiori) prendere a prestito per periodi più brevi che non per tempi più prolungati (tassi più elevati. La curva in tal caso dovrebbe quindi essere crescente, con i bond a scadenza più lunga che offrono tassi di interesse maggiori rispetto ai bond di più breve durata. Questo dunque, in un periodo “normale”.
Nel caso Usa, si parla di inversione della curva dei rendimenti quando i titoli Usa a 10 anni rendono meno rispetto ai treasury a 3 mesi. L’ultima inversione della curva dei rendimenti è stata registrata nel maggio di quest’anno, il che, se la storia insegna qualcosa, suggerisce che l’economia statunitense potrebbe essere destinata a un’imminente recessione.
Però, i corporate bond…
Il mercato dei titoli obbligazionari societari dà però alla Fed un segnale diverso. Secondo i modelli economici collegati a questo comparto infatti, le probabilità di assistere ad una recessione Usa nel 2020 sarebbero pari al 10%.
Il mercato del lavoro Usa e la recessione
Il mercato del lavoro resta un’area di forza per gli Stati Uniti. I lavoratori americani sono molto produttivi, lavorando meno ore che in passato, a fronte di una crescita degli utili florida. Questo è indubbiamente un fattore di contrasto “all’incipiente” recessione.
Tuttavia, il momentum per il mercato del lavoro sembra stia perdendo vigore, con il tasso di crescita dei posti di lavoro in rallentamento. Se tale tendenza continuerà, è probabile che si assisterà a un periodo di fortevrallentamento economico o recessione nel breve termine.
Gli indicatori proiettati al futuro per il mercato del lavoro evidenziano quindi anch’essi necessità di cautela. Il Board’s Employment Trends Indicator (ETI) si è stabilizzato, ed è possibile che abbia raggiunto un punto di svolta. Ciò potrebbe significare che il prossimo step sarà una recessione o che, come nel 2014/15, il periodo di espansione economica continuerà.
La tattica degli investitori per la possibile recessione Usa 2020
Una cosa che potrebbe interessare gli investitori è vedere quanto i mercati azionari sono e saranno sensibili al ciclo economico.
I margini di profitto negli Usa verranno spinti al ribasso dalla crescita dei salari e dal calo di domanda. In caso di recessione, le società probabilmente ridurranno le spese e il numero di dipendenti. Se dovesse succedere, secondo Schroders gli investitori potrebbero voler adottare un approccio cauto.
Anche i prezzi sui mercati obbligazionari sono a livelli relativamente alti. È possibile che tale situazione cambi nel breve termine, anche se i bond tendono a performare meglio delle azioni in periodi di recessione. La curva dei rendimenti tende a tornare a una inclinazione più normale, verso l’alto, abbastanza velocemente. Ciò significa che i rendimenti dei bond a più lunga scadenza aumentano e quelli a più breve durata scendono, dato che i ritorni si muovono in modo inverso rispetto ai prezzi.
A livello storico, la durata media delle inversioni della curva Usa è stata attorno a 9 mesi, indicando che la curva dei rendimenti potrebbe tornare ad essere inclinata positivamente verso la fine del primo trimestre del 2020. Considerando insieme l’outlook per i mercati obbligazionari e per quello del lavoro, sembra che un rallentamento prolungato dell’economia Usa sia inevitabile, ma ciò non porterà necessariamente a una recessione, soprattutto se le politiche saranno di supporto per il livello di attività.