Value, titoli bancari e safe asset: la crisi ucraina ha cambiato le prospettive degli investitori rispetto alle ipotesi formulate a inizio anno
L’intervento per We Wealth di Edoardo Fusco Femiano, già analista di eToro, oggi consulente finanziario e fondatore di DLD Capital Scf.
Prima della mossa militare del presidente russo, Vladimir Putin, gli investitori si erano posizionati per trarre beneficio dalla nuova fase segnata dal rialzo dei tassi. Ancora una volta un evento difficilmente prevedibile ha scompaginato le prospettive di mercato.
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Alcune fra le più rilevanti conseguenze si sono già osservate sul comparto bancario. “Ad inizio 2022 l’attesa per un cambio di rotta della politica monetaria delle principali banche centrali, Fed in primis, aveva spinto gli investitori a posizionarsi sul settore finanziario e, in generale, sulla parte ‘value’ del mercato azionario, tanto in Europa quanto negli Stati Uniti”, ha affermato Fusco Femiano, “il conflitto ucraino, soprattutto dopo il blocco dello Swift per gli istituti russi, reintroduce elementi di rischio sistemico per il settore bancario europeo come li osservavamo da oltre dieci anni e che gli analisti fanno fatica a stimare con rapidità. A questo bisogna aggiungere che molti investitori istituzionali ad inizio anno si erano posizionati strategicamente a rialzo sul comparto bancario e questo mutato quadro geopolitico li ha colti del tutto impreparati”.
“La dinamica dei tassi d’interesse delle ultime settimane mostra una crescente preoccupazione per le proiezioni di crescita dell’economia globale”, ha aggiunto il consulente, “questo mutato scenario macroeconomico potrebbe favorire un ritorno degli investitori verso il comparto ‘growth’ che storicamente beneficia di un contesto di tassi d’interesse bassi”.
Portafoglio bilanciato 50/50, come ribilanciare
Alla luce degli sconvolgimenti osservati sui mercati dopo il tragico conflitto in Ucraina abbiamo chiesto Fusco Femiano di DLD Capital Scf quale strategia sia possibile mettere in campo in questa fase, in particolare per i portafogli bilanciati, assai diffusi in Italia.
“Un portafoglio bilanciato 50/50 manca in primo luogo di una componente di cosiddetti ‘safe assets’ che, storicamente ed in queste fasi in particolare, aumentano la decorrelazione degli strumenti finanziari in portafoglio, migliorandone il grado di remunerazione complessiva della volatilità”, ha affermato il consulente ed analista.
“Fatto questo intervento, è necessario analizzare la parte obbligazionaria non solo in relazione agli emittenti in portafoglio ma, soprattutto, rispetto all’esposizione sulle scadenze. Stiamo osservando molto decisi sulle curve dei rendimenti ed è molto importante sapere come intervenire ad esempio a fronte del persistere di una sovraperformance della parte a breve della curva rispetto a quella lungo della stessa. Ridurre la composizione azionaria non è l’unica manovra di “de-risking” a disposizione dell’investitore”.
“Sul piano generale, nonostante la flessione degli indici europei sia già arrivata a circa un 50% del rally Marzo 2020 – Novembre 2021, è fondamentale monitorare la dinamica del VIX negli Stati Uniti. La volatilità oltreoceano è ancora nel complesso sotto controllo ma un rialzo sopra area 40 potrebbe dar luogo a movimenti di sell-off simili a quelli osservati in queste ore in Europa”.
“Come DLD Capital da settimane abbiamo proceduto alla revisione in chiave difensiva di tutte le esposizioni, sia all’interno delle singole asset class che nell’ambito più complessivo dei portafogli”.
Azionario, il focus sulle valutazioni
“Le flessioni dell’ultimo mese hanno decisamente favorito una nuova valutazione degli indici azionari, con il P/E forward a 12 mesi dell’S&P500 che, per la prima volta dall’Aprile del 2020, è sceso a 18,5, sotto la sua media a 5 anni ed in calo di circa il 15% dal suo ultimo massimo storico il 3 Gennaio scorso (21,4)”, ha dichiarato Fusco Femiano.
“Certamente i mercati offrono ora valutazioni più interessanti ma il dato prospettico più confortante resta quello delle revisioni al rialzo delle stime societarie, che continuano ad evidenziare come, dalla prospettiva delle aziende, le attese siano per un costante miglioramento degli utili. Anche in questo caso gli Stati Uniti dovrebbero continuare ad evidenziare maggior forza relativa rispetto all’Europa”.