Da 2Pac a Tupac, è record per l’anello andato in asta da Sotheby’s
La stima era inferiore di oltre tre volte il risultato raggiunto: 300.000 dollari, a fronte di un prezzo di aggiudicazione di 1,02 milioni. Il lotto in questione è l’anello di diamanti e rubini disegnato da colui che fu il suo stesso proprietario, la leggenda rap Tupac Shakur (2Pac, 1971-1996). L’acquirente, il rapper Drake. 2Pac disegnò il gioiello per celebrare il suo famigerato accordo con la Death Row Records e il suo rilascio su cauzione da un istituto di correzione di New York dopo otto mesi. Ad acquistarlo, 27 anni più tardi da Sotheby’s New York (il 25/7), un suo epigono. Lo ha rivelato lo stesso Drake via Instagram. La passione di Drake per Tupac non è recente: è noto che nel 2020 aveva commissionato a un gioielliere di Beverly Hills un paio di ciondoli tempestati di diamanti con il volto del musicista defunto attorniato da una corona di spine. Pare inoltre (rivelazione del rapper Lil’ Yachty) che in tutti i bagni della villa di Drake vengano riprodotte canzoni dell’artista scomparso.
Il gioiello fu indossato da Tupac durante la sua ultima apparizione pubblica, agli MTV Video Music Awards del 1996.
L’incasso dell’anello ha dunque contato il 55% dei ricavi totali, pari a 1,8 milioni di dollari. In catalogo c’erano anche abiti, scarpe e una scultura di KAWS, nonché una copia sigillata di un disco in vinile disegnato da Jean-Michel Basquiat, diverse opere d’arte di Futura, sei lettere autografe dello stesso Shakur e un nastro demo originale del suo singolo di debutto, Trapped (25/9/1991).
2Pac, Una corona in forma di anello
Per ironia della sorte, Tupac disegnò l’anello con la corona nel 1996, poco prima di essere ucciso con un colpo di pistola a Las Vegas, in quello che è ancora considerato uno dei più grandi gialli dell’industria musicale. Sull’anello, campeggia la scritta “Pac & Dada 1996”, fatta incidere dall’artista per ricordare anche il suo neo fidanzamento con Kidada Jones (figlia di Quincy Jones e Peggy Lipton, sorella dell’attrice Rashida Jones). A metterlo in asta, la madrina e consigliera del defunto rapper, Yaasmyn Fula. La donna ha rivelato come per il design del monile Tupac Shakur si fosse ispirato «alle corone dei re medievali d’Europa, quasi volendosi auto-incoronare per celebrare la sua sopravvivenza a un anno difficile».
La base in oro tempestata di diamanti dell’anello è sormontata da una corona d’oro con al centro un rubino cabochon affiancato da due diamanti rotondi. Altri cinque rubini troneggiano sulle punte della corona. Un modo per ricordare non solo gli antichi sovrani del Vecchio Continente, ma anche l’eroe peruviano Túpac Amaru II, figura leggendaria della ribellione degli indigeni agli sfruttatori. Sua madre Afeni, esecutrice testamentaria del figlio e fondatrice della Tupac Amaru Shakur Foundation, gli instillò quel senso di “regalità” che il rapper intendeva perseguire anche con questo anello: «Sei il nostro principe nero. Sei il mio miracolo e renderai orgoglioso il popolo nero».
Quegli inaspettati hip hop asset
Sotheby’s ha dichiarato che l’anello è l’oggetto rap più costoso di tutti i tempi. Non è esattamente così, se si guarda al di fuori del perimetro delle sole aste pubbliche. Il risultato di aggiudicazione lo colloca tra i manufatti hip-hop di maggior valore mai venduti in asta dopo l’unica copia fisica dell’album Once Upon A Time in Shaolin del Wu-Tang Clan, venduto nel 2015 per circa 2 milioni di dollari al broker farmaceutico Martin Shkreli. Un asset di sicuro valore, che però non salvò dal crack il suo possessore. Mentre infatti pendeva su di lui l’accusa di frode finanziaria nel 2017, Shkreli, ex amministratore delegato della Turing Pharmaceuticals, cercò di vendere l’album in un’asta su eBay, da un prezzo di partenza pari a un solo dollaro. L’offerta più alta raggiunse solo 100.000 dollari, ma l’album fu intercettato dalle autorità e sequestrato. Una mossa indovinata, quella del Fisco Usa: si riuscì a venderlo per 4 milioni di dollari al collettivo PleasrDAO, secondo fonti emerse in seguito.