Secondo Massimo Saitta, direttore investimenti di Intermonte Advisory, l’unico effetto che avrà la notizia della positività di Trump al Covid-19 è un aumento della volatilità
La principale fonte di incertezza rimane una ripresa economica che stenta ad avviarsi. In questo senso determinante sarà la politica fiscale del Candidato che entrerà (o rientrerà) nella Casa Bianca il 3 Novembre
Degli ultimi 47 anni di elezioni americane, in ben 32 casi gli indici azionari hanno chiuso l’anno al rialzo
Più volatilità, ma niente allarmismi
Aspettando la chiusura delle borse, sembra che i mercati non abbiano reagito bene alla notizia della malattia di Trump. Gli indici azionari statunitensi più importanti (S&P 500, Nasdaq e Dow Jones) hanno aperto tutti al ribasso all’incirca di un punto percentuale rispetto alla giornata precedente. Cosa accadrà nei prossimi giorni quando sarà più chiaro se the Donald potrà partecipare al secondo confronto con Biden, in programma il 15 ottobre, e in più in generale alle sorti della campagna elettorale repubblicana?
Secondo Massimo Saitta, direttore investimenti di Intermonte Advisory, intervistato da We Wealth, non sarà un elemento troppo impattante sui mercati, dato che già si sconta la vittoria probabile di Biden. “Tutti gli indicatori (sondaggi, siti di scommesse politiche) mostrano una certa solidità del vantaggio di Biden su Trump. In questo contesto, quindi, la notizia della positività al Covid19 del presidente non modifica sostanzialmente lo scenario base di queste elezioni” sottolinea Saitta. Se dunque non bisogna aspettarsi una fase di sedute all’insegna del “meno”, probabile è invece una tendenza a movimenti ampi dei mercati. “Piuttosto un evento che interrompe la campagna di fatto per almeno due settimane crea maggior incertezza sull’avvicinamento al giorno del voto che di per sé è un momento che crea volatilità sui mercati. È quindi probabile attendersi un incremento delle fluttuazioni dei listini specie in un momento in cui la “copertura” della liquidità delle banche centrali è temporaneamente meno vigorosa” osserva il direttore di Intermonte.
Pacchetto fiscale e outlook
Incertezza e (dunque) volatilità sono le parole d’ordine. La timida ripresa economica e l’aumento dei contagi, con i timori conseguenti, accendono i riflettori su un altro tema il cui destino dipende dalle elezioni: il pacchetto fiscale da attuarsi il giorno dopo. Nella giornata di giovedì la camera ha approvato il nuovo piano di stimoli da 2200 miliardi proposto dai democratici. I repubblicani sembrano volere attuare un aumento della spesa non maggiore di 1600 miliardi. Ma quella di Trump potrebbe essere una strategia voluta. “Lasciare che i democratici si intestino la paternità di uno stimolo così elevato a 30 giorni circa dal giorno del voto non è politicamente accettabile per i repubblicani. Questo spinge verso una probabile fase di impasse con il tentativo da parte repubblicana di trovare un accordo magari a poche settimane dal voto in modo che sia difficile farci campagna elettorale” suggerisce Saitta che aggiunge tornando ai mercati: “anche la vicenda del piano fiscale è un argomento che va nella direzione di una maggiore volatilità e di fuga dal rischio”.
A smussare le preoccupazioni circa il sostegno all’economia da parte della futura reggenza c’è Credit Suisse che, in una nota di commento alla positività di Trump al Covid, evidenzia come il risultato più probabile delle elezioni sia un Congresso non più diviso, qualunque sia il reggente. Ciò significa che non bisognerà scendere a compromessi con l’opposizione circa l’entità del pacchetto fiscale e anche l’iter di approvazione sarà più veloce. Ciò che cambia a seconda che vinca Biden o Trump, è la reazione di alcuni comparti economici. Secondo Credit Suisse con Biden presidente l’impatto sull’azionario non sarà positivo, per via dell’aumento delle tasse, mentre si avrà un rafforzamento del dollaro e anche un aumento dei prezzi del petrolio, in quanto probabilmente il segretario democratico deciderà di diminuire l’offerta di oro nero. Dall’altra parte la vittoria di Trump sarebbe accolta benevolmente dal mercato azionario, mentre il dollaro e il petrolio continuerebbero ad essere scambiati a un prezzo basso.
Tra stagionalità del virus e stagionalità dei mercati
C’è una stagionalità da temere e un’altra da augurarsi. La prima è quella legata all’andamento del virus. Se Il Covid-19 aumenterà la propria contagiosità come si entrerà nella stagione fredda, allora ciò potrebbe causare una forte tensione sull’economia e quindi sui mercati. In questo senso l’arrivo di un vaccino all’inizio del 2021 potrebbe essere la panacea a molti mali. La seconda è quella dei mercati. Secondo un’analisi fatta da Equita Sim, le borse tendono a performare meglio in certi momenti dell’anno e andare peggio in altri. Tra questi ultimi, dato che in parte potrà tranquillizzare gli investitori, il più negativo è proprio il mese appena passato. Settembre dal 1950 è il peggiore mese dell’anno per l’S&P500, sia per numero di andamenti negativi che per entità. Quale il periodo migliore per investire? Quello che deve ancora venire. Il quarto trimestre infatti segna storicamente performance molto positive. Addirittura dicembre negli ultimi settant’anni ha fatto registrare un rendimento positivo nel 76% dei casi. E se a ciò aggiungessimo che è anno di elezioni? Dal 1883 ci sono stati 47 election year. Nel 68% dei casi l’anno si è concluso con una performance positiva. Il rendimento medio per questi anni è stato del 6,32%. Particolarmente positivo l’ultimo anno elettorale degli ultimi tre cicli: nel 2009 (uscente Bush entrante Obama, l’S&P ha realizzato il 19,4%. Nel 2012 (primo ciclo Obama) la performance è stata dell’11,7%, nel 2016 (secondo ciclo Obama con Trump entrante) la performance è stata dell’11%.