“La Federal Reserve statunitense ha effettuato il terzo taglio consecutivo dei tassi d’interesse di 25 punti base (pb), portando il livello superiore dell’intervallo obiettivo all’1,75%” dichiara Haefele
Le tensioni commerciali tra Usa e Cina continuano a rimanere. E questa rimane un’incognita di una certa entità
Il presidente Donald Trump prevede di firmare prima del previsto una parte «sostanziale» dell’accordo di fase uno con la Cina. Anche se un’intesa provvisoria eliminerebbe un’importante fonte di rischio per i mercati, il potenziale di rialzo azionario rispetto ai livelli attuali ci sembra relativamente limitato, in particolare per i listini dell’area dell’euro. “La sostenibilità dell’accordo è discutibile: a nostro avviso, l’impegno della Cina di acquistare 40-50 miliardi di dollari di prodotti agricoli statunitensi annunciato dal presidente Trump non è realistico e, secondo Bloomberg, Pechino dubita che possa essere raggiunto un accordo di ampio respiro” sottolinea Haefele.
La crescita è ancora in contrazione, in particolare nel settore manifatturiero: il relativo indice Ism dei responsabili degli acquisti (Pmi) degli Stati Uniti si attesta a 48,3 punti e quello dell’eurozona è addirittura più basso a quota 45,9. Anche i profitti societari sono in calo, con una flessione media stimata degli utili per azione del 3T19 del 2% negli Stati Uniti e del 5% nell’area dell’euro. Conclusione: manteniamo un modesto sottopeso sui mercati azionari con una preferenza per le azioni statunitensi rispetto a quelle dell’eurozona, che riflette la nostra opinione sulle prospettive relative dell’economia e degli utili. Riconosciamo che una sorpresa positiva, come ad esempio una sospensione a tempo indeterminato degli aumenti previsti per i dazi statunitensi sulle importazioni dalla Cina o una robusta accelerazione dei dati sulla produzione manifatturiera globale, potrebbe innescare un rialzo dei mercati azionari.
“La Federal Reserve statunitense ha effettuato il terzo taglio consecutivo dei tassi d’interesse di 25 punti base (pb), portando il livello superiore dell’intervallo obiettivo all’1,75% -continua Heafele-. I mercati azionari hanno reagito mettendo a segno un rialzo e il 30 ottobre l’indice S&P 500 guadagnava lo 0,3%”. L’indice ISM dei responsabili degli acquisti del settore dei servizi statunitense, in uscita questa settimana, dovrebbe permetterci di valutare se le prospettive della spesa al consumo si mantengono positive.
Infine Stati Uniti e Cina compiranno ulteriori progressi sul fronte del commercio? A fronte delle agitazioni della settimana scorsa, il governo cileno ha annunciato la cancellazione Il presente rapporto è stato elaborato da Usb Ag. Vi preghiamo di leggere i commenti di natura legale in coda al documento. 01 l’attuale orientamento di politica monetaria «è probabilmente adeguato», purché l’evoluzione dell’economia rimanga in linea con le attese della Fed. Gli ultimi dati congiunturali del 3T19 corroborano queste attese: infatti, la crescita del Pil si è attestata all’1,9%, grazie alla solida spesa al consumo, e il tasso d’inflazione annualizzato del 2,2% è vicino al livello obiettivo della Fed. Affinché venga operato un altro intervento espansivo, riteniamo che debbano verificarsi alcuni dei seguenti fattori: un ulteriore rallentamento economico legato a nuovi aumenti dei dazi doganali, una decelerazione della crescita occupazionale o un deterioramento della spesa al consumo. Conclusione: la Fed intende sospendere gli interventi; tuttavia, se la spesa al consumo rallentasse frenando la crescita, la banca centrale potrebbe vedersi costretta a tagliare nuovamente i tassi. I mercati dei futures sui Fed fund scontano attualmente tagli per circa 40 pb entro la fine del 2020.Sul mercato azionario statunitense, i settori che ci sembrano più avvantaggiati sono quelli dei beni di consumo discrezionali e primari, data la buona tenuta della spesa al consumo.