Si completa il 12 giugno l’operazione di acquisizione di Credit Suisse da parte di Ubs, con l’ultimo giorno di trading sul listino di Zurigo e New York
Secondo quanto risulta al Financial Times, infatti, l’ufficio di compliance di Ubs ha tracciato una ventina di “linee rosse” che impediranno ai banker di Credit Suisse di acquisire nuovi clienti provenienti da giurisdizioni ritenute potenzialmente controverse
Il 12 giugno è l’ultimo giorno di trading per il titolo azionario di Credit Suisse sulla Borsa di Zurigo e New York: con il completamento della fusione con Ubs, si chiude la storiadell’istituto colpito da anni di scandali e perdite miliardarie come entità indipendente.
“Oggi diamo il benvenuto in Ubs ai nostri nuovi colleghi di Credit Suisse”, ha dichiarato il ceo di Ubs Sergio Ermotti, “invece di competere, ora ci uniremo per intraprendere il prossimo capitolo del nostro viaggio comune”.
Dietro le quinte, però, Ubs ha fornito precise indicazioni per i banker di Credit Suisse ai quali saranno precluse alcune operazioni ritenute incompatibili con la cultura aziendale, più prudente, di Ubs. Secondo quanto risulta al Financial Times, infatti, l’ufficio di compliance di Ubs ha tracciato una ventina di “linee rosse” che impediranno ai banker di Credit Suisse di acquisire nuovi clienti provenienti da giurisdizioni ritenute potenzialmente controverse come Libia, Sudan e Venezuela, ma anche Russia, Bielorussia o Afghanistan.
L’introduzione dei nuovi vincoli sarebbe stata anticipata giovedì scorso, a livello globale, da una comunicazione interna. A partire dal 12 giugno le “linee rosse”, così definite nell’email recapitata ai banker di Credit Suisse, sarebbero diventate operative. La volontà di Ubs sembra quella di distaccare definitivamente Credit Suisse dalle pratiche più speculative e dai rapporti più problematici a livello di immagine che erano sfociate, ad esempio, in una condanna per una falla nei controlli anti-riciclaggio nel 2022. In una lettera aperta firmata dal presidente di Ubs, Colm Kelleher e dal ceo Ermotti era stato anticipato, infatti, che non si sarebbe “mai fatto alcun compromesso sulla forte cultura aziendale di Ubs, l’approccio conservativo sul rischio e la qualità del servizio”.
Gestione più prudente, via derivati complessi
Nel dettaglio, i vincoli che i banker di Credit Suisse saranno chiamati a rispettare includono 11 rischi finanziari e 12 rischi non finanziari, ha fatto sapere il Financial Times citando fonti a conoscenza diretta della materia. Al di là degli aspetti operativi come “la distribuzione della ricerca e l’uso degli uffici” alcune linee rosse riguardano direttamente le pratiche finanziarie. Ad esempio una lista di prodotti finanziari ritenuti troppo complessi e rischiosi non potranno più essere oggetto di trading: fra questi figurano anche i derivati coreani, gli stessi che costarono a Credit Suisse 120 milioni di dollari di perdite nel 2006. Sarà inoltre impossibile lanciare nuovi prodotti senza l’approvazione degli amministratori di Ubs e trattare con le imprese pubbliche ucraine e i politici del Paese, riferisce il Ft, per prevenire eventuali riciclaggi di denaro.
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Il completamento dell’acquisizione di Credit Suisse
In seguito alla fusione gli azionisti riceveranno un’azione Ubs ogni 22,48 quote di Credit Suisse. Una volta completata l’operazione, Ubs prevede di mantenere un coefficiente di solidità patrimoniale Cet1 al 14%, sostanzialmente in linea con quello riportato alla fine del primo trimestre.
Il salvataggio di Credit Suisse è stato orchestrato lo scorso marzo nell’arco di un weekend, per prevenire il fallimento di una banca di grande rilevanza sistemica. L’operazione, costata 3,2 miliardi di dollari ha previsto l’azzeramento delle obbligazioni covertibili At1 di Credit Suisse per 17 miliardi di dollari, le cui perdite sono pesate sugli investitori istituzionali che si erano esposti a CS. Il governo svizzero si farà carico fino 10 miliardi dollari sulle perdite che eccederanni i 5,5 miliardi di dollari che ricadranno sulle spalle di Ubs. Per quest’ultima, l’accordo è stato definito dadiversi osservatori come estremamente vantaggioso. Il titolo Ubs, rispetto ai livelli di fine febbraio ha perso oltre il 10%, avendo recuperato solo in parte l’impatto negativo immediatamente successivo all’annunciata fusione con Credit Suisse.