Il mondo post covid è un nativo digitale, attuatore di cambiamenti dirompenti e portatore di un nuovo corso, sia esso a livello sociale, economico e finanziario.
Nel corso del Simposio annuale sugli investimenti tenutosi nell’ottobre 2021, il team Investment Solutions di Franklin Templeton (FTIS) si è concentrato sui temi secolari che impatteranno su crescita e inflazione, nonché sui temi ambientali, sociali e di governance (Esg) protagonisti della rivoluzione sostenibile.
E così…
Diviene dirompente non solo la spinta data dalla tecnologia alla quotidianità, ma anche l’invecchiamento della popolazione e le conseguenze ch’esso avrà sui rapporti di dipendenza.
Diviene dirompente la crescita attesa della produttività di lungo periodo, “superiore al livello riscontrato nel ciclo più recente, ma inferiore a quello che molti giudicherebbero una nuova rivoluzione industriale”.
Diviene dirompente il ruolo della spesa fiscale, a livelli senza precedenti, fattore di impulso per aree quali le infrastrutture e, in generale, per quel che concerne l’adozione di un’agenda verde da parte di governi e istituzioni.
Diviene dirompente la portata del debito pubblico e privato, intensificata dalla pandemia, che si contrappone al crescente risparmio delle famiglie. Ma anche il rischio geopolitico, che si traduce non solo nell’annosa lotta alla supremazia tra Cina e Stati Uniti, ma che si allarga agli equilibri egemonici internazionali, passando dall’Ucraina a Taiwan.
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A livello di posizionamento tattico, “a medio termine, restiamo convinti che le azioni offrano un potenziale di rendimento superiore rispetto alle obbligazioni
e che continueranno a maturare il loro premio al rischio. La nostra preferenza per le azioni è meno marcata rispetto al passato poiché la solidità dei dati economici è in gran parte scontata dai mercati. Restiamo convinti che occorra
una gestione agile per affrontare le sfide che ci attendono nei prossimi mesi” commentano da Franklin Templeton.
Ancora, “nell’universo obbligazionario globale, la nostra analisi di lungo periodo evidenzia ancora rendimenti potenziali modesti, specialmente per i titoli di Stato. Probabilmente, però, i bassi rendimenti riflettono fattori demografici e la domanda di asset idonei, che sono destinati a persistere. Ad ogni modo, una
crescita solida rende attrattivi i fondamentali delle obbligazioni a basso rating, come i prestiti e le obbligazioni high yield.
Infine, “quando cerchiamo asset alternativi che possano compensare le esposizioni rischiose ad azioni e credito societario, guardiamo con favore agli asset reali. A nostro giudizio, il rendimento atteso dagli asset alternativi rimane modesto rispetto a quello delle azioni e la loro presenza in un portafoglio a più lungo termine è giustificata essenzialmente dal loro contributo marginale alla riduzione del rischio”.
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