Cagnazzo: “Come responsabile hr non ho mai pensato alle quote rosa, ma la nostra selezione si basa sin dall’inizio sul possesso di determinate competenze soft, dal problem solving, alla flessibilità, all’adattamento”
Il 48% dell’organico dell’azienda è composto da donne, così come il 45% del management e l’80% della prima linea. E l’equità di genere si rispecchia anche nel gender pay gap, pari sostanzialmente a uno (98,4%)
Marazia: “La Carta della Responsabilità vuole essere un primo tassello per mettere a sistema quello che è il nostro modo di fare banca, coniugando innovazione e responsabilità e partendo dalle nostre persone per arrivare ai clienti”
Quando si parla di governance, la famosa “g” dell’acronimo esg, spesso si associa alla necessità di trovare un equilibrio all’interno del board. Un bilanciamento in quella che Lucia Cagnazzo (direttrice finance, hr, legal e operations di Banca Widiba) definisce una “contrapposizione di potere tra management e consiglio di amministrazione” che, in ultima istanza, possa “valorizzare l’azionista”. Ma per l’istituto guidato da Marco Marazia la sostenibilità è un concetto che si estende a tutti i soggetti che partecipano all’azienda, dai dipendenti ai consulenti finanziari, fino alla clientela. L’obiettivo, spiega Cagnazzo, è che “siano loro i primi portatori di valore”. Attraverso una partecipazione attiva che faccia dell’ascolto il suo asse portante. E dell’inclusività, non solo di genere, la sua diretta conseguenza.
“Spesso la trasmissione dei valori viene fatta dalla comunicazione interna piuttosto che dall’hr. Ma noi abbiamo voluto portare queste competenze all’interno, tra i dipendenti. Si è creato volontariamente un gruppo di soggetti che partecipano a tutti gli eventi dell’azienda e sono ambassador loro stessi delle tematiche ambientali e sociali su cui l’istituto ha fondato la sua stessa nascita. Sono i primi che ascoltano. E l’ascolto è fondamentale perché porta inclusività, che significa accogliere differenze di competenze, provenienza, età e modi di vedere”, racconta Cagnazzo in occasione dell’evento “Sostenibilità à la Carte” organizzato da Banca Widiba. “Solo in questo modo si riesce a creare una squadra capace di valorizzare le differenze, non solo di genere. Come responsabile hr non ho mai pensato alle quote rosa, ma la nostra selezione si basa sin dall’inizio sul possesso di determinate competenze soft, dal problem solving, alla flessibilità, all’adattamento”. Il 48% dell’organico dell’azienda, spiega, è in ogni caso composto da donne, così come il 45% del management e l’80% della prima linea. E l’equità di genere si rispecchia anche nel gender pay gap, con un rapporto retributivo calcolato sulla media degli stipendi donna-uomo pari sostanzialmente a uno (98,4%).
“Per Widiba la sostenibilità si base su tre concetti: l’ascolto attivo, l’innovazione responsabile e la transizione digitale e ambientale”, conferma Daniela Privato, direttrice IT & innovazione digitale dell’istituto. “Fin dall’inizio siamo partiti col chiedere alla rete come volesse che fosse la banca, raccogliendo tutti i commenti. Ma
ancora oggi ascoltiamo clienti e non clienti, prima, durante e dopo il lancio di un nuovo prodotto, con survey costanti per capire se ci sono spazi di miglioramento o di ottimizzazione”. L’ascolto attivo, poi, si sposa con l’innovazione responsabile. Un’innovazione che non è fine a se stessa, spiega, ma che deve migliorare la qualità della vita del cliente. “L’ultimo punto è la transizione digitale e ambientale, di cui si parla tanto adesso. Noi l’abbiamo anticipata, nascendo nativi digitali e 100% paperless (la banca ha eliminato sin dalla fondazione l’utilizzo della carta sui principali prodotti e servizi finanziari, dal conto corrente al credito alla consulenza,
ndr). Ma questo non significa sedersi sugli allori. Anche nel 2021 abbiamo ascoltato i bisogni del mercato e introdotto due novità figlie di quest’ascolto: la possibilità di
aprire un conto con le credenziali Spid e il
riconoscimento con la carta d’identità elettronica, che stiamo sviluppando in questi mesi. Senza dimenticare il
video banking, introdotto lo scorso settembre per consentire ai clienti di interagire
de visu con un operatore, restituendo un po’ una dimensione umana a questo mondo tecnologico”, conclude Privato.
Un’occasione per presentare infine la Carta della responsabilità, una roadmap che illustra l’insieme di azioni e iniziative concrete che compongono un nuovo modo di fare impresa responsabile. “Si tratta di un documento virtuale suddiviso in due macro-sezioni”, spiega Francesca Marchelli, direttrice comunicazione di Banca Widiba. “La prima sono i pilastri della sostenibilità, tutte quelle tematiche che l’istituto porta avanti e di cui si occupa in modo costante e continuativo da quando è nato. La seconda è il programma di responsabilità, una sezione sempre in movimento e dei cui risultati renderemo sempre conto, comunicando step by step all’interno e all’esterno tutte le iniziative che implementeremo”. In cantiere per il 2022, in particolare, nuove azioni in ambito esg attraverso l’impegno di uno specifico “comitato della responsabilità” interno e del customer team, l’organo consultivo previsto dallo statuto della banca che rappresenta la voce del consumatore all’interno del processo decisionale. “Come parte attiva della comunità in cui operiamo, riteniamo sia nostro dovere impegnarci per avere un impatto positivo sulle persone e sull’ambiente, così come generare valore condiviso”, interviene infine Marazia. “La Carta della Responsabilità vuole essere un primo tassello per mettere a sistema quello che è il nostro modo di fare banca, coniugando innovazione e responsabilità e partendo dalle nostre persone per arrivare ai clienti e alle realtà con cui ogni giorno lavoriamo”.
Cagnazzo: “Come responsabile hr non ho mai pensato alle quote rosa, ma la nostra selezione si basa sin dall’inizio sul possesso di determinate competenze soft, dal problem solving, alla flessibilità, all’adattamento”Il 48% dell’organico dell’azienda è composto da donne, così come il 45% del manageme…