Una capacità di spesa per almeno l’80% delle risorse europee potrebbe determinare una crescita del tasso di occupazione per la popolazione in età attiva dal 57% nel 2020 al 68% nei prossimi dieci anni
Gli strumenti propri della finanza sostenibile, come i green bond, potrebbero sostenere la raccolta di ulteriori risorse a favore della decarbonizzazione e permettere lo sviluppo di un modello socioeconomico verde, inclusivo e resiliente
Considerando i dati macroeconomici relativi all’anno in corso, la caduta del prodotto interno lordo dell’8,4%, un crollo degli investimenti al 16% del pil e un rapporto debito/pil vicino al 160%, lo studio definisce due possibili scenari di ripresa. In uno scenario virtuoso che evidenzia una capacità di spesa per almeno l’80% delle risorse europee in coerenza con le policy sulla decarbonizzazione insieme a una contestuale attivazione degli investimenti nel settore privato, il tasso di crescita medio annuo potrebbe mantenersi intorno al 5%, scendere per qualche anno al 3,5% e convergere nel lungo termine verso il 2%. “Il buon utilizzo dei fondi comunitari – spiegano i ricercatori – riporterebbe il pil al 2030 su un valore del 30% circa superiore a quello in assenza dei finanziamenti comunitari”, ma determinerebbe anche una crescita dei posti di lavoro tale da portare il tasso di occupazione per la popolazione in età attiva dal 57% nel 2020 al 68% nei prossimi dieci anni.
All’interno dello studio vengono poi delineate cinque aree di riforme necessarie ai fini di un piano sistemico di decarbonizzazione che sia vero propulsore di una ripartenza. In primo luogo la fiscalità energetica, attraverso l’introduzione di un prezzo minimo del carbonio a parità di gettito, l’eliminazione dei sussidi con effetti negativi per l’ambiente, il bonus auto e l’efficienza energetica. Ma anche un rafforzamento della domanda di prodotti e servizi per la decarbonizzazione, l’implementazione di criteri ambientali minimi per gli acquisti della pubblica amministrazione, la formazione di nuove professioni e di posti di lavoro “green”, l’economia circolare e la finanza sostenibile.
“Gli investimenti hanno un ruolo centrale nella ripresa economica post-covid – spiegano Francesco Bicciato, Arianna Lovera e Federica Casarsa del Forum per la finanza sostenibile all’interno del report – L’esperienza e le competenze acquisite dal comparto della finanza sostenibile, con particolare riferimento al ruolo centrale dei flussi finanziari per gli obiettivi di decarbonizzazione, possono offrire un quadro di riferimento per orientare le risorse messe a disposizione per i piani di rilancio, sia dall’Europa, sia dagli Stati nazionali”. In questo contesto, precisano, le risorse pubbliche rappresentano solo una parte dell’equazione. Affinché si possa parlare di un allineamento delle strategie di investimento agli obiettivi climatici è necessario innanzitutto disinvestire progressivamente dai progetti non compatibili con la decarbonizzazione e, allo stesso tempo, “creare le condizioni che permettano di fare leva sugli investimenti privati nel quadro di una rinnovata cooperazione pubblico/privato”. Per non dimenticare poi gli strumenti propri della finanza sostenibile, come i green bond, che potrebbero sostenere la raccolta di ulteriori risorse a favore della decarbonizzazione e permettere lo sviluppo di “un modello socioeconomico verde, inclusivo e resiliente”.