I mercati in ripresa e l’aumento dei rendimenti offerti dai Btp hanno spinto le masse in gestione del private banking nella prima metà dell’anno, portandole sui target annuali prefissati dall’associazione di settore con sei mesi anticipo.
Nel primo semestre del 2023 le associate di Aipb hanno hanno raggiunto i 1.057 miliardi di euro in gestione, con un aumento del 2,5% rispetto al primo trimestre di quest’anno. E’ quanto emerge dall’ultimo rapporto realizzato dall’Associazione italiana del private banking (Aipb), che riunisce i principali operatori nazionali e internazionali del settore.
L’incremento dovuto alla raccolta netta è stato di 26 miliardi di euro (+1,3%) nel semestre, di cui 13 miliardi nel periodo aprile-giugno. L’incremento nel valore degli asset sottostanti dovuto all’andamento del mercato è stato pari allo 0,9%.
Quanto incide il Btp nella raccolta
Il Btp gioca ancora la parte del leone nella raccolta. E’ quanto si può intuire osservando la preponderanza, nei risultati complessivi della raccolta, del risparmio amministrato, ossia quella componente che si riferisce all’intermediazione nell’acquisto di singoli titoli come bond e azioni. L’incremento dell’amministrato fra il primo e il secondo trimestre è stato del 6,2%. Il risparmio gestito, invece, quello che rappresenta la fetta più remunerativa dell’attività di consulenza tramite la vendita di fondi d’investimento, ha segnato un calo dello 0,1% nel trimestre. In rosso anche la raccolta di prodotti assicurativi, in calo dell’1,6% rispetto al primo trimestre.
I titoli di Stato è stata la componente del portafoglio in maggiore crescita fra primo e secondo trimestre, con un incremento dal 7 al 9% dell’allocazione complessiva. Ad aver perso “peso specifico”, invece, sono stati i fondi (che rappresentano ora il 22% del portafoglio contro il 25% di fine marzo) e le gestioni patrimoniali (scede da l15 a 13%).
L’andamento della raccolta fotografato da Aipb mostra come la clientela private abbia cercato di ridurre il rischio, cogliendo l’occasione offerta dai rendimenti obbligazionari più sostanziosi e abbandonando le azioni in una fase di rallentamento economico.
Per la consulenza finanziaria l’aumento del risparmio amministrato, trainato dal successo dei Btp, è un ‘bicchiere mezzo pieno’, se si considera che parte degli investimenti sono stati effettuati smobilitando denaro dai conti correnti e non da fondi e polizze che generano i ricavi più significativi per le private bank.
“Prosegue il percorso di crescita dell’industria Private, consentendoci di guardare con fiducia alla seconda parte dell’anno”, ha commentato Andrea Ragaini, presidente presidente di Aibp, “un risultato positivo che conferma l’apprezzamento per un modello di servizio che mette la consulenza professionale al centro della relazione con la clientela”.
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Sale l’amministrato, ma anche la consulenza a parcella
In riferimento al successo del risparmio amministrato, Ragaini ha dichiarato che “gli investitori si sono orientate verso gli investimenti che hanno maggiormente beneficiato dell’aumento dei tassi di interesse”, ha aggiunto Ragaini. Con la crescita degli investimenti diretti in titoli, è cresciuto anche il modello di remunerazione a parcella, che il cliente paga direttamente ai banker: “La crescita della componente amministrata dei portafogli del private banking è stata accompagnata da un incremento della consulenza a pagamento, salita nell’ultimo anno dal 13% al 17% dei 1.057 miliardi di euro di masse affidate al settore”, ha concluso Ragaini.