La matrice di ogni azienda è la sua forza lavoro: i lavoratori dipendenti valorizzano e aumentano la redditività dell’impresa stessa
Il Trattamento di Fine Rapporto risulta essere la definizione ultima della connessione tra il lavoratore e l’azienda e come tale, deve necessariamente essere al meglio gestito
Il conto corrente, molto usato, non risulta però essere lo strumento adatto per ottimizzare al meglio le liquidità aziendali considerato il fattore costi, il fattore inflazione e il fattore zero-rendimento
La matrice di ogni azienda è la sua forza lavoro. I lavoratori dipendenti valorizzano e aumentano la redditività dell’impresa stessa. Da ciò derivano importanti responsabilità ed obblighi per l’imprenditore. Il Trattamento di Fine Rapporto risulta essere la definizione ultima della connessione tra il lavoratore e l’azienda e come tale, deve necessariamente essere al meglio gestito.
In capo all’imprenditore ricadono due importanti incombenze: la responsabilità di garantire la rivalutazione delle somme spettanti al lavoratore per ogni anno di contribuzione, e l’obbligo da parte dell’imprenditore di non farsi trovare impreparato nel momento della liquidazione, garantendo tempestivamente la disponibilità delle somme.
Responsabilità ed obbligo: Come gestirli?
La rivalutazione risulta essere legislativamente necessaria e come tale deve rispecchiare alcuni dettami normativi. Per ogni anno di contribuzione, l’imprenditore è tenuto a garantire una rivalutazione annua pari all’1,5% + 0,75 del tasso di inflazione. Questo dato ad oggi potrebbe risultare estremamente impegnativo considerando che il tasso finito di inflazione per gli anni 2021 e 2022 è stato rispettivamente pari al 4,3% ed al 10,2%. Il 2023 non lascia ben sperare considerato un indice dei prezzi al consumo assestato ad Agosto 2023 pari al 5,4%.
L’inflazione, oltre che limitare i consumi ed intaccare i risparmi delle famiglie italiane, potrebbe creare un ulteriore danno alle imprese, costringendo gli imprenditori ad un importante sacrificio, appesantendo ulteriormente i bilanci in un difficoltoso momento dove gli scenari per l’accesso al credito non sembrano essere economicamente vantaggiosi.
Spesso e volentieri capita che sia il lavoratore stesso ad optare per una gestione esterna del proprio TFR, avendo cura della rivalutazione delle somme a lui spettanti alla cessazione del rapporto di lavoro. Quando però questo non accade risulta necessario per l’imprenditore ricercare una modalità che possa intaccare al minimo le economie aziendali ed il proprio cash-flow, ottimizzando al massimo la resa per evitare ulteriori esborsi futuri.
I limiti di accumulare il TFR nel conto corrente
Solo sul territorio delle provincie di Milano, Lodi e Monza Brianza, le imprese attive superano quota 390.000 e sfortunatamente le statistiche ci riportano l’evidenza che la stragrande maggioranza di queste è solita accumulare i TFR dei propri dipendenti su un conto corrente. Quest’ultimo non risulta lo strumento adatto per ottimizzare al meglio le liquidità aziendali considerato il fattore costi, il fattore inflazione e il fattore zero-rendimento. Inoltre, a seguito dei combinati disposti da decreti legislativi n. 385/1993, n. 58/1998 e n. 180/2015 e il regolamento UE n. 806/2014, il rischio “Bail-in” risulterebbe possibile, mettendo a rischio i capitali delle PMI.
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L’importanza di essere pronti nel liquidare il TFR
L’obbligo dell’imprenditore di farsi trovare pronto nel momento della richiesta di liquidazione del Trattamento di Fine Rapporto esplica i suoi effetti in base al CCNL a cui i lavoratori sono soggetti. Il datore di lavoro ha comunque l’obbligatorietà di rispettare le tempistiche standard che vanno da un minimo di 30 giorni ad un massimo di 45 giorni.
Potrebbe però crearsi una problematica di liquidità qualora l’azienda stessa non abbia posto in essere degli strumenti per la gestione e per la rivalutazione dei TFR, producendo così la problematica di “creazione di nuovo debito” per far fronte all’incombenza.
La consulenza all’imprenditore: trovare i migliori strumenti di rivalutazione e rapida liquidità
L’imprenditore, ad oggi, necessita di strumenti di rivalutazione e liquidità immediata. La consulenza all’imprenditore è un importante ausilio di pianificazione finanziaria e gestione delle liquidità aziendali che tramite l’attenta analisi dei flussi di cassa dell’impresa stessa aiuta quest’ultima nel comprendere le migliori modalità di gestione.
L’innalzamento dei tassi di interesse ed il conseguente aumento del costo del denaro devono fungere da deterrente e contestualmente da supporto per le PMI che hanno necessità di soddisfare il requisito di garanzia dei TFR dei propri dipendenti, tramite un’attenta pianificazione ed organizzazione, anche strumentale, delle liquidità stesse. Non farti trovare impreparato!