La soddisfazione di avere un obiettivo prossimo alla realizzazione. Quello del miliardo di utili (1,1) cifra verso cui veleggia Banco Bpm stando ai numeri comunicati per il primo trimestre 2023: un utile di 265 milioni (+49,2% rispetto all’analogo periodo del 2023) e un utile per azione rialzato a 0,75 rispetto ai precedenti 0,60 euro; guidance che porterà nei prossimi due anni a una distribuzione di dividendi per 1,25 miliardi (nel biennio 2021-2022 era stata di ammontare pari alla metà). Il margine di interesse si è assestato a 743 milioni di euro, rispetto a 511,5 milioni del primo trimestre 2022 e a 724,0 milioni del quarto trimestre 2022, mentre le commissioni nette sono state pari a 478,7 milioni di euro, rispetto a 480,1 milioni dei primi tre mesi del 2022 e a 447,3 milioni del quarto trimestre 2022. Nel corso del trimestre il gruppo ha proseguito nel processo di integrazione del business assicurativo avviato lo scorso esercizio con l’acquisizione del controllo delle compagnie Banco BPM Vita e Banco BPM Assicurazioni e con il perfezionamento di un accordo con Crédit Agricole Assurances per l’avvio di una partnership commerciale nel settore Danni/Protezione.
In data 7 marzo 2023 il gruppo Banco Bpm ha ottenuto il riconoscimento da parte della Banca Centrale Europea dello status di conglomerato finanziario ai sensi della Direttiva 2002/87/EC, che costituiva la pre-condizione per poter accedere ai benefici del trattamento prudenziale dell’investimento partecipativo derivanti dall’applicazione del c.d. “Danish Compromise”, in corso di valutazione da parte delle competenti Autorità.
Il perfezionamento dell’acquisizione da Cattolica Assicurazioni del controllo delle compagnie Vera Vita e Vera Assicurazioni è previsto nel secondo semestre dell’esercizio.
Gli impieghi netti a clientela sono pari a 107,8 miliardi di euro: -2,8% a/a (di cui crediti in bonis -2,1% e crediti deteriorati -26,6% rispetto al 31 marzo 2022) e -1,6% rispetto al 31 dicembre 2022 (di cui crediti in bonis -1,5% e crediti deteriorati -3,4%). La raccolta diretta da clientela è di 123,2 miliardi di euro: -2,3% a/a e -0,2% rispetto a fine dicembre 2022; raccolta core a 101,3 miliardi (-5,2% a/a e -2,3% rispetto a fine 2022), mentre la raccolta indiretta da clientela è di 95,6 miliardi di euro: stabile nel confronto a/a e +4,6% rispetto al 31 dicembre 2022, di cui: risparmio gestito 60,1 miliardi; risparmio amministrato 35,5 miliardi. Il costo del credito, in costante riduzione a 51 p.b. rispetto a 62 b.p. di fine anno 2022, rappresenta il livello più basso registrato dalla nascita del gruppo Banco Bpm. Si conferma molto solida la posizione patrimoniale: CET1 Ratio al 14,15%; MDA buffer a 544 p.b. Per l’intero esercizio Banco Bpm prevede “un significativo miglioramento dell’utile netto del gruppo rispetto allo scorso anno, con un trend che, anche in proiezione (EPS 2023 pari a circa 75 centesimi di euro e 2024 pari a circa 90 centesimi di euro), supera significativamente sia la traiettoria di redditività che i target complessivamente delineati nel piano strategico, che sarà quindi aggiornato entro fine 2023”.
Banco Bpm, le prospettive di contesto per i prossimi mesi
Il quadro generale continua ad essere condizionato dalle dinamiche inflattive, anche a seguito delle tensioni geo-politiche originate dal conflitto russo-ucraino.
In tale scenario l’economia italiana, dopo la forte crescita registrata nel 2022, mantiene una traiettoria di moderata espansione, scontando anche gli effetti di una politica monetaria che rimane restrittiva.
Stante il contesto, anche in questo esercizio le variabili esogene appaiono costituire il principale elemento di influenza sull’andamento operativo del gruppo.
Il margine di interesse continuerà a trarre vantaggio dall’incremento dei tassi a breve, in particolare nella componente di matrice commerciale, grazie soprattutto a un funding mix che consente di contenere gli effetti di repricing.
Le commissioni, pur scontando ancora un quadro di potenziale volatilità che condiziona in particolare quelle connesse ai prodotti di investimento, sia up front che running, continueranno a beneficiare della dinamica di quelle relative all’attività tipica di banca commerciale. L’andamento degli oneri operativi, che permarrà una delle principali aree di focus dell’azione manageriale, potrà risentire almeno di parte delle pressioni inflattive, del rinnovo del contratto collettivo nazionale dei lavoratori del credito e degli effetti di una sostenuta politica di investimento a supporto delle iniziative evolutive previste nel piano strategico.
La dinamica dei flussi a default, che risulta allo stato migliore di quella del 2022, potrebbe peggiorare in corso d’anno a seguito dell’evoluzione congiunturale.
L’approccio al credito si manterrà conseguentemente prudente, con solidi livelli di copertura, confermando il rigore nelle valutazioni adottato negli ultimi anni sia sulle esposizioni performing che non performing.
Per l’intero esercizio si prevede un significativo miglioramento dell’utile netto del gruppo rispetto allo scorso anno, con un trend che, anche in proiezione (eps 2023 pari a circa 75 centesimi di euro e 2024 pari a circa 90 centesimi di euro), supera significativamente sia la traiettoria di redditività che i target complessivamente delineati nel Piano Strategico, che sarà quindi aggiornato entro fine 2023.