La prima scrematura di vendita della immensa collezione d’arte (60.000 pezzi sparsi in tutta Europa) del gruppo bancario va a chi ha saputo valorizzare l’arte italiana con la sua “Thinking Italian”
Stando alle comunicazioni ufficiali, l‘esito della vendita andrà a sostenere il progetto di UniCredit denominato Social Impact Banking
Quello che fino a poco tempo fa veniva definito dall’istituto stesso come “asset identitario” della banca, è quasi un catalogo dell’intera storia dell’arte. Si tratta infatti di una delle maggiori e più belle collezioni corporate di sempre in Europa
L’ultima grande mostra del gruppo era stata “La Grande Magia. Opere scelte dalla Collezione UniCredit”. Si trattava di 93 opere della collezione d’arte del gruppo prestate da Austria, Germania, visibili al MAMbo di Bologna nel 2014
Le aspettative di cassa per la vendita della collezione d’arte UniCredit sono elevatissime. La selezione di Christie’s include infatti fra i nomi più fiammanti dell’arte contemporanea. Vi saranno anche Gerhard Richter, Yves Klein, Ernst Wilhelm Nay, Enrico Castellani, Sam Francis, Andreas Gursky e Nam June Paik. Stando alle comunicazioni ufficiali, l‘esito della vendita andrà a sostenere il progetto di UniCredit denominato Social Impact Banking. Un’attenzione, quella per il sociale, che la banca ha recentemente espresso con il progetto Rothko in Lampedusa.
La collezione UniCredit, una delle più importanti di sempre
Quello che fino a poco tempo fa veniva definito dall’istituto stesso come “asset identitario” della banca, è quasi un catalogo dell’intera storia dell’arte. Si tratta infatti di una delle maggiori e più belle collezioni corporate di sempre in Europa, con opere che segnano il tempo umano dal mistero dell’arte antica come quella mesopotamica a quello sconcertante dell’arte contemporanea. Le raccolte principali hanno sede in Italia, in Austria e in Germania. La denominata “UniCredit Art Collection” comprende le raccolte di tutte le banche che nel tempo hanno dato vita al gruppo nella sua forma odierna e che lo hanno reso banca leader a livello europeo.
Una collezione d’arte arricchitasi con le fusioni
Anche la collezione d’arte ha dunque beneficiato dell’espansione della banca, cambiando forma e arricchendosi di grandi capolavori. In particolare, la collezione di Bank Austria contiene circa 10.000 opere ed è una delle più importanti collezioni d’arte austriaca. Include opere di Art Nouveau e dell’Espressionismo Viennese, ma soprattutto le avanguardie post 1945 e arte contemporanea. Comprende inoltre circa 400 fotografie date in prestito al Museo d’Arte Moderna di Salisburgo. Non si può non citare poi la collezione tedesca di HypoVereinsbank.
Si tratta di circa 20.000 pezzi che annoverano opere di arte antica, maestri della modernità come Fragonard, Guardi e Goya, nonché lavori del XIX secolo. Si pensi solo alla Scuola di Barbizon e all’Impressionismo ed Espressionismo tedeschi. Come da consuetudine, anche questa collezione ospita opere del XX e XXI secolo. Il “tesoro” italiano, comprendente 25.000 opere, molte delle quali di arte antica arrivate in dote al gruppo nel 2007 con l’acquisizione di Capitalia. Include opere dal XV secolo fino ad oggi.
Fra gli artisti presenti vi sono Savoldo, Dosso Dossi, Guercino, Antonio Carneo. E poi per quanto riguarda l’arte moderna e contemporanea i leggendari Sironi, Morandi, De Chirico, Carrà. Ancora più avanti nel tempo: Tirelli, Bianchi, Jodice, Basilico, Peter Blake, Todosijevic, Beecroft, Vezzoli e Alexander Brodsky. Molto corpose sono anche le collezioni di Polonia, Turchia e Russia.
La fotografia nella collezione d’arte UniCredit
All’interno della collezione globalmente intesa, la fotografia è protagonista in tutto il suo arco storico. Si parla di 4.000 opere, fra cui la collezione “Fotografis”, data in comodato gratuito al Museum der Moderne di Salisburgo: più di 400 scatti dalla nascita di questo linguaggio fino agli anni Settanta e oltre. Vi sono inclusi fotografi come Man Ray, Paul Strand, Andrè Kertész.
La Grande Magia, o forse no. La vendita della collezione d’arte UniCredit
Come scritto, il gruppo Unicredit aveva sempre considerato il suo patrimonio artistico indice della sua identità, parlando espressamente di “asset identitario”. Rendendolo per questo fruibile al grande pubblico grazie a comodati d’uso di lungo termine sia ad istituzioni italiane che internazionali. Non ultimi i prestiti momentanei per mostre e gli allestimenti site specific nelle singole filiali della banca. Per quanto riguarda le mostre, si pensi ad esempio alla ormai lontana La Grande Magia. Opere scelte dalla Collezione UniCredit. Si trattava di 93 opere della collezione d’arte del gruppo prestate da Austria, Germania, visibili al MAMbo di Bologna dal 20 ottobre 2013 al 16 febbraio 2014.
La Grande Magia si articolava fra lavori video, fotografici, dipinti. Da artisti conosciutissimi a nomi giovani come Marco Di Giovanni, Arthur Duff. Il percorso espositivo iniziava dalle opere più antiche, come Psiche abbandonata da Amore del 1525 circa per arrivare ad artisti contemporanei come Christo e Peter Blake. In quell’occasione, veniva detto che l’arte “ripaga chi l’aiuta, perché accompagna le persone nella vita. È importante che chi abbia i mezzi per sostenere l’arte lo faccia” (Lorenzo Sassoli De Bianchi, presidente Bologna Musei fino al 2016) e che l’arte “fa parte dei compiti sociali di un’azienda. L’arte dà la spinta all’economia. E l’Italia è ‘destinata’” (Giuseppe Vita, presidente di UniCredit fino allo scorso anno). Tutte affermazioni che oggi appaiono sbiadite.