Da un cuscino salva bebé, a un simulatore di giochi cognitivi per stimolare il cervello danneggiato da malattie degenerative, fino a marketplace di prodotti e km0 e di tutti i migliori alcolici del mondo. Ecco le startup nate dall’ingegno italiano e incubate o accelerate in Italia nel 2020
La classifica su cui ci basiamo per raccontare progetti innovativi e loro promotori è quella di Dealroom che tratta insieme incubatori e acceleratori e li ordina sulla base delle operazioni realizzate negli ultimi 12 mesi
Il Social Innovation Monitor del Politecnico di Torino, che è il riferimento italiano per la mappatura del settore, mette insieme le due categorie, spiegando la scelta proprio con il fatto che non esiste una regola e alcuni Report e paper scientifici “utilizzano i termini «incubatore» e «acceleratore» come sinonimi, altri li considerano due concetti distinti. Lo stessa fa il provider di dati internazionali Dealroom, che prendiamo a riferimento per individuare i maggiori incubatori/acceleratori italiani.
Vediamole più da vicino.
Fondata nel 2003, Digital Magics dal 2008 opera come incubatore di startup innovative e dal luglio 2013 è quotata su Aim Italia, mercato dedicato alle pmi italiane ad alto potenziale di crescita. Digital Magic è andata oltre il suo ruolo iniziale: per progettare e sviluppare programmi di Open Innovation per supportare le imprese italiane nell’innovazione di processi, servizi e prodotti aziendali grazie alle tecnologie delle startup, ha dato vita a un vero e proprio hub dell’innovazione, con due accordi strategici stretti nel 2015. Il primo con Talent Garden, network di coworking per i professionisti del digitale leader in Italia e in Europa con oltre 23 campus e il secondo con Tamburi Investment Partners (TIP), prima investment-merchant bank italiana indipendente.
Stando ai dati della stessa Digital Magics, a oggi le startup incubate sono 66 e hanno raccolto 93 milioni di euro (29 investiti direttamente dall’incubatore e 64 da investitori terzi) dal 2011 al 30 settembre 2019. Dai 1500 pitch valutati ogni anno, vengono fuori in media 10/15 startup incubate.
SocialFare, che ha sede a Torino, si definisce il primo Centro per l’Innovazione Sociale in Italia ed è un incubatore certificato Mise. Nel focus di questo soggetto c’è la creazione di imprenditoria a elevato impatto sociale, un fattore che, soprattutto in tempi di pandemia che ha reso ancora più rilevante il tema della sostenibilità, diventa cruciale per il successo di chi fa impresa. Attraverso la ricerca, l’engagement e il co-design, SocialFare sviluppa soluzioni innovative alle pressanti sfide sociali contemporanee, generando nuova economia. SocialFare ha ideato e gestisce Design Your Impact e Foundamenta, due distinti programmi di generazione di imprenditorialità e di accelerazione di impresa a impatto sociale, a cui si accede attraverso le omonime call, due volte l’anno. Tra gli ultimi round chiusi, quello da un milione per la palerminata Restorative NeuroTechnologies, nata da uno spin off universitario e focalizzata su strumenti per la riabilitazione dei pazienti affetti da malattie neurologiche. Al centro gli occhiali MindLenses, dotati di lenti prismatiche che deviano il campo visivo stimolando la risposta cerebrale e software che simulano diverse attività cognitive, in grado di stimolare la plasticità del cervello. O quello da 400mila euro della coding factory Aulab, attiva nella formazione di Sviluppatori Full Stack attraverso un coding bootcamp di 3 mesi che si svolge sia in aula sia online tramite un portale e-learning. Aulab opera inoltre nell’ideazione, progettazione, sviluppo e commercializzazione di siti web, piattaforme informatiche e di applicazioni software.
Luiss EnLabs, il terzo nome della classifica di Dealroom, è il programma di accelerazione di LVenture Group, in co-branding con l’Università Luiss ed è uno dei più importanti d’Europa.
Nato nel 2013, in pochi anni ha supportato la crescita di oltre 100 startup.
Luiss EnLabs seleziona due volte l’anno per il suo programma di accelerazione le startup digitali early-stage più promettenti. Grazie alle risorse finanziarie fornite da LVenture Group e alla sua metodologia, l’80% delle startup che partecipano al Programma ha ottenuto investimenti da parte di terzi alla conclusione del percorso. Tra le 105 startup accelerate le più note sono 2hire (ha chiuso Series A da 5,6 milioni nel 2020), Filo (Aucap da 2,5 milioni nel 2020 e lancio del cuscino Salva Bebè Tata Pad, con fatturato triplicato), Yakkyofy (Startup leader italiana nel dropshipping di prodotti dalla Cina). Tra le ultime tre operazioni, l’exit di LybraTech, startup accelerata nel 2018 e ceduta al Gruppo Zucchetti, con un ritorno di 4,25 volte, con incasso di un milione di euro. Il round da 800 mila euro della startup Vikey, startup travel tech che abilita il self check-in di alberghi e case vacanze.
Il round da 3 milioni di euro della startup Shampora, accelerata nel 2018 e oggi tra le startup del settore beauty più promettenti a livello europeo.
Nella top ten entrano al quarto posto iStarter, che si definisce “Italian angel-led start-up accelerator”, con base a Londra e si pone l’obiettivo di supportare i campioni italiani a scalare globalmente. Fondato nel 2012 a Torino ha una capacità di finanziamento alimentata da una rete di 100 “Equity Partners”, manager e imprenditori di success che vogliono restituire alla società contribuendo a una nuova generazione di innovatori. Segue Boox, l’acceleratore di Andrea di Camillo e Marco Magnocavallo (che nel corso degli anni hanno fondato e guidato aziende come Banzai, Blogo, Yoox, Venere, DoveConviene, Neodata) e il cui portafoglio comprende una quindicina di aziende concentrate su progetti attivi nell’e-commerce e nel SaaS, tra cui Cortilia, Tannico, Milkman. È specializzata invece nell’intersezione tra fashion e tecnologia il Fashion Technology Accelerator Milan, fondato nel 2014 a Milano. Settima Gellify, una piattaforma innovativa che connette startup hi tech con industrie tradizionali per innovare prodotti, processi e modelli di business.